INTERVISTA TC - Galigani: "Porte chiuse? Un segnale andava dato"

05.03.2020 14:00 di  Raffaella Bon   vedi letture
Vittorio Galigani
TMW/TuttoC.com
Vittorio Galigani
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

L'ex direttore sportivo, tra le altre di Foggia e Ternana, Vittorio Galigani è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoC.com per commentare gli ultimi avvenimenti in Serie C e non solo in questi giorni di emergenza coronavirus.

Come valuta il provvedimento del Governo?
"La tutela della salute di tutti i cittadini è senza dubbio il fattore predominante. Le porte chiuse, in considerazione dei tanti impegni dei club, anche internazionali, come quelli della nazionale azzurra, hanno imposto delle scelte non tutte condivisibili. Un segnale, in ogni caso, andava dato".

Se dobbiamo mantenere un metro di distanza come si può pensare di farlo in campo?
"Una prevenzione certa sarebbe quella di sottoporre a tampone, preventivamente, tutti gli attori dell’evento agonistico. Calciatori, dirigenti, arbitri ed addetti all’organizzazione dell’evento stesso in generale"

Ha senso giocare a porte chiuse?
"Ha un senso per quanto ho detto sopra. Il rispetto del calendario agonistico nazionale ed internazionale. Campionato, Coppe ed Europei. Per quanto concerne la Lega Pro, considerando la disputa di playoff e playout e la necessità di chiudere entro una certa data la stagione bisogna accettarla. Sarebbe stato ancor più negativo si fosse stati costretti a giocare ogni tre giorni per recuperare".   

Diversi casi dichiarati in C e magari tanti altri non dichiarati...
"Ho detto sopra. Sottoporre a tampone tutti i tesserati e tutti gli addetti. Mi sembra un obbligo inderogabile".

In C le squadre vivono anche sui soldi degli incassi, non tutti sono Bari e Monza. Come sopperire?
"Ghirelli ha un obbligo nei confronti dei presidenti. Vendere fatti non parole. Per prima cosa spostare i termini stabiliti dai regolamenti. E’ nella facoltà. Niente incassi? Si possono posticipare alcuni obblighi finanziari previsti dalle norme del calcio.  I club sono società di capitali. Aziende nel senso più ampio della parola. Si faccia parte diligente con il Ministro dello sport per ottenere una proroga nel pagamento di contributi, Iva, Inail ed ogni altro onore. Anticipi lui un contributo a tutte le società, con i fondi della Lega Pro, per far fronte alle retribuzioni dei mesi di gennaio e febbraio 2020".

Un altro problema è quello legato alle sponsorizzazioni visto che al momento non si può garantire continuità di progetto.
"E’ un fatto oggettivo che tutta l’economia del Paese sta soffrendo, pertanto anche gli sponsor, in carenza di visibilità, potrebbero protestare i contratti".

Il Governo deve aiutare quindi anche il calcio?
"Pensare che il Governo giri denaro al calcio è pura utopia, in considerazione del periodo di crisi finanziaria che sta attraversando il Paese. Come ho sopra accennato nulla però vieta che si possano adottare provvedimenti che concedano, nei pagamenti, rientri ad ampio respiro economico a tutti i club della terza serie".