INTERVISTA TC - Imparato: "Caos B e C? La pagina più triste del calcio"

26.10.2018 07:30 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Imparato: "Caos B e C? La pagina più triste del calcio"
TMW/TuttoC.com

Un calcio che sta vivendo l'inimmaginabile, una lotta di potere che va solo a danneggiare quello che dovrebbe essere lo sport in sé. La vicenda legata ai ripescaggi in B, iniziata a luglio, non è ancora terminata, e ieri ha avuto il suo apice: con la supponenza sempre mostrata, la Lega B si è appellata al Consiglio di Garanzia, impugnando l'ultima sentenza del TAR che apriva ai ripescaggi.
Un commento alla vicenda, ai microfoni di TuttoC.com, lo fa il difensore ex Teramo Raffaele Imparato, classe '86 attualmente svincolato.

Subito al lavoro il neo presidente della FIGC Gravina, con lo spinoso caso di Serie B e C: cosa ti aspetti da lui?
"Sono molto felice che sia stato eletto Gravina, e adesso mi aspetto tanto da lui. E' uno che viene dal basso, ha sempre avuto insiti i concetti di ringiovanimento e innovazione, non mi ha mai dato l'idea di uno attaccato ai grandi carri, ha sempre camminato da solo, premiando la strada della meritocrazia. Sono fiducioso, continuiamo a farlo lavorare".



Quando tutto sembrava andare in una direzione, ecco il colpo di coda della Serie B, e tutto rimanere bloccato. Che succede adesso?
"Fare previsioni è del tutto impossibile. Ma una cosa è certa: con tutte queste sentenze è stata scritta una delle pagine più tristi della storia del calcio italiano, dietro solo a Calciapoli. E' una cosa vergognosa. Stiamo vivendo una barzelletta".

La C parte con gare rinviate, senza un regolamento e ora si trova di nuovo nell'incertezza.
"Non so proprio dire che campionato possa essere, con quello che è successo ieri credo che ancora cambierà tutto. Si vedono squadre che sono scese in campo una volta e poi hanno visto sospendersi le gare, squadre che non hanno mai giocato, squadre squadre che hanno giocato solo in alcune circostanze, squadre che hanno avuto un mercato condizionato. La risposta è in tutto questo".

Ma come andrebbe riformata, a tuo avviso, la Serie C?
"Io credo che debba soprattutto cambiare la ripartizione delle risorse. Al di la dei club che vivono di grossi bacini di utenza, dove si recupera qualcosa con sponsor o introiti vari, in C c'è solo da rimetterci, per cui è normale che i presidenti vadano a prendere in considerazione la questione degli under e delle valorizzazione: servirebbe un fisso da dare ai club a prescindere dai giovani, che vivranno sì una sorta di selezione naturale, ma si formeranno davvero. Però parlare di calcio adesso è proprio superfluo: magari tra una mese c'è chi sparisce e c'è chi cambia girone".