INTERVISTA TC - Renate, Guglielmotti: "Inevitabile avere paura"

19.03.2020 07:30 di  Stefano Scarpetti   vedi letture
Davide Guglielmotti Renate
TMW/TuttoC.com
Davide Guglielmotti Renate
© foto di Alex Zambroni

Il Coronavirus ha condizionato fortemente, per certi versi rivoluzionato le nostre vite. Non esente anche il mondo del calcio, che si è dovuto arrendere ad una emergenza che ormai sta coinvolgendo molti paesi del pianeta. Sono cambiate quindi le abitudini anche dei calciatori, ne abbiamo parlato con Davide Guglielmotti esterno del Renate, che ai microfoni di Tuttoc.com ha parlato di questo momento, dando anche il suo parere riguardo a questo particolare momento storico:

Come sta vivendo questo periodo?

"Io insieme ad altri miei compagni stiamo svolgendo degli allenamenti individuali che ci arrivano dallo staff tecnico ogni giorno. Cerchiamo in questo modo di farci trovare pronti quando si tornerà a giocare. Ci troviamo ad affrontare qualcosa di mai vissuto prima, per coloro che hanno famiglia c'è la possibilità per sfruttare questo periodo di quarantena stando con i propri cari. Sicuramente è una sosta del tutto particolare, non è facile vivere questa fase, ma per la nostra salute dobbiamo stare a casa".

Ha paura?

"Fino a qualche settimana fa no, visto che inizialmente c'erano idee contrastanti. Sembrava che questa malattia dovesse riguardare soltanto le persone più anziane con patologie pregresse, c'era la sensazione che ci fosse un eccessivo allarmismo. Purtroppo però si sono rivelati fondate i timori, guardando la tv e leggendo i siti non si può essere tranquilli. Ma anche su questo non ci sono indicazioni univoche, alcuni dicono che il picco avverrà tra pochi giorni altri danno altre indicazioni, non resta comunque da seguire le regole. Mi rivolgo anche ai tifosi della serie C di attenersi alle disposizioni di rimanere nelle proprie abitazioni per evitare la propagazione ulteriore del virus".

Secondo lei il calcio si è fermato troppo tardi?

Non era facile prendere una decisione visto che almeno inizialmente, le notizie che arrivavano erano contradditorie. Per alcune settimane ci siamo allenati regolarmente, poi rapidamente le cose sono precipitate quindi interrompere il campionato è parsa la scelta più appropriata. A questo bisogna aggiungere il fatto che si tratta di un virus mai arrivato, quindi non c'erano confronti da poter fare con altre situazioni".

La situazione rimane difficile, purtroppo i contagi e i morti aumentano ogni giorno. Secondo lei sarebbe giusto sospendere il campionato, oppure ripartire quando si attenuerà l'emergenza?

"Difficile poter dare un giudizio in questo senso, dipende da come si metteranno le cose. A mio avviso credo si possa giocare benissimo anche nei mesi di maggio e giugno, su questo penso non ci siano particolari problemi anche per i miei colleghi".

Rimanendo sul campo delle ipotesi, è percorribile la strada di giocare eventualmente anche a luglio?

" In linea di massima si anche se ci sarebbe da valutare la questione inerenti ai contratti, a quel punto ci sarebbe da valutare quando iniziare la stagione successiva. Il rischio è avere poco spazio fra le due stagioni, e avere il giusto periodo di vacanza. Molti diranno che siamo dei privilegiati, ma comunque la nostra vita è caratterizzata da molti viaggi, quindi avere una fase in cui staccare è importante".