INTERVISTA TC - Rigoli: "Le rose allargate in C non servono a niente"

25.08.2020 15:00 di  Raffaella Bon   vedi letture
Pino Rigoli
TMW/TuttoC.com
Pino Rigoli
© foto di Federico Gaetano

Pino Rigoli è in cerca di un nuovo progetto dopo l'ultima esperienza sulla panchina del Rende. Ai microfoni di TuttoC.com il tecnico siciliano parla del suo futuro e della nuova stagione alle porte: "Ho avuto degli abboccamenti con qualche società che per ora non si sono concretizzati, la mia ambizione è quella di portare le mie idee di calcio insieme alla società che mi sceglierà, cercando di far crescere il capitale umano a disposizione e di raggiungere gli obiettivi prefissati".

Come valuta l'ultima stagione?
"Una stagione strana per tanti motivi, non per ultimo il virus che l'ha un po' stravolta. Io sono arrivato a Rende a inizio febbraio, ho fatto 6/7 partite nelle quali la squadra è cresciuta molto sul piano tecnico. Avevamo degli elementi validi anche se eravamo un po' corti numericamente nel reparto offensivo. Abbiamo valorizzato i giovani, su tutti Collocolo che ha attirato le attenzioni del Cesena, è un ragazzo di grande prospettiva e come lui altri. Nonostante la retrocessione ritengo che non sia stata una stagione totalmente negativa".

A livello personale?
"A livello personale c'è stata una crescita, grazie a un confronto quotidiano, leale, con la società ed il mio staff. Mi è dispiaciuto di non poter continuare questa avventura in Serie C a Rende perchè ero convinto che ci fossero delle basi importanti per fare qualcosa di buono".

Ora che progetto cerca?
"Cerco un progetto ambizioso, una squadra giovane da far crescere a media scadenza. Per poter esprimere il meglio di sè un allenatore deve lavorare almeno due o tre anni nello stesso club".

Cosa pensa delle nuove liste?
"Sono molto favorevole alle liste a 22. Le rose allargate in C non servono a niente visto che solitamente giocano sempre un massimo di venti ragazzi, gestire una rosa oltre i 22 diventa un problema per tutti. Ho sempre avuto questa idea, ovunque sono andato. La ritengo quindi una scelta valida, non solo sul piano economico ma anche su quello tecnico. In questo modo si evitano squilibri interni".

E dei gironi nazionali?
"L'Italia non può essere divisa in tre. Un confronto tra squadre del Nord e del Sud sarebbe un motivo di arricchimento per tutti permettendo anche agli allenatori di farsi conoscere meglio in tutta la penisola. Siamo un Paese già di per sè diviso, il calcio deve essere motivo di unione e non di divisione".