INTERVISTA TC - Romondini: "Padova al top. Big in C fanno differenza"

09.10.2019 07:30 di Claudia Marrone Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Romondini: "Padova al top. Big in C fanno differenza"
TMW/TuttoC.com
© foto di Luigi Putignano/TuttoLegaPro.com

Chi continua a seguire la Serie C, pur avendo lasciato le categorie professionistiche da tempo, è il centrocampista Fabrizio Romondini: che, al netto dei suoi 42 anni, si diverte ancora sui campi dilettantistici, dividendosi poi con eventi benefici. 
Dopo aver fatto le fortune di molte formazioni dal nord al sud Italia, il classe '77 parla ai microfoni di TuttoC.com

Fioccano esoneri in Serie C: giusto cambiare così presto allenatore?
"Purtroppo il primo a pagare è sempre l’allenatore perché, soprattutto le squadre che hanno degli obiettivi ben precisi, mettono a disposizione tutto per poter partire bene e iniziare nel modo giusto. Penso sia giusto fare un’analisi al più presto e fare la scelta giusta senza trascinarsi partita dopo partita altrimenti si rischia di non fare più in tempo e di non arrivare ai traguardi prefissati".

Comunque un campionato avvincente: chi ti ha sorpreso maggiormente finora?
"Questo anno la Serie C si presenta effettivamente come un bel campionato dove ogni squadra può dire la sua e dove ogni partita fa storia a sè, quindi molto avvincente. Mi ha impressionato il Padova, non tanto per la posizione ma per la forza di squadra e la voglia di vincere del collettivo che non molla mai, neanche nelle difficoltà".



I big in C. Denis, Finotto, Antenucci, per citarne alcuni: i grandi nomi abituati ad altri palcoscenici possono davvero fare la differenza?
"Lo dico per esperienza, i grandi nomi possono fare la differenza e nella maggior parte dei casi la fanno. La cosa più difficile è calarsi nella categoria: accettare qualche struttura un po’ più ridimensionata, qualche campo meno curato e naturalmente avere la consapevolezza di essere ogni domenica l’incubo degli avversari e tifosi, che cercheranno in qualunque modo di recare nervosismo e tensioni".

Non decolla il progetto Squadre Under 23: perché?
"E' troppo presto per far decollare un progetto che va curato nel tempo. I settori giovanili sono stati trascurati per tanto tempo e ora ce ne vuole altrettanto per ricostruire tutto e formare dei giocatori importanti, ma il lavoro alla fine paga sempre".

Cresce il numero di spettatori in C, come certificato dalla Lega Pro: si torna davvero ai fasti di un tempo?
"La cosa mi rende molto felice perché rivedere tanta gente negli stadi e tanto amore per la propria squadra, anche in piccole realtà, è davvero straordinario. Questo è il calcio, questa è la bellezza di questo sport che ti entra nelle ossa. Se si lavora bene sicuramente si può tornare a rivedere gli stadi delle serie minori colmi di spettatori".