De Vito: "Ravenna non mi sorprende. Il Girone C? Il più bello"
Si aspettava un inizio di stagione del genere da parte del Ravenna?
"Sinceramente si, erano già una corazzata lo scorso anno. Ha alle spalle una società seria, forte dal punto di vista economico, hanno fatto i giusti investimenti e non mi soprende vederli così in alto".
Avrà la forza per tenere il passo dell'Arezzo, che per molti era l'indiziata numero uno per la promozione?
"Si, perché sono certo a gennaio farà degli interventi importanti sul mercato. Penso sia una volata a due, l'Ascoli è una buona squadra ma saranno Ravenna e Arezzo a giocarsel fino alla fine. Sono due squadre complete che si daranno filo da torcere fino alla fine".
Nel Girone A il Vicenza è già a +8, sembra che il campionato possa perderlo solo lei...
"Siamo a metà novembre, quindi è ancora presto considerato, ma il Vicenza ha una marcia in più rispetto alla concorrenza. Penso sia l'anno giusto, ho tanti amici lì e spero di non portare sfortuna (ride, ndr). Penso sia l'unico girone con una sola contendente per il titolo, a differenza degli altri due".
Il Cittadella è partito male, riprendendosi solo adesso. Ha pagato lo scotto di una retrocessione inattesa?
"Sicuramente. Cittadella, per noi calciatori, è un'isola felice, una società piccola, seria e valida soprattutto nei rapporti con i giocatori a cui non fa mancare nulla. La retrocessione mi ha sorpreso tanto. Ho letto un'intervista di Marchetti, che ammette gli errori passati e ora guarda al presente consapevoli di poter scalare la classifica verso l'alto. Non credo possano arrivare ai piani altissimi, però ai playoff potrà succedere di tutto".
Quella delle "isole felici" come quelle del Cittadella dovrebbero però essere la norma. Non crede ci siano troppe penalizzazioni e situazioni difficoltose che falsano i campionati? E da addetto ai lavori cosa farebbe per migliorare la situazione?
"Il problema non riguarda solo la C, basta vedere il caso l'anno scorso. Da addetto ai lavori ci sono passato, ricordo bene la stagione alla Lucchese con la salvezza sul campo nonostante ben 25 punti di penalizzazione. Noi calciatori siamo dipendenti e dobbiamo essere in condizione di lavorare bene. Ciò che manca è anche il lato organizzativo, tante società sono indietro. Ho avuto la fortuna di giocare all'estero e ho visto un'evoluzione anche maggiore alla nostra".
Come si affronta una stagione come quella della Triestina? Come si scende in campo con una penalizzazione così grande?
"Bisogna avere la fortuna di trovare un gruppo forte e una città che ti accompagna ogni giorno. La Triestina ha qualche riferimento, noi alla Lucchese eravamo senza società e ci siamo ritrovati a fare le lavatrici e tagliare l'erba del campo. E' un'esperienza che mi è rimasta dentro, la città ci ha aiutato in ogni modo e l'epilogo felice, almeno sul campo, è stato raggiunto grazie alla nostra forza".
Il Girone C è quello più equilibrato.
"Combattutissimo, è il girone che mi dà più emozioni e in cui può succedere qualsiasi cosa. E' bello, emozionante, possono esserci sorprese anche in coda, vedi il Siracusa che credo battaglierà fino alla fine per mantenere la C".
Chi è la favorita?
"Il Catania, che ha una rosa lunga ed esperta tanto mister Toscano. Mi auguro possano spuntarla loro".
Chiudiamo con le Under 23: cosa ne pensa? C'è chi li accusa di scarso seguito, ma danno grande stabilità al campionato: la verità sta nel mezzo?
"Concordo, non hanno seguito ma hanno una solidità economica che non è paragonabile. Sarebbe la base che tutte le squadre abbiano queste caratteristiche, la gestione fa la differenza. Da un punto di vista societario e crescita dei giovani sono favorevole, sul seguito bisogna dargli tempo. Mai dire mai, magari in futuro i tifosi della Prima Squadra decideranno di dare una mano".
Giusto mettere un limite o ne inserirebbe altre?
"Non trovo corretto mettere dei limiti, ma l'importante è che rimangano la minoranza per non trasformare la C in un campionato Under 23 a tutti gli effetti. In ogni caso meglio delle squadre B solide, che alzano anche il livello tecnico e la crescita dei giovani che si misurano con un torneo complicato, che delle società pericolanti".
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