Grammatica: "Ravenna con potenzialità da Serie A, non basta per vincere ma..."
Il direttore sportivo Andrea Grammatica è intervenuto nel corso di A Tutta C, su TMW Radio e Il 61, per parlare della situazione generale in Serie C.
Venturato è l'uomo giusto per risollevare il Livorno?
"La situazione del Livorno, da quanto leggo e sento, è molto complicata. Parliamo di una piazza storica, con un grande seguito: vedere lo stadio semivuoto e la tifoseria contro la società è un vero peccato, perché è una delle realtà più passionali dell’intero panorama calcistico, sicuramente della Serie C. Venturato andrà a lavorare in un ambiente spaccato, con una squadra che, è vero, non merita la posizione che occupa, ma che a mio avviso è stata un po’ sopravvalutata nei valori. Forse il salto di categoria, se non hai esperienza recente, ti fa commettere l’errore di pensare che basti il passato blasonato per fare punti. La realtà dice altro. Venturato però ha esperienza, conosce la categoria e mi è sempre sembrato un uomo equilibrato, qualità fondamentali in situazioni come questa. E poi troverà subito un avversario tosto come il Ravenna, che considero la candidata numero uno alla promozione: lo dico dall’inizio dell’anno. Lì ci ho lavorato come direttore sportivo fino a due stagioni fa e so quanto sia un ambiente solido".
Il Ravenna può lottare fino alla fine con Arezzo e Ascoli?
"Sì, se si è seguito il mercato era chiaro che qualcuno potesse averla sottovalutata perché neopromossa, ma parliamo di una società con potenzialità economiche da Serie A. Ovviamente non basta quello per vincere: servono lavoro e organizzazione, ma non ha badato a spese. La rosa è completa in ogni reparto, c’è entusiasmo in società e in città, dopo anni di attesa. Forse rispetto all’Arezzo ha qualcosa in meno sul piano tecnico in alcune posizioni, ma è una squadra fisica, di temperamento, forte nelle ripartenze. L’Arezzo gioca un calcio più tecnico, il Ravenna invece è costruito per imporsi fisicamente. Con il rientro di Donati e Okaka può avere qualcosa in più in termini di impatto. L’Ascoli è forte, ma secondo me ha un po’ overperformato nelle prime giornate: non ha la profondità di rosa delle altre due. Il Ravenna ha anche una grande forza mentale: non molla mai, lotta fino alla fine e spesso trova il gol nei minuti finali. È una qualità preziosa".
Anche i cambi sembrano essere un punto di forza...
"Esatto. I cambi di Ravenna e Arezzo, con tutto il rispetto per le altre, sono di un altro livello. Non a caso entrambe hanno rimontato più volte. Credo sia da anni che non vedo un divario così netto tra le prime tre e il resto del girone. Tolta forse la Ternana, che metto subito sotto, c’è una differenza abissale. Potremmo vedere anche dieci punti di distacco tra terza e quarta. Ecco perché i cambi di Ravenna e Arezzo, anche a venti minuti dalla fine, fanno la differenza: hanno fisicità, mentalità e qualità. Magari non sono pulitissime nel gioco, ma rispecchiano la filosofia con cui sono state costruite. E poi, se ti entra uno come Stefano Okaka, che fino a pochi anni fa giocava in Serie A e in Europa, è un valore aggiunto enorme.
Prima di Okaka hanno recuperato Donati, che sta dimostrando una grinta e un’energia da ventenne. Okaka partiva più indietro dopo due anni fermo, ma sono stati bravi a gestirlo: l’hanno centellinato e ora comincia a fare la differenza".
Vicenza unica candidata alla promozione nel girone A?
"Sì, sono d’accordo. Al di là della classifica, credo che per rosa, struttura societaria, ambiente ed entusiasmo possa essere l’anno giusto. Glielo auguro: sono anni che investono tanto. Leccoe il Brescia sono buone squadre, ma il Brescia ha iniziato tardi e non è ancora completo. Lecco è una conferma, lavora bene da anni e ha un ottimo allenatore, ma credo che il Vicenza abbia qualcosa in più di tutte le altre".
E il Cittadella in ripresa?
""Sì, ha pagato lo scotto della retrocessione, una storia vecchia del calcio. Però è una squadra forte e mi piace molto l’allenatore. Sono stati bravi a non mollare nel momento duro: lì si vede la forza e mi piace molto l’allenatore. Sono stati bravi a non mollare nel momento duro: lì si vede la forza della società. Mi ricordo l’intervista di Marchetti, un dirigente fuori categoria, e le parole del presidente, imprenditore di grande spessore ed equilibrio, qualità rare nel calcio. Ora hanno trovato continuità e credo possano arrivare subito dietro al Vicenza. Il campionato è lungo, e ci sono stati casi di rimonte clamorose, come la Cremonese sull’Alessandria. Quindi non lo considero chiuso: il Cittadella può dare ancora fastidio".
Il girone C è il più incerto dei tre?
"Sì, è un girone fantastico, che ho avuto la fortuna di fare l’anno scorso. Ci metto anche il Cosenza, perché nonostante le difficoltà sta facendo un grande lavoro. Mi ricorda un po’ il Livorno: ambiente teso, tifoseria in contestazione, ma se si ricompatta può stare agganciato. Il Benevento è costruito molto bene, ma evidentemente è successo qualcosa con Auteri, l’esonero è stato repentino. Il Catania con Toscano ha fatto benissimo a proseguire: lui sa come si vincono i campionati. Se riesce a scavare un piccolo solco, diventa difficile da riprendere. La Salernitana invece, per il potenziale che ha, mi ha convinto meno. Fa fatica a dominare le partite, spesso vince di misura o in rimonta. Probabilmente paga qualche difficoltà nella costruzione della rosa, anche se Faggiano, per me, è il miglior direttore della categoria. Mi aspettavo qualcosa in più dal Crotone, perché ha un allenatore bravo e una rosa forte, ma fatica a fare il salto di qualità. E cito anche il Trapani: senza la penalizzazione sarebbe davanti, perché ha valori da prime posizioni. Non sarà facile rientrare, ma può ancora dire la sua".
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