Macalli: "Oggi ripartono da mie idee spacciandole per proprie scoperte"
TMW/TuttoC.com
© foto di Federico De Luca “Per quanto riguarda la serie A il discorso trae origine da un fatto prettamente economico. Ci sono in ballo interessi di milioni e milioni di euro, i diritti televisivi sono legati alla disputa delle partite e, se il pallone non rotola, ci rimettono tutti e il sistema salta. Senza spettatori non è sport e siamo tutti d’accordo, ma conviene a ciascun professionista spingere per la ripartenza. A cascata vedrete che la B e la Lega Pro si adegueranno, pur con difficoltà logistiche molto più consistenti. Non metto lingua sulla terza serie, ma a mio avviso stiamo parlando di una pura follia”. Così l’ex presidente della Lega Pro Mario Macalli ai microfoni di TuttoSalernitana. L’esperto dirigente prosegue analizzando la situazione a 360°: “Tutto il mondo è paese. Oggi (ieri nda) leggevo delle carte e ho trovato un documento che risale ai tempi della Salernitana in Lega Pro. Ci fu una interrogazione parlamentare fatta contro di me perché avevo inserito i granata nel girone meridionale con Paganese, Juve Stabia e tante altre società campane. Racconto questo episodio che vi fa capire quanto ci voglia poco per creare confusione. Come fa la C a rispettare un protocollo che crea difficoltà anche alle società di serie A? Se hanno preso questa decisione ne avranno discusso in consiglio federale, non so come una delibera del genere sia passata con tanti voti contrari. Chi era favorevole? Come si è formata questa maggioranza? Chi era sicuro che la terza serie si potesse adeguare? Immagino ci sia stata una opposizione, quanto sta accadendo è paradossale. Tutti auspicavano di ottenere i risultati sportivi sul campo, ma a cospetto dell’emergenza bisogna aggrapparsi ad altro. 56 presidenti su 60 avevano chiesto di concludere anzitempo la stagione, con le tre promozioni e la quarta di conseguenza stabilita con altri criteri. Nessuno può dimenticare, tuttavia, che è la FIGC e non la singola Lega a decidere sui format dei campionati. Secondo me avevano scelto una strada indolore: promuovere il Monza, quasi irraggiungibile, aveva una logica, è la quarta a scatenare la bagarre. Il famoso algoritmo ha scontentato Bari e Reggiana, ma se avessero premiato loro e non il Carpi che succedeva?”.
Macalli è convinto che “c’è una confusione incredibile e non so come andrà a finire tutto questo. Dalla Lega Pro sono andato via dimettendomi nel 2015, su di me arrivarono tonnellate di fango che non meritavo dopo 40 anni dedicati a questo sport. Questo fango me lo ha tirato anche qualcuno che era vicino a me. La C merita rispetto. Sono stato l’unico a fare una riforma, oggi siamo arrivati a 60 squadre con controlli assolutamente inesistenti al momento dell’iscrizione. Hanno accettato di far partecipare club con milioni e milioni di euro di debiti, qualcuno supera i 50 milioni e sono cifre spropositate. In questi ultimi anni è accaduto di tutto, la progettualità di cui parlano l’hanno trovata nel cassetto del signor Macalli. C’è bisogno di smetterla di andare in giro a chiedere e pretendere, fui io a gestire 40 milioni di euro anche grazie alle legge Melandri e alle serie A. Il Governo deve capire che questo mondo va tutelato, sarebbe un ennesimo errore ridurlo ad un torneo semi-professionistico. Stiamo parlando del terzo livello del calcio italiano, occorre un apprendistato sportivo e devi avere all’interno di ogni club il 70% di calciatori che provengono dalla tua zona. In questo modo si riducono i costi e si rende il sistema compatibile”.
Macalli è un fiume in piena: “Nel 2014 partì un lavoro certosino, fatto dal sottoscritto con l’aiuto di un grande fiscalista come Victor Ukman. C’era un programma dettagliatissimo che avrebbe consentito di portare avanti il sistema, quasi quasi mi mettevano le mani addosso. Portai all’approvazione del consiglio federale 13,5 milioni di euro forniti dalla Banca Popolare di Milano per garantire 250mila euro ad ogni società. Se non mi hanno arrestato quel giorno è stato un miracolo. Oggi ripristinano quel progetto, evidentemente volevano far fuori Mario Macalli a prescindere dalle sue idee: all’epoca mi attaccarono, oggi ripartono dalle mie idee spacciandole per proprie scoperte. Se fai una rosa di 30 giocatori è inutile che vai a piangere dalla Lega, se ognuno fa un percorso in solitaria è palese che non si risolverà mai nulla. Per guidare bene la macchina organizzativa devi appoggiarti a tutti, non fare il cortigiano. Da solo non vai da nessuna parte”. Infine Macalli parla delle vecchie contestazioni subite dal pubblico granata: “Ricorderò sempre con grande affetto Peppino Soglia, son venuto a Salerno a vedere il campo quando dovevano metterlo a posto. Ho avuto un rapporto importante con tante persone, avevo simpatia per tante persone. Ho fatto il presidente, tutto qui, e per me la Salernitana valeva come una squadra che fa 500 spettatori ogni domenica. A questo mondo o si è tutti legittimi o si è tutti bastardi”.
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