Rimini, un mercato condizionato dalle troppe tasse. Come in tutta la C

14.08.2018 06:30 di  Sebastian Donzella  Twitter:    vedi letture
Rimini, un mercato condizionato dalle troppe tasse. Come in tutta la C
© foto di Angelo Palmas

Tra le varie neopromosse che si affacciano alla prossima stagione di serie C, il Rimini non può essere considerata come le altre. I biancorossi, infatti, nonostante un certo blasone, in questo ultimo decennio hanno dovuto frequentare le serie dilettantistiche a causa di problemi economici che, per ben due volte, nel 2010 e nel 2016, hanno portato i romagnoli a ripartire dal basso nonostante le nove stagioni in cadetteria (i tifosi della Juventus e non ricorderanno l'1-1 di 12 anni fa alla prima in B dei bianconeri, proprio contro i riminesi.

Parliamo, insomma, di una squadra che in C ha il suo fascino e che ci tiene a far bene dopo le due promozioni consecutive dall'Eccellenza al professionismo. Il mercato biancorosso, però, non è stato di primissima fascia, la cadetteria al momento è lontanissima. Non perché la società abbia scelto di non investire ma perché, pur investendo, un campionato di Lega Pro costa tantissimo e rende pochissimo.

Il patron dei romagnoli, Giorgio Grassi, senza peli sulla lingua lo ha affermato più volte, ribadendolo anche durante la presentazione ufficiale: in C le spese sono da serie B ma gli introiti sono quasi da serie D, il suo pensiero in estrema sintesi. In realtà in terza serie le entrate sono maggiori rispetto al dilettantismo ma la voce delle spese letteralmente esplode a causa delle tasse che, col professionismo, si fanno sentire eccome su ogni singolo contratto. Per questo, sicuramente a malincuore, la caccia alla B non può partire già da quest'anno. E i biancorossi, memori del passato fatto di problematiche finanziarie, preferiscono andarci con i piedi di piombo. Prima il campionato dei conti, poi quello sul campo: il modo migliore per regalare stabilità alla piazza e all'intero sistema.