Sorrento, Maurizio Sarri...un allenatore nato in banca

Sorrento, Maurizio Sarri...un allenatore nato in bancaTMW/TuttoC.com
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giovedì 7 luglio 2011, 21:00Altre news
di Claudio Gallaro
fonte Sorrento Calcio

Usa molto il pc, fuma tanto, adora il 4-2-3-1, veste spesso di nero, dicono che somigli all’attore francese Jean Reno e leggende metropolitane raccontano che disponga di 33 schemi sui calci piazzati. "Esagerato" sorride Maurizio Sarri. Che sembra già partito col piede giusto nell’avventura di Sorrento. Il suo ingaggio, sul social network Facebook, ha risvegliato la passione dei tifosi.

Gavetta: classe ’59, napoletano di nascita ma toscano verace. Amerigo Sarri, il papà, è stato ciclista professionista. Lavorava per un’impresa edile e nel 1959 viveva a Napoli: lì è nato Maurizio, lì hanno vissuto due anni. Poi uno a Bergamo, quindi la Toscana. Sarri, insomma, sa cosa vuol dire fare sacrifici e venire dalla gavetta. Una carriera da stopper nei dilettanti. La leggenda parla di centravanti che si davano malati per non farsi marcare da lui.

In banca: dal campo agli studi in economia, commercio e statistica. Appese le scarpe al chiodo cominciò a lavorare in banca facendo pure carriera, in direzione centrale e all’estero, occupandosi dell’area finanza e di grandi aziende. Si rilassava allenando nei campetti di provincia e sentiva che quella in panchina era la sua vera vita.

Scelte: è diventato consulente finanziario per alleggerire il carico, poi la scelta. "Nel 2001 ero alla Sansovino, ho capito che il salto di qualità potevo farlo solo se allenare diventava la mia attività principale. La famiglia ha capito" disse nel 2007. Portò Cavriglia e Antella in Eccellenza, poi la cavalcata del Sansovino dai dilettanti alla C2 (in bacheca anche la coppa Italia di serie D) e la promozione in C1 con la Sangiovannese. A seguire Pescara, Arezzo, Avellino, Verona, Grosseto e Alessandria.

I 33 schemi: lo chiamano Mister 33 schemi perché, sul gioco da fermo, le sue squadre sono praticamente letali. Tradizione partita da Sansovino. In tre anni Sarri fece applicare più varianti. Tant’è che qualcuno contò proprio 33 schemi sui calci piazzati.

Il pc: appassionato d’informatica, sul lavoro, utilizza molto il computer. "Mi sono fatto preparare programmi in cui tenere le schede dei giocatori, i test, i dati, le comparazioni. Studio l’evoluzione dei calciatori: scelgo quelli che mi possono interessare e curo i loro dati durante l’anno. Lavoro dalle 8 alle 22, tutti i giorni. Dell’esperienza in banca mi è rimasta la capacità di organizzare il tempo, la razionalità" rivelò a La Gazzetta dello Sport in un’intervista.

Scaramanzia: spesso veste di nero, una questione prettamente scaramantica alla quale Sarri è davvero molto attento. "Dicono che porti male? Macché - ribadì il tecnico anni fa -, l’unica cosa che m’interessa è portar male agli allenatori che devo affrontare…".

Modulo: fan della difesa a 4, che non costringe gli esterni ad indietreggiare. Sarri vara un gioco votato all’attacco, ma che punta molto sulla compattezza in mezzo al campo. Basti pensare che l’Alessandria, un anno fa, è stata la difesa meno perforata della Lega pro. Le sue squadre verticalizzano molto perché Sarri non "sopporta" far girare palla in orizzontale, soprattutto nello stesso reparto. Dopo il 4-4-2, predilige il 4-2-3-1, con due mediani davanti alla difesa ed un plotone di fantasisti alle spalle di una torre.