Carrarese, quella porta s'ha da fare: SOS "Dei Marmi"

13.12.2018 06:00 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
Scorcio del 'Dei Marmi'
TMW/TuttoC.com
Scorcio del 'Dei Marmi'

Neppure il tempo di metabolizzare la gara contro il Gozzano, un pari che fintanto non scenderà in campo il Piacenza (quest'oggi col Cuneo) lascia inalterata la classifica, che la Carrarese dovrà tornare in campo con la testa ormai volta alla 17^ giornata.
E non è certo questo un problema, tre gare ravvicinate sono tante per tutti, ma gli apuani hanno una rosa ampia e di valore in ogni reparto, validi cambio e gestione ottimale del minutaggio, con mister Baldini che ha saputo gestire al meglio tutte le energie dei suoi uomini, che finora hanno ben figurato. L'avversario di turno non sarà dei più semplici, una strana e indecifrabile Robur Siena arriverà a sfidare la squadra con il coltello tra i denti, ma anche questo non è un aspetto che preoccupa gli azzurri, che hanno dimostrato di sapersi sempre rialzare.
Dove sta il problema, direte quindi voi? Nello stadio. Perché la gara si dovrà giocare al "Dei Marmi". O meglio, è più corretto dire che la Carrarese sarà la società ospitante.



L'impianto carrarino, come è ormai noto, necessitava di un restyling, ma i lavori si sono protratti ben oltre il dovuto, con la Curva Sud (il settore ospiti) che tutt'ora presenta defezioni circa le uscite di sicurezza: settore pertanto inagibile, solo la restante parte dello stadio è fruibile ma riservata al pubblico locale. Va quindi da sè che, non disponendo di un settore ospiti, è praticamente impossibile giocare le gare con la tifoseria avversaria, e va da sè che per le norme federale, le gare che non danno alla tifoseria ospite la possibilità di fruire dell'evento sono da considerarsi a porte chiuse. Nell'arco di una stagione, non è consentita la disputa di oltre tre match ufficiali, siano essi di campionato o di Coppa, a porte chiuse, pena l'esclusione dal torneo. E la truppa di Baldini ha esaurito lo scorso weekend l'ultimo slot, giocando a porte chiuse il match contro la Pistoiese, che seguiva a quelli contro Novara e Albissola.
Il tutto, badate bene, dopo aver disputato la prima parte del torneo al "Mannucci" di Pontedera, ora disponibile solo per formazione locale (il Pontedera appunto) per altrettanti lavori. 
Baldini non ci ha visto più, e nel post gara domenica, in un video che ha fatto il giro del web, ha dichiarato che "la Carrarese per esser salva ha solo una chances. Se il prefetto, che io conosco e so che si è conquistato i gradi sul campo di battaglia e non nelle stanze della politica, non mette la mano al problema, li prende per le palle e li stringe e mettendoli davanti alle loro responsabilità, la Carrarese non gioca più a calcio. Ma io faccio una cosa. Io, finché avrò forza, mi vado a incatenare dentro al comune e loro devono andare a casa: loro vogliono la battaglia con me, ma io sono un pazzo, non sono capriccioso, sono pazzo. Quando mi toccano la mia passione e i miei valori sono pronto a morire, porca di quella t***a, mi fanno un c***o a me quei grillini li. La Carrarese è dei carrarini, di chi ha passione. E non mi devono rompere i c******i a me, io non mi arrendo".

Perché, è bene ricordarlo, i lavori, quella porta da fare, spettano al comune. Che cosa stia facendo non è dato saperlo. Nonostante lo sfogo del mister, un assurdo e assordante silenzio: come se non si arrivasse a capire che la prima squadra cittadina nelle categorie professionistiche è un lusso per tutti, non solo per il club in sè. Alla stessa società, se non arriveranno risposte utili da parte del comune, non resterà che trovare un agibile stadio in zona limitrofa, al fine di evitare il peggio. Ma non è come stare a casa propria.