Pisa, un tassello è messo: ora al via con gli altri

18.06.2018 06:00 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
Pisa, un tassello è messo: ora al via con gli altri
TMW/TuttoC.com

Dopo una stagione che non è proprio filata liscia, tra alti e bassi che si sono poi conclusi con un playoff malamente sprecato contro la Viterbese, il Pisa è ripartito. Alla proprietà era stato imputato un eccessivo silenzio proprio nel post Viterbese, a dispetto di un Giovanni Corrado che aveva annunciato una conferenza imminente, ma quel silenzio è stato giusto: occorreva programmare e farlo bene, parlare senza aver nulla da dire sarebbe stato troppo rischioso.
E il programmare è corrisposto con la scelta del nuovo DS, dopo l'addio di Ferrara che era nell'aria già da un pò la squadra toscana ga deciso di affidarsi all'ex Arezzo Gemmi, persona di carattere oltre che professionista esemplare. Sicuramente un buon modo per guardare oltre.



Adesso è però tempo di aggiungere gli altri tasselli mancanti, a cominciare da quello del tecnico. Attualmente, sino al 30 del mese, sotto contratto con il Pisa c'è Mario Petrone ma, al netto di un annunciato colloquio, difficilmente il mister verrà riconfermato: stanno infatti prendendo piede le candidature di Leonardo Colucci e Fabio Caserta, che hanno rispettivamente guidato Pordenone (fino all'esonero, ma comunque anche a San Siro nella storica partita di Tim Cup contro l'Inter) e Juve Stabia, ma non è affatto da sottovalutare il profilo di Stefano Sottili, che con Gemmi ha condiviso, due stagioni fa, l'esperienza ad Arezzo.
Chiaro poi che la scelta ricadrà sul profilo che si adatterà meglio all'idea di squadra che la società ha - una squadra forse più giovane, ma con anche elementi di esperienza -, e non è quindi da escludere che spunti poi un quarto profilo. Almeno da prendere al vaglio.

Quello che comunque è stato importante è vedere che Gemmi si è mostrato subito deciso e ha chiarito i ruoli di competenza di ciascuna persona: si, finora a parole, ma non è detto che queste non siano presto tradotte in fatti. Anche perché i nerazzurri la lezione la hanno teoricamente imparata sulla propria pelle in questa stagione da poco andata in archivio: la divisione dei ruoli e il rispetto degli stessi è quanto mai fondamentale.