Top & Flop di Renate-Alessandria

18.01.2020 18:38 di  Francesco Moscatelli   vedi letture
Diana, TOP Renate
TMW/TuttoC.com
Diana, TOP Renate

Solo un gol, solo Guglielmotti, solo una tacca di differenza. Questo è ciò che reciterà il tabellino fra qualche anno, quando andremo a rivedere gli annali per spulciare nelle statistiche che si vestono di maliziosa scaramanzia. Renate-Alessandria, 18 Gennaio 2020, è tutto fuorché "quella gara decisa da un episodio". Così, se un giorno si dovesse ancora giocare Renate-Alessandria, ci si ricorderà di una gara generosa e un po' sciupona da parte lombarda, molto problematica sul versante piemontese. Con un 1-0 che ad alcuni sta stretto, ma che importa quando i tre punti sono meritati e formano un riassunto sincero dei novantaquattro minuti di un freddo pomeriggio lì dove muore la superstrada. Un'Alessandria pericolosa solo al 15' del primo tempo con Sartore, poi un Renate più veloce tra le linee e bravo a sfruttare la specialità della casa cross+inserimento sul palo opposto: così nasce il vantaggio sull'asse Pizzul-Guglielmotti. Potere ai quinti di centrocampo, gente che deve fare i chilometri ogni domenica per avere uno straccio di titolo. Però, vuoi mettere: terzo posto in classifica, malinconie toscane ormai dimenticate, una marcia che riprende. E domani è pure domenica.  

Ecco coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nel match giocato questo pomeriggio allo stadio "Città di Meda".

TOP:

Aggressività, geometria, velocità (Renate): tanti i "+" per questo risultato che è di misura ma solo nel punteggio. A caso, ma non per caso: 1) aggressività, è un Renate che è quasi sempre arrivato primo sulle seconde palle e vinto nei numerosi duelli aerei; 2) geometria, Ranieri è uno dei migliori play-maker che la serie C può offrire. Impressionante la sua continuità di rendimento; 3) velocità, Diana ha voluto dalla società l'assunzione di un suo preparatore di fiducia (prof. Esteban Anitua) e la freschezza atletica delle "pantere" sta indubbiamente ponendo il proprio marchio su questo terzo posto da difendere domenica dopo domenica. Bene oggi, e come spesso accade, le due corsie (Pizzul sempre più nella parte con l'ottimo -e decisivo- cross dalla sinistra), bene i due elementi più "creativi" quali Grbac e Galuppini, anche se la mira oggi ha detto no. L'unico no, peraltro, in un pomeriggio che ri-sistema un po' di cose. Con grande sollievo di mister Diana, cui il sollievo -per come lo conosciamo- durerà al massimo lo spazio di un sabato sera: ci scommettiamo anche l'esito di un derby(no) che già bussa alla porta. CHIAVE DI VOLTA DI UNA STAGIONE? 

La parte centrale della ripresa (Alessandria): davvero difficile riempire queste righe. Se consideriamo che l'occasione più nitida prodotta dai "grigi" è costituita da un tiro di Sartore al 15' grazie più ad un regalo del nerazzurro Marchetti che per effettivi meriti, allora è complicato attribuire un alloro. I due ingressi -Eusepi in attacco e Di Quinzio tra le linee- sembravano ad un certo punto dare un minimo di struttura ad una manovra offensiva fino a quel momento molto confusa, ma è chiaro che, per diversi motivi, i due non abbiano potuto cambiare di segno l'inerzia della partita. Una frazione di gara, durata il lasso di un quarto d'ora, in cui i "grigi" hanno provato sia con tiri da fuori sia con i traversoni. Troppo poco. E soprattutto poca precisione. Nella prima mezz'ora, giusto perché un nome va fatto, si era visto anche un Arrighini discretamente ispirato. Mano a mano che il sole calava, calava anche il pisano. FLEBILI SFUMATURE DI TOP

FLOP:

Qualche occasione sciupata (Renate): non sono mancate le occasioni, soprattutto in virtù (o a causa, dipende da quale città viene letto TuttoC.com) di una squadra ospite sbilanciata in avanti, è mancata un po' di mira. Il rischio di replicare la prova con l'Arezzo (pareggio del toscano Gori ad un minuto dal termine) è stato concreto sino al 94' perché qualche conclusione di troppo non ha trovato lo specchio. Un po' con Galuppini (forse troppo generoso e quindi poco lucido quando c'è da scoccare la freccia?), un po' con Grbac fin quando c'è stato, un bel po' con Plescia tanto efficace nelle sportellate quanto ancora "da sviluppare" sui palloni decisivi. Un aspetto che non si corregge con quattro allenamenti, ma con un lavoro di lungo termine. "Lavoro, lavoro, lavoro": una risposta che Aimo Diana, nemico dichiarato dei cliché calcistici, odia fornire. Lo scriviamo ugualmente, tanto siamo sicuri che il tecnico bresciano, a quest'ora, non ci legge: Alessandria è già il passato, il presente per lui è già ora. Si chiama Giana Erminio. E ALLORA ALLARGHIAMOLE 'STE PORTE!  

Manovra e aggressività (Alessandria): i "plus" renatesi costituiscono inevitabilmente anche le criticità evidenziate dai piemontesi. Centrocampo molto in affanno, errori di impostazione, a partire dalle rimesse del portiere. L'azione del gol è indice di una superiorità territoriale dei locali, con Pizzul per nulla marcato che ha tutto il tempo di recuperare un pallone servendolo per l'inzuccata di Guglielmotti: le colpe sono quasi più qui che nell'ambito del difficoltoso contrasto di Prestia al laterale panterino anche oggi goleador. Additare qualcuno più degli altri non avrebbe molto senso, è stata inequivocabilmente un'Alessandria davvero impacciata. E visto che, ad ogni modo, i "grigi" sono pur sempre in zona playoff, non esitiamo ad ipotizzare (chi scrive non segue abitualmente la blasonata compagine alessandrina) come la prova odierna costituisca probabilmente uno dei pomeriggi più difficili in questa prima metà (e un pezzetto) di stagione. Non può essere questo lo standard di una piazza che vorrebbe -giustamente- di più. Come, per una sconfitta di misura? Già, è strano, ma è davvero così. UN NUOVO PALLONE E' GIA' PRONTO MERCOLEDI': MENO MALE