Gaucci: “Perugia, ho sentito che dovevo tornare. Farò di tutto per salvarlo”

Riccardo Gaucci ripercorre il suo nuovo inizio a Perugia in un’intervista concessa a gazzetta.it, raccontando un legame che non si è mai spezzato. Figlio d’arte, ex capitano della Primavera e dirigente già a 21 anni, Gaucci ricorda persino l’esordio mancato in Serie A: “Durante la rifinitura, in un contrasto con Dicara, riportai una distorsione al ginocchio. Papà fu categorico: ‘Se non puoi giocare in A con la nostra maglia devi smettere’. Così diventai dirigente”.

Dopo anni lontano dall’Italia, il ritorno è arrivato lo scorso ottobre, quando il presidente Javier Faroni lo ha voluto per dare una scossa a una squadra reduce da sette sconfitte e due cambi in panchina nelle prime dieci giornate. “Quando il Ceo Herman Borras mi ha chiamato ho accettato subito. Il Perugia aveva bisogno anche di me”. Gaucci è diventato responsabile tecnico e, insieme alla nuova struttura societaria, ha scelto Giovanni Tedesco: “Serviva un allenatore esperto e pronto alla battaglia”.

I risultati non si sono fatti attendere: cinque gare utili consecutive nel girone B – due vittorie e tre pareggi – e ora la sfida alla Juventus U23. Una partita che rievoca inevitabilmente quel 14 maggio 2000: “Allora si giocava per lo scudetto altrui, oggi lottiamo per salvarci. Ma le emozioni restano: il diluvio del Curi, Collina, Mazzone e Ancelotti… Vincemmo con Calori e la Lazio prese il titolo”.

Il Perugia resta terzultimo, ma Gaucci vede segnali incoraggianti: “Vogliamo uscire dalle sabbie mobili e riportare il club dove merita. Con Tedesco ci conosciamo da una vita: ha indossato la fascia da capitano, ha segnato in finale di Intertoto. Era l’uomo giusto”.

L’obiettivo è chiaro, ma senza proclami: “Un passo alla volta. Dopo la chiamata della proprietà si è riacceso tutto l’amore che provo per questi colori. Farò di tutto per evitare la retrocessione”.