Pres Vis Pesaro: "Stellone resta. Sullo stadio le prospettive sono nere"

Conferenza stampa di fine stagione per Mauro Bosco, presidente della Vis Pesaro, che ha ripercorso l'annata vissuta dai biancorossi e rivendicato i traguardi raggiunti: "Abbiamo dimostrato di essere ad un livello tecnico adatto per ambire a sogni di gloria. Ce la siamo giocata alla pari con tutte, anche con Pescara e Ternana che si stanno giocando la Serie B. Non è stata un'annata casuale, anzi, con un po' di fortuna in più le cose sarebbero potute andare anche meglio. Abbiamo avuto tanti infortuni e nonostante tutto siamo riusciti a conquistare risultati eccellenti. Per come la vedo io, il vero traguardo storico è che la Vis finalmente è diventata una società ambita nel mondo calcistico. Quando sono venuto qui a Pesaro, convincere un giocatore o un membro dello staff, era un'impresa ardua. Abbiamo lavorato duramente in questi anni per sopravvivere e oggi siamo diventati una società ambita grazie ad anni di gestione solida. Non abbiamo mai dato problemi economici, ci è mancato solo il risultato sportivo che finalmente è arrivato ed era l'ultimo tassello che ci mancava".
Quali sono gli obiettivi nel medio-lungo periodo?
"Il primo è la sostenibilità, perché è il vero valore aggiunto nel calcio. Al di là degli episodi eclatanti di Taranto e Turris, sappiamo tutti quanto sia difficile anche solo iscriversi al campionato. Parlare di sostenibilità è facile a parole, più difficile nei fatti. Il nostro obiettivo è avere un indice di liquidità non superiore a 0,8 perché dal 2026 non si potrà più sforare quell'indice coprendolo con le fideiussioni. La riforma Zola è epocale e noi siamo i primi sponsor di questa riforma, perché farà capire ai club di Lega Pro che uno dei modi per essere sostenibili è investire sui giovani e sulla professionalità".
La Vis Pesaro deve pensare in grande?
"Noi abbiamo sempre pensato in grande, questo significava investire nelle infrastrutture e nelle figure dirigenziali. L'anno scorso abbiamo investito anche nel mister e nel suo staff e questo ci ha dato ragione. L'ultimo passo, per pensare in grande, ci deve essere una trasformazione culturale nella città. La tifoseria è qualcosa che mi rende orgoglioso perché ci è sempre stata vicina e ci ha fatto capire che è pronta per la crescita. Però mancano le altre componenti, gli sponsor ad esempio. Quando la squadra di basket ha perso il main sponsor, si sono mossi tutti per sopperire mentre quando è successo a noi non è successo nulla. Gli imprenditori del posto non hanno ancora capito cosa significa essere grandi. Abbiamo un centro sportivo completo, sul quale ho investito tantissimo e non ci fanno entrare perché manca un verbale di ultimazione lavori, il certificato di collaudo e l'attivazione della convenzione. Sono due anni che l'impianto è pronto e non riusciamo ad usufruirne per le solite grane burocratiche. Lo stesso vale per lo stadio, noi oggi ci siamo iscritti e abbiamo indicato Carpi come stadio. Dobbiamo ringraziare la città di Carpi e il Carpi Calcio se oggi abbiamo tutti i requisiti per fare la C. A Pesaro forse faranno l'ennesimo intervento tampone sullo stadio per le luci ma al momento non sappiamo nemmeno quante partite giocheremo lontano da qui. Noi ci abbiamo messo tanta professionalità, ma se mi fanno stancare non ci metto molto ad alzare i tacchi e andare via. In posti come Ancona o Ascoli mi accoglierebbero a braccia aperte per iniziare un progetto vincente".
Il caso Menga e il futuro del direttore sportivo
"Abbiamo sospeso il direttore per dargli la possibilità di difendersi. Dovrà dimostrare che non c'entra nulla con i fatti e che è stato solo un servizio montato ad arte per screditarlo. Da parte nostra non c'è la volontà di sostituirlo perché al momento è accusato, non condannato. I calciatori sono stati convocati dalle nazionali ma l'anno scorso militavano nelle Primavere e li conoscevano in pochi. Il nostro direttore li ha scovati , mi è sembrato corretto procedere con la sospensione però non si può giudicare una persona per questo. Aspetteremo il direttore e poi valuteremo cosa fare. Abbiamo la possibilità di aspettarlo perché siamo strutturati, abbiamo una dirigenza folta. Possiamo permetterci di aspettarlo a livello organizzativo, per quanto riguarda i contratti e gli accordi con i nuovi giocatori. Il legale rappresentante lo posso fare io oppure l'amministratore delegato. È vero che abbiamo un direttore sospeso ma questo non significa che siamo fermi o con le mani legate. Anzi, abbiamo già fatto il grosso del lavoro perché il direttore si era mosso nei mesi precedenti. Avevamo già visualizzato tanti ragazzi nella Serie D, in Eccellenza e nelle Primavere, il nostro è un database molto folto. Inoltre oggi la Vis è una società ambita e spesso sono i ragazzi a cercare noi, perché vogliono lavorare qui ed essere allenati da Stellone".
Il futuro di Stellone
"Per come la vedo io abbiamo già blindato il mister, quando è venuto qui gli abbiamo fatto 4 anni di contratto ed è qualcosa che difficilmente si vede in Lega Pro. Noi abbiamo sempre creduto in lui perché conoscevamo le sue qualità e non abbiamo mai fatto contratti così lunghi ai nostri precedenti allenatori. Inoltre abbiamo anche inserita una clausola rescissoria, che rende ancora più difficile per le altre società avvicinarsi a Stellone. Per noi l'allenatore è centrale nel nostro progetto e lo ha dimostrato con i fatti. Da parte nostra c'è tutta la volontà di rimanere a Pesaro e lui stesso ha ribadito di voler rimanere qui. Stiamo già dialogando per progettare il futuro e mancano solo le ultime formalità per proseguire insieme. Offerte irrinunciabili? Dovrebbero arrivare nelle prossime settimane perché a luglio iniziamo la nuova stagione. Deve capitare qualcosa di clamoroso perché Stellone non sia l'allenatore della Vis il prossimo anno. Le percentuali che rimanga qui sono del 90% in questo momento".
La situazione della rosa
"Per quanto riguarda i calciatori, il cammino è in discesa grazie alla programmazione fatta negli anni. La rosa è già in gran parte allestita perché abbiamo tanti giocatori sotto contratto. Leggevo di Pucciarelli e Cannavò in scadenza ma non è assolutamente vero perché entrambi hanno accordi lunghi. Proveremo a trattenere i giovani, anche se alcuni, come Coppola e Okoro saranno difficilmente trattenibili perché meritano di cimentarsi con categorie superiori. Noi non obblighiamo nessuno a rimanere, anche se c'è un contratto, perché se non c'è la voglia di rimanere non serve a nulla proseguire insieme. La maggior parte dei giocatori è felice qui e ha la volontà di crescere insieme. A differenza di altre annate, in cui siamo partiti con tutta la rosa da allestire, quest'anno abbiamo un gruppo già formato e abbiamo anche tanti giocatori in prestito in Serie D che torneranno a casa. Abbiamo anche dato giocatori in prestito in Serie C ed è la prima volta che ci è capitato. Palomba? Al momento non c'è la volontà di trattenerlo".
Il problema stadio
Le prospettive sono nere. Gli spogliatoi sono fatiscenti, i bagni sono inadeguati, così come la sala conferenze, l'area hospitality. Lo stadio è vetusto e non c'è nulla che funzioni, al momento sono state sistemate solo le luci ma quello era obbligatorio per iscriverci al campionato. Noi ricordiamo tutti i lavori che ci sono da fare al Comune ogni anno, ma la situazione rimane questa per ora. Lo stadio nuovo è qualcosa che mi terrorizza, perché in teoria ci vorrebbero 6-7 anni ma qui a Pesaro tutto è più lento e ce ne vorrebbero almeno 12. Si parla dello stadio nuovo per non pensare allo stadio attuale e così lasciamo marcire il Benelli. Ben venga lo stadio nuovo, ma nel frattempo qualcuno ci dovrebbe spiegare cosa fare durante i lavori di costruzione del nuovo impianto. Tra l'altro, mi domando cosa potrebbe succedere se dovessimo andare in Serie B. Se vogliamo essere lungimiranti, è il caso di fare qualche riflessione anche su questo tema".
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