Top & Flop di Torres-Carrarese

20.09.2023 22:25 di  Francesco Moscatelli   vedi letture
Zaccagno, TOP Torres
TMW/TuttoC.com
Zaccagno, TOP Torres
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Torres, Turris, qui se non hai un che di latino nel nome, una s sibilante sul finale, non vai da nessuna parte.

Tonnellate di parole agostane, ed eccoci qua. Non il Pescara, non la Carrarese, non il Perugia, non la Spal e nemmeno il Cesena. Men che meno la Juventus NextGen, sempre alle prese con gli alti e bassi della verde età. E' la Torres a guardare, dopo la quarta giornata, tutti dall'alto. Con merito, con dedizione, con la ribalta di alcuni singoli (Zaccagno certamente, ma non di soli guanti vive questa capolista). Soffrendo un po' nel primo tempo (perché se non sono sofferte, in fondo non sono vere vittorie), colpendo nella ripresa con un destro a giro molto bello di Ruocco e confermando il tabellino con un rigore trasformato da Scotto che vedeva già lì una Carrarese un po' in confusione. Un 2-0 che non dice tutto, anche se alla fine conta solo il risultato e la Torres è prima non per caso. Una bella realtà per una storia nobile che, prima o poi, ritorna sempre. Nell'economia di un cammino sul lungo termine, la squadra di Dal Canto non si può e non si deve demoralizzare perché per lunghi tratti i marmiferi sono stati oggettivamente superiori, almeno fino agli ultimi metri. Già, mancano gli ultimi: che sia una metafora da cogliere per continuare ad aggiungere preziosi mattoni?

Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nel match disputato questa sera allo "Vanni Sanna".

TOP:

Zaccagno (Torres): potremmo fare in modo che questo articolo sia costituito solamente dal presente paragrafo: non toglierebbe nulla al senso della partita. E' stata una Torres ordinata, non spettacolare. Buona, non esaltante. Concreta, non travolgente. Paradossalmente una vittoria quasi più da "grande squadra" (che aspetta e colpisce con chiurgica letalità) che da sopresa (ancora per questo settembre: da ottobre, se dovesse confermarsi, non più). Chi vince festeggia, ma è indubbio che quella folla di giocatori e staff rossoblu intorno al portiere padovano a fine partita non è solo per l'ultimo, trionfale atto (il rigore) ma anche per tutto ciò che il guardiapali scuola-Toro ha salvaguardato durante tutto il match. Almeno tre nitidissime occasioni: tralasciamo l'azione di Simeri (portiere più di istinto che di pensiero, su una correzione ad ogni modo troppo centrale), mettiamo il doppio Schiavi da fuori e Capello sul finale. Serata da incorniciare e non molto altro da dire: classe '97, è da un po' che bazzica i campi di serie C e un salto in avanti lo vedrebbe pronto. In B o in una C di alto profilo: magari, in questa C high-profile, c'è già e senza troppo accorgersene. Altri nomi positivi: cuore di capitano Scotto, uscito in un diluvio di applausi dopo un bel rigore ben calciato e Ruocco autore anch'egli di una realizzazione di ottima fattura. DATEGLI UNA (VERA) CHANCES 

Illanes-Schiavi-Panico (Carrarese): conta il risultato, ma quando si perde bisogna anche vedere come si perde. In questo momento essere in testa non vuol dire molto anche perché lo scorso anno la Carrarese era saldamente in testa e poi...eccoci qua, a scrivere anche quest'anno sempre per TuttoC.com. Quindi, al di là di una comprensibile amarezza, serve guardare oltre. Sarebbe stato preoccupando perdere senza scendere in campo, mancati protagonisti di una recita che doveva essere duetto e invece è stato solo un monologo. E invece, al di là della sera nefasta no: è una Carrarese che si è ricordata le battute che doveva dire e che ci ha provato ad imporre il proprio gioco in terra ostile, soprattutto nel primo tempo. Poi non entra e allora ecco la bilancia che pesa meriti altrui (che ci sono) e demeriti propri (che ci sono). Qualche faccia che ti fa dire comunque "SI". Illanes è veramente un difensore di categoria se non di più, spazzando via tutte le minacce con poca forma ma tanta tanta sostanza. Forse da centrale rende al massimo, in ogni caso il suo arrivo è un bel passo in avanti in una retroguardia che aveva bisogno di qualcosa di più. Schiavi è patrimonio di Carrara: è incredibile come sappia usare bene entrambi i piedi, soprattutto nelle conclusioni. E poi c'è chi si deve mangiare le mani perché, in fondo, l'attacco marmifero è stasera inevitabilmente nel mirino, ma non deve tacere i metri fatti su e giù dalla linea di centrocampo fino al fondo, a recuperare palloni e a smistarli con grande generosità: grande voglia di essere nel cuore della manovra per Panico che, nel suo essere attaccante di movimento, ha prodotto non poco, soprattutto nei suggerimenti. Anche lui deve fare di più, oggi non è bastato, ma è un lavoro che vedrà presto le sue gratificazioni. DIFFICOLTA' GIA' AFFRONTATE, LA VIA PER SUPERARLE E' NOTA 

FLOP:

Zecca, poi riabilitato dal rigore (Torres): punteggio pieno, 4 su 4, 9 reti segnate e 2 sole subite. Cosa voler chiedere di più? Nelle pagelle della Torres spicca un 9 (i 10 si danno solo alla carriera), un paio di 7,5 e poi tante belle sufficienze piene. Ha sofferto un po' Zecca la maggiore personalità di Cicconi in un duello targato 1997, ma il comasco è davvero una bella gatta da pelare e sono tanti i laterali destri che, ad una certa, capiscono che non è cosa per arrivare sul fondo ed è meglio limitarsi al compitino di contenimento. Si riscatta però il piacentino trovando il rigore che mette in sicurezza il punteggio per una Torres che, magari per poco o magari per molto tempo ancora, smentisce tutti i pronostici. Dal folto gruppo di favorite (e nel girone B c'è più gente abituata a stare in cadetteria che nella Terza serie) i rossoblu...no, non c'erano. E quando in testa c'è una sorpresa, in fondo per l'intero movimento è sempre una buona notizia. Più competitività, più stimoli, più spettacolo. BLA BLA BLA. TANTO POI DECIDE IL CAMPO 

Una mole importante di occasioni buttate (Carrarese): quando si va negli spogliatoi al termine del primo tempo chi non è di primo pelo e ne ha viste tante è mosso da un sinistro presentimento, soprattutto se conosce i suoi polli. E se quelle azioni non finalizzate ce le portiamo a casa sotto coperte inzuppate di lacrime? Ecco, basta un bel gol di Ruocco a riportare sulla superficie dell'acqua quella schiuma biancastra e maleodorante delle azioni buttate, di quel tap-in mancato di Simeri, di quella conclusione incerta dell'attaccante prestato dal Bari sparata addosso al portiere rossoblu (bravo eh! ma non qui) e di scelte sulla trequarti che richiedevano maggiore cura. Sui tiri da fuori no, quelli non vanno conteggiati perché c'è più la bravura altrui che la negligenza di chi veste un azzurro oggi bianco per l'occasione. Quelli torneranno a gonfiare una rete ed è anche ricordando questo aspetto che bisogna subito voltare pagina mantenendo fiducia nei propri mezzi. E poi ricordando come tanti nuovi arrivati non abbiano, parzialmente o del tutto, ancora espresso il suo potenziale: Belloni, Capezzi, lo stesso Morosini che deve andare oltre quel rigore che, anche se ininfluente, lo avrebbe aiutato ad inserirsi ancora meglio nelle dinamiche azzurre. Insomma, non pochi nomi. Insomma, non nomi banali. SOTTO CON L'OLBIA. SUBITO, A TESTA BASSA