Bertotto ridà identità al Picerno, ma i minuti finali pesano: il ritorno deciderà tutto
Alla fine del girone d’andata, il cammino dell’AZ Picerno invita a una lettura meno emotiva e più stratificata di quanto la fredda aritmetica possa suggerire. I numeri, messi in fila, sono chiari e non vanno aggirati, ma raccontano solo una parte della storia.
Con l’avvento di Valerio Bertotto, il Picerno ha raccolto 5 punti in 10 gare, segnando 11 gol e subendone 19. Nella precedente gestione De Luca, il bilancio era stato di 9 punti in 9 partite, con 11 reti realizzate e 16 incassate. Dati che, a una prima lettura, appaiono impietosi e che spiegano il perché di una classifica meno sorridente rispetto alle attese.
Eppure fermarsi qui sarebbe riduttivo. Perché il cambio di guida tecnica non è stato solo un avvicendamento in panchina, ma l’inizio di un percorso che ha mostrato segnali evidenti sul piano della prestazione. Il Picerno visto nelle ultime settimane è una squadra più presente nella partita, più riconoscibile nell’assetto, capace di stare dentro il gioco con continuità e di proporsi da protagonista, anche contro avversari di spessore.
La società, non a caso, ha accompagnato il nuovo corso con interventi mirati sul mercato degli svincolati: Marcone tra i pali, Bellodi e Gemignani in difesa, Baldassin in mezzo al campo. Innesti pensati per dare struttura ed esperienza, funzionali a un’idea di squadra più compatta e organizzata. Sul piano del collettivo, qualcosa è cambiato: oggi il Picerno appare più squadra di quanto non fosse nella prima parte di stagione.
Restano però delle criticità che continuano a pesare, e una in particolare emerge sopra le altre. La difficoltà nel gestire i minuti finali - dall’85’ in poi, recupero compreso - è diventata una costante negativa. Punti persi quando il risultato sembrava acquisito, partite riprese dagli avversari nel momento in cui serviva lucidità e malizia. Una lacuna strutturale che il cambio di guida tecnica non è ancora riuscito a colmare e che incide in maniera diretta sul bilancio complessivo.
È qui che si colloca la riflessione, più che il giudizio. Bertotto ha dato un’identità, ha restituito ordine e senso collettivo, ma il calcio di Serie C vive di dettagli e di risultati. E se la prestazione oggi convince più del passato, il tabellino continua a chiedere risposte.
La sensazione è che il Picerno si trovi davanti a un bivio silenzioso, senza processi né scadenze annunciate. Il DG Greco osserva, valuta, misura il percorso nella sua interezza. Il girone di ritorno dirà se la crescita del gioco riuscirà finalmente a tradursi in punti o se, inevitabilmente, si apriranno altre riflessioni sulla guida tecnica. Con equilibrio, come è sempre stato nello stile del club.
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