Giugliano, Improta: "Capuano persona molto intelligente che capisce di calcio"
Nel secondo episodio del podcast “Fuorigioco – Oltre il Campo”, Riccardo Improta ha ripercorso i primi giorni della sua nuova avventura al Giugliano, tra ricordi di carriera, aneddoti personali e ambizioni future. Fresco di arrivo, l’ex Benevento si è mostrato sereno, disponibile e motivato, tracciando fin da subito un legame forte con l’ambiente gialloblù e con una squadra che sta conoscendo passo dopo passo.
Improta spiega come l’impatto con il nuovo gruppo sia avvenuto mentre sta recuperando la condizione dopo un lungo stop. “Sono qui da nemmeno due settimane, ho fatto sei-sette allenamenti e sto riprendendo la forma dopo due mesi e mezzo senza lavorare in gruppo.” Il feeling con la squadra, comunque, è già positivo: “Piano piano sto conoscendo tutti. Ho giocato cinque-sei minuti a Bergamo e una mezz’ora nell’ultima partita: sto entrando nel ritmo.”
Raccontando le sue origini calcistiche, Improta torna a Pozzuoli e alla Puteolana, il club dove da bambino ha mosso i primi passi. “Gli ultimi tre anni prima del professionismo li ho fatti alla 1909 di Gennaro Fiore. Ero piccolissimo, ma è lì che ho iniziato davvero.” La maturità sportiva arriva poi a Benevento, dove ha vissuto stagioni indimenticabili tra Serie B e Serie A. Tra queste, una data resta scolpita: il gol alla Fiorentina del 15 novembre 2020. “È stato il gol più bello. Era il periodo del Covid, mia moglie era incinta e ci tenevo tantissimo a dedicare una rete. Ho un quadretto a casa: quel momento è un’emozione enorme.”
Dell’esperienza in massima serie ricorda la qualità degli avversari affrontati. “Ho avuto l’onore di giocare contro tantissimi campioni. La Juve di Pirlo con Ronaldo, l’Atalanta di Ilicic… forse lui è quello che mi ha impressionato di più.” Molto significativi anche i ricordi di Benevento, soprattutto nell’anno della promozione con Pippo Inzaghi: “L’anno dei record è stato incredibile. Ho giocato quasi tutte le partite da protagonista, vincere da giocatore di proprietà è stato speciale. Sono molto legato alla città.”
Parlando della sua nuova realtà, Improta sorride di fronte ai paragoni con compagni “precisini” incontrati in passato: “Per ora non ne ho trovati qui. C’è un gruppo molto simpatico, più leggero rispetto ad altri.” Colpisce anche il giudizio sulla sua nuova guida tecnica, Capuano: “È una persona molto intelligente che capisce di calcio. Prima ancora di averlo come allenatore lo stimavo già. È uno con cui andrei tranquillamente a mangiare una pizza.”
La chiusura è dedicata al futuro, con un pensiero su ciò che vuole dare al Giugliano. “Sono venuto qui perché ho ancora tanta voglia nel calcio. Dopo i trent’anni sembra che sei finito, ma io voglio dimostrare il mio valore come uomo e come calciatore. Sognare è la cosa più bella che ci sia. Prima il rispetto della maglia e del gruppo, poi provare ad arrivare il più in alto possibile.”
Infine, una curiosità più leggera: “Ho perso il conto dei tatuaggi, saranno più di quindici. La schiena è piena, il braccio anche. Ho un leone, la tigre ancora no… magari la farò a fine stagione con un grande obiettivo raggiunto.”
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