Cellino l'unica alternativa a Cellino in casa Brescia. Fra azionariato popolare che non decolla e freddezza degli imprenditori locali

07.06.2023 00:00 di Tommaso Maschio   vedi letture
Cellino l'unica alternativa a Cellino in casa Brescia. Fra azionariato popolare che non decolla e freddezza degli imprenditori locali
TMW/TuttoC.com

Nonostante dopo la retrocessione le sue uniche parole siano state “non ho l'energia per commentare quello che sta succedendo. Per fare questo lavoro ci vuole entusiasmo e tanta passione e io ho ultimato tutte le scorte residue", Massimo Cellino sembra essere l’unica alternativa a Massimo Cellino in casa Brescia. L’attuale numero uno da tempo pensa di passare la mano, anche per i forti contrasti con la piazza esplosi in maniera fragorosa nel corso e dopo la sfida contro il Cosenza nei playout, ma parole a parte non ha mia dato seguito con i fatti a questa volontà di lasciare. Anche perché da parte dell’imprenditoria locale le risposte sono sempre state molto fredde con l’unica alternativa rappresentata dall’idea di un azionariato popolare, avanzata dall’avvocato-tifoso Alberto Scapaticci, che però rappresenta un’idea che non ha praticamente mai fatto presa nel nostro calcio.

Così come l’ipotesi di un crowdfunding aperto a piccole imprese e singolo individui non sembra poter avere maggiore fortuna. E così la ripartenza dalla Serie C, con una remota ipotesi di riammissione in Serie B in caso di estromissione della Reggina, sembra destinata a essere guidata ancora da quel Cellino che in questa stagione ha fatto tutto il possibile per retrocedere con una gestione scriteriata degli allenatori, alcuni dei quali come Aglietti e Possanzini durati appena due giornate, e dei dirigenti che hanno tolto serenità a una squadra costruita per altri obiettivi e che non è riuscita nel suo complesso a cambiare mentalità per uscire dalle sabbie mobili della zona retrocessione.

Da qui l’ipotesi di ricomporre una coppia di successo come quella formata dal ds Renzo Castagnini e dal tecnico Silvio Baldini che a Palermo ha fatto faville raggiungendo un traguardo, la promozione in Serie B, che sembrava essere molto lontano. Ma anche qui l’ostacolo potrebbe essere proprio la presenza di Cellino visto che l’allenatore non sarebbe intenzionato ad andare alla corte di un presidente considerato un mangiallenatori, poco incline a lasciare autonomia ai suoi sottoposti sia sul mercato sia nello schierare le formazioni.