Dal Governo una settimana in più per le tasse. Ma a un certo punto vanno pagate. Un allenatore africano vince in Italia: bisognava aspettare la C

21.11.2022 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Dal Governo una settimana in più per le tasse. Ma a un certo punto vanno pagate. Un allenatore africano vince in Italia: bisognava aspettare la C
TMW/TuttoC.com

Sei giorni in più per pagare le tasse. È il regalino di novembre del Governo, che in qualche modo dimostra una certa attenzione - mai troppa, ma chissà che Abodi non possa cambiare davvero le cose - nei confronti del mondo del calcio e dello sport in generale. Con il decreto aiuti-quater pubblicato in Gazzetta Ufficiale pochi giorni fa, infatti, l'esecutivo ha spostato di sei giorni, dal 16 al 22 dicembre, i termini per versare i contributi già precedente sospesi. Al netto della necessità di un intervento federale per evitare incertezze interpretative (e sappiamo bene quanto in passato siano state una mannaia non da poco), questo dovrebbe consentire ai club di scavallare, seppur di poco, la temutissima scadenza di metà mese, evitando sanzioni.

Un po' di ossigeno, sull'onda lunga di aiuti e sospensioni nati con la pandemia e giustamente richiesti a gran voce anche dalla Lega Pro, pure con la sua abile attività di mediazione rispetto al mondo della politica. Peccato però che a un certo punto finirà e qui, se da un lato si registra qualche passo avanti sul tema della riforma, in molti/troppi continuano a ignorare la gigantesca bolla che si sta formando e prima o poi rischia di esplodere. Sospensioni e rinviii aiutano a tirare a campare, ma prima o poi le tasse vanno pagate, tutte. Anche quelle che magari vanno parecchio indietro nel tempo. E se molti club sono stati abbastanza previdenti, o solidi, e hanno evitato di crearsi addosso gravami pesantissimi, questo non vale per tutti. Così, a meno di una pace fiscale che qualcuno invoca, qualcun altro sogna e qualche altro vede come una colossale ingiustizia, il tanto chiacchierato taglio delle squadre professionistiche rischia di farlo l'erario prima o poi: da un lato chi sa e può permettersi di fare calcio nel 2022, dall'altro chi non ha preso il pallone come un'azienda seria.

Per tornare al campo, bisognava aspettare la Serie C per avere un allenatore africano in Italia. Qualche tempo fa avevano fatto parecchio scalpore le dichiarazioni di Clarence Seedorf, che ha detto una verità indiscussa: quanti allenatori africani ci sono in Italia? In generale, quanti grandi allenatori dal continente nero ci sono in giro per l'Europa? Non vogliamo semplificare tutto, ci possono essere e ci sono tante altre spiegazioni logiche, storiche, economiche: quello che volete. Ma un sostanziale pregiudizio di fondo è difficile negarlo. In Puglia, un po' per caso e tanto per intuizione, la piccola Fidelis Andria ha puntato su Diaw Doudou, senegalese classe '75 che in Italia ha giocato per anni e poi è passato dall'altra parte del campo. Da allenatore della Primavera ha preso il ruolo ad interim, ora ha vinto la sua prima partita in campionato. È bravo, è scarso, è un predestinato, è lì per caso? Sono tutte domande a cui dovrà e potrà dare una risposta nel corso della sua carriera: il fatto che ne abbia una è già una notizia. Ci voleva la Serie C.