Finalmente soldi da Roma: ossigeno, ma anche responsabilità. Rimanda che ti rimanda, tamponi ma non risolvi. Houston abbiamo un problema: gli arbitri

24.05.2021 01:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Finalmente soldi da Roma: ossigeno, ma anche responsabilità. Rimanda che ti rimanda, tamponi ma non risolvi. Houston abbiamo un problema: gli arbitri
TMW/TuttoC.com

Ci sono voluti mesi di lavoro, alla fine il risultato è arrivato. Il decreto Sostegni-bis, lo avete già letto su queste pagine, è ossigeno allo stato puro per il mondo del calcio, nello specifico (nel senso che qui ci interessano quelli) per i club di Serie C. Ci è voluto del duro lavoro, e in questo senso complimenti al presidente Ghirelli e agli altri presidenti del Comitato 4.0, per far sì che a Roma ci si decidesse a superare un atavico pregiudizio nei confronti del pallone e più in generale dello sport. Spesso visto come ricco e viziato, anche se non è sempre (e in C quasi mai) davvero così. I soldi portano ossigeno, ma anche responsabilità, l’ho scritto già in passato: incassati i sostegni, il calcio dovrà esserne all’altezza. I tempi per l’attesa riforma sembrano decisamente sfumare, almeno per la prossima stagione. Eppure ci si dovrebbe muovere, se dopo un anno così non si cambia c’è qualcosa che non funziona. Sotto questo profilo, attenzione anche ai rinvii decisi negli ultimi tempi dalla FIGC e dalle sue componenti. Norme anti-crisi, prima gli stipendi di un mese, poi anche le tasse di un po’ di tempo in più. Misure inevitabili per consentire di respirare a club che annaspano, a tutti i livelli. Ma il campanello d’allarme va tenuto acceso: è un rinvio, non la soluzione a tutti i problemi. Rimanda che ti rimanda, se non s’interviene alla base i pesi restano e alla fine si accumulano. In sostanza, bene così, ma occhio a pensare che il conto a un certo punto non andrà saldato.

I playoff, in corso di svolgimento, raccontano tante storie, anche da questo punto di vista. Una su tutte, quella della Feralpisalò che batte il Bari. Una piccola piazza a cospetto di una delle più grandi città d’Italia, che in C non ci azzecca nulla. Ma perde, tra i vari motivi perché in Lombardia fanno le cose bene da anni, coniugano valori tecnici a sostenibilità e solidità economica. A volte essere “piccoli” aiuta, ma sono società come questa, quelle da prendere come esempio. I playoff raccontano queste storie, ma anche un grosso problema che abbiamo. I fischietti. A prescindere dalle recenti vicissitudini interne al movimento arbitrale, su cui non m’addentro, il livello è basso e questa è una cosa su cui intervenire. Chi prima chi dopo, protestano tutti. Per questo, per esempio e guardando ai playout, giudico eccessive le parole di Bucaro. Immaginare sospetti e complotti è facile, ma scaricare le responsabilità per una stagione storta (la terza di fila, tra l’altro) sulle decisioni arbitrali non è la soluzione. D’altra parte, alle dietrologie ci si arriva perché ci sono delle decisioni discutibili e spesso inspiegabili: avviene, purtroppo troppo spesso. La verità è che c’è un grandissimo lavoro da fare per alzare il livello, unica soluzione per allontanare la cultura del sospetto.