Il fatto della settimana - Profondo rossoalabardato, come in un film horror già visto: la Triestina riscopre la paura del fallimento

Una montagna di debiti, difficile da scalare, rischia di far sparire ancora una volta dalla mappa geografica del calcio italiano una delle società dal passato più glorioso. L'imminente data del 6 giugno viene vista con grande apprensione dalla città intera, entro tale termine dovranno essere saldate le pendenze per garantire l'iscrizione al prossimo campionato di Serie C. In ogni caso, la Triestina ripartirebbe azzoppata da un pesante fardello dovendo ereditare la maxi-penalizzazione di 9 punti in classifica ricevuta pochi giorni fa per le inadempienze di questa stagione conclusa con una sofferta salvezza ottenuta in zona Cesarini dopo un combattuto playout contro il meno blasonato Caldiero Terme.
Il perdurante silenzio sul tema della proprietà made in USA non è un segnale benaugurante, per evitare il finale peggiore servono 5 milioni subito e poi, a quanto pare, altri 2,2 per rimettersi in pari con i pagamenti arretrati. I tempi sono davvero stretti, le flebili speranze di salvataggio sono appese a un filo molto sottile. Intanto il centro di coordinamento ha scelto di revocare il comodato d'uso del marchio al club rossoalabardato, avvalendosi di una clausola inserita a suo tempo nel contratto. Le istituzioni stanno provando a fare la loro parte per scongiurare un altro doloroso fallimento.
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