IL CALCIO SI FERMA PER IL VIRUS: UNA SCELTA GIUSTA PER IL BENE DELLE PERSONE. AVELLINO, BASTA PROROGHE. SERVE UNA DECISIONE. RIPESCAGGI: LA POSIZIONE DEL CONSIGLIO DI STATO NON CANCELLA L'INGIUSTIZIA

26.02.2020 00:00 di Luca Bargellini Twitter:    vedi letture
IL CALCIO SI FERMA PER IL VIRUS: UNA SCELTA GIUSTA PER IL BENE DELLE PERSONE. AVELLINO, BASTA PROROGHE. SERVE UNA DECISIONE. RIPESCAGGI: LA POSIZIONE DEL CONSIGLIO DI STATO NON CANCELLA L'INGIUSTIZIA

“Con il Coronavirus non si gioca” titolava ieri il quotidiano spagnolo Marca. Una scelta, quella del foglio di Madrid che, sfruttando l’impegno di Champions League del Barcellona col Napoli, era volta a raccontare ciò sta avvenendo nel nostro paese. Una situazione, che al netto degli eccessi di paura tipici di momenti così particolari, ha prodotto qualcosa di epocale: ha fermato il calcio.

Sembrerà una cosa folle misurare la difficoltà del momento vissuto da un paese in base al numero di partite disputate, ma questa è la realtà. Quella che, giusto per fare un esempio davvero epocale, neanche immediatamente dopo l’attacco dell’11 settembre 2001 vide lo stop alle competizioni. Nè in Italia né il tutto il Vecchio Continente.



Su queste basi vedere la Serie A che gioca a porte chiuse, la B che prenderà una posizione definitiva in queste ore e la C che ha già deciso di rinviare le prossime due giornate di campionato assume un valore ben definito. E non è neanche giusto stare a sindacare se tali scelte siano più o meno eccessive. Ciò che conta è che per una volta si sia agito in maniera sistemica, per il bene delle persone, dei tifosi, prima che dei club. Perché sia rinviando i match che disputandoli a porte chiuse la perdita economica è chiara ed evidente per tutte le parti in causa. Ma poco importa. Grazie al cielo.

In tutto questo uragano di eventi ad Avellino continua a tenere banco la questione societaria. Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato di come Circelli e Izzo fossero arrivati al punto di non ritorno. Le scadenze incombono e con loro il rischio di essere penalizzati. Al tempo stesso, però, la decisione della FIGC che ha concesso ai soci del club irpino altro tempo per presentare la documentazione necessaria per dimostrare la propria solvibilità bancaria (incartamenti obbligatori dalla scorsa estate) ha nuovamente allargato il margine vitale ad una situazione che rischia di essere esplosiva. Anzi lo è già perché ha inciso in maniera pesante sulla stagione dei lupi, con la squadra che prova ad affrontare le difficoltà al meglio e una dirigenza che continua ad essere cambiata con una frequenza imbarazzante.

Infine, fedeli all’adagio che vuole il passato trovare sempre la strada per ritornare, ecco che nelle ultime ore si è nuovamente palesato il tema dei mancati ripescaggi in Serie B di Novara, Catania, Robur Siena, e Ternana. Una questione annosa che affonda le radici nelle scelte unilaterali della lega cadetta di riformare il campionato a seguito della scomparsa di Bari, Avellino e Cesena nell’estate 2019. Una scelta che il Consiglio di Stato nelle scorse ore ha definito legittima ma che non può e non deve cancellare quello che a tutti gli effetti rimane un sopruso nei confronti non solo di quattro piazze importanti come quelle citate, ma anche di un intero sistema come quello della Lega Pro.