Il ritorno dei tifosi e quell’esagerazione di derby vietati. Bari, che brutti quei fischi. All’improvviso le plusvalenze: breve lista di altri segreti di Pulcinella

01.11.2021 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Il ritorno dei tifosi e quell’esagerazione di derby vietati. Bari, che brutti quei fischi. All’improvviso le plusvalenze: breve lista di altri segreti di Pulcinella
TMW/TuttoC.com

“Derby del genere sono da fare con il pubblico perché chi vive lo stadio sa che l’effetto magico di questo bellissimo spettacolo si ha solo con i tifosi che si beccano simpaticamente con gli sfottò”. Riparto dalle considerazioni di Antonio Colantonio, presidente della Turris, allegro per aver battuto la Juve Stabia, un po’ meno per non averlo potuto fare davanti ai tifosi avversari. Quello tra le formazioni campane è soltanto l’ennesimo caso di scontro vietato ai tifosi ospiti. È successo, per fare alcuni esempi, in Bari-Foggia, Messina-Palermo, Reggiana-Carrarese, Foggia-Monopoli. E la lista, sommando i divieti a limitazioni di altro tipo, può continuare ancora, di sicuro lo farà nel corso della stagione.

Abbiamo aspettato per mesi il ritorno dei tifosi, soltanto per tenerli a casa nelle partite più calde? Nel lungo periodo di calcio dimezzato (o anche meno) dalla pandemia, l’assenza degli spettatori è stato un dato ricorrente. Tanto per cominciare, è stato un grosso problema economico per i bilanci delle società. Che da questo brutto periodo avrebbero potuto capire quanto sia poco sensato contare, come fonte di guadagno principale, su un aspetto così aleatorio, ma questo è un altro discorso. Non solo i club, però: un po’ tutti ci siamo rifugiati nella retorica che “il calcio senza tifosi non è calcio”. Ora che, non ancora al cento per cento ma quasi (e tanto al cento per cento non ci arriverà mai nessuno), i tifosi possono tornare allo stadio, non è un’esagerazione tenerli fuori così spesso?

C’è uno sforzo da fare, per riprendersi questo periodo perduto, e lo devono fare anche le autorità. C’è un problema molto pratico e noioso sugli eccessivi costi - in questo momento - del servizio di stewarding, su cui non vi annoierò. Ma c’è anche una questione di coraggio e di organizzazione: c’è bisogno che tutti si faccia di più per ridare al pallone la cornice che merita, anche nelle serate più complicate da gestire. Tenere fuori non è una soluzione.

A proposito di partite calde, vola il Bari, anche oltre il Catanzaro. La vittoria sui calabresi, probabilmente l’unica squadra in grado di insidiare davvero il primo posto dei ragazzi di Mignani, è una mezza ipoteca su un campionato ancora lunghissimo. È arrivata in una cornice stonata. Non tutto il San Nicola ha fischiato, ma una buona parte sì, Pietro Cianci, un ragazzo di Bari che non gioca nel Bari perché altri (in maniera legittima, sia chiaro) hanno deciso così. Quanto a lui, sarebbe rimasto volentieri, ci ha sperato fino all’ultimo, poi il mercato è andato in una direzione, il Bari ha fatto altre scelte senza provarci mai davvero, oggi gioca (bene) per il Catanzaro. È tornato a casa, e si è trovato fischiato: non da tutti, ma da molti. Non lo meritava.

Postilla sul caso che interessa di straforo anche la Serie C. Quello delle plusvalenze gonfiate, un po’ vaso di Pandora e un po’ segreto di Pulcinella. Come finirà questa inchiesta chi lo sa, di sicuro è molto difficile - se non impossibile - contestare qualcosa per una valutazione estremamente soggettiva. È il bello del capitalismo, il prezzo lo fa il mercato. Dalla prospettiva della C, testimonia come spesso la terza serie serva alla A anche per i suoi malaffari, o i suoi affari non proprio regolari. Un motivo in più, se volete, per ragionare a sistema, pure se non è quello che metteremmo al primo posto. Per agevolare il lavoro di chi indaga, una breve lista di altri potenziali scandali:

i direttori sportivi che fanno il mercato per 3-4 squadre;

le società che fanno affari sempre con gli stessi agenti;

gli allenatori sponsorizzati;

gli allenatori che hanno il procuratore. Cioè tutti: sarebbe vietato ma la multa è così ridicola che se ne fregano. Per me non c’è nulla di male, ma allora non sarebbe meglio legalizzarlo? E magari vigilare nei casi in cui sia casualmente lo stesso agente dei calciatori poi allenati dagli stessi tecnici;

i compensi irrobustiti da rimborsi spese;

la compravendita di procure.

Sono solo alcune idee, a voi libera scelta.