La corsa del calcio per salvarsi: oggi fermarsi non è la soluzione. La Ternana scappa: a Bari troppe cose non funzionano

Il punto del direttore Ivan Cardia
16.11.2020 00:00 di  Redazione TC  Twitter:    vedi letture
La corsa del calcio per salvarsi: oggi fermarsi non è la soluzione. La Ternana scappa: a Bari troppe cose non funzionano
TMW/TuttoC.com

Altro giro, altra corsa. Altro nugolo di rinvii, ci si sono messe stavolta anche le luci: non si offenda nessuno a Imola, un guasto può capitare, ma qui si starebbe sempre parlando di un campionato professionistico (e lo 0-3 pare inevitabile). Per il resto, il solito nemico invisibile, che gonfia il fronte dei club che valutano di buon occhio l’idea di fermarsi, almeno per un po’. Fondamentalmente perché risparmierebbero nell’immediato, e se consideriamo le difficoltà nel fare fronte all’onere stipendi (per chi l’ha fatto…) si può anche capire. L’idea non dispiace neanche a vari osservatori, anche se non è ben chiaro quali sarebbero le garanzie che dicendo stop per un mese poi si possa ripartire in tutta tranquillità: vaccini annunciati a parte, nessuno può prevedere che il virus sparirà in così poco tempo.

Rispetto a marzo, però, ritengo che siamo in una fase completamente diversa. La salute non può passare mai in secondo piano, ma questo è il momento di tenere duro, buttare già la testa e provare ad andare avanti. Tra i rinvii, le difficoltà, i costi legati ai protocolli, ma andare avanti. Come se fosse una corsa per salvarsi, che poi è quella in cui è impegnato tutto il calcio. Il collasso è dietro l’angolo, l’hanno detto chiaro e tondo sia Dal Pino che Ghirelli. La Serie A può salvarsi con i fondi di private equity, la Lega Pro ha due strade: o che, incassati questi soldi, dall’alto ci si ricordi che una struttura piramidale funziona se la base regge, oppure che il governo a un certo punto batta un colpo anche per il calcio professionistico. Senza polemiche, ma anche senza ipocrisie: stiamo parlando della locomotiva dello sport italiano. Quanto all’ipotesi di dire stop, anche solo per un po’, siamo sicuri che poi si riuscirebbe a ripartire? Altro discorso è valutare una rimodulazione del calendario, ma sul punto ho già scritto la settimana scorsa.


Andiamo sul campo. La Viterbese ha finalmente un allenatore: non Caneo, con cui aveva pensato di sostituire inizialmente Maurizi e che non l’ha presa benissimo (sempre meglio di chi ha salutato, che non è stato esonerato perché positivo al Covid ma  è stato pur sempre esonerato mentre era positivo al Covid, e non è stata una grandissima pagina di calcio), bensì Taurino. In bocca al lupo. La Cavese pure, è solo questione di ore per la firma di Maiuri. Al sud abbiamo la prima capolista in fuga, più o meno. Il Teramo può riavvicinarsi, il Bari è virtualmente comunque a -4. Ma la Ternana piazza una zampata non da poco al San Nicola, nel segno di quel piccolo grande capolavoro che sta portando avanti Lucarelli. Quanto al Bari, la squadra biancorossa ha giocato quasi sempre male, in questa stagione, non è una novità. Non dà l’impressione di essere stata costruita per il progetto di Auteri: corre meno di quanto dovrebbe e crea poco. Ci sono alcune incongruenze che stanno diventando sempre più evidenti e alla fine ha quei 3-4 calciatori di categoria superiore che potrebbero portarla in B, ragion per cui spera di cavarsela così. L’anno scorso non c’è stato il lieto fine.