Lecco, non chiamatelo miracolo. La "zona Foggia" e la scelta del Benevento di ripartire da un predestinato
TMW/TuttoC.com
Ancona prima, Pordenone poi. Con autorevolezza e con un gioco efficace e fruttuoso soprattutto lontano dalle mura amiche. Parlare di favola o di miracolo significherebbe sminuire un percorso sportivo fatto invece di organizzazione, competenza e bel gioco. L'editoriale di oggi si apre inevitabilmente con un focus sul Lecco, splendida realtà della Lega Pro capace di ribaltare ogni pronostico e di dimostrare a tante presunte big come si possa far calcio a certi livelli anche senza spendere cifre astronomiche e con giocatori di categoria ma affamati preferiti al nome ad affetto che fa vendere gli abbonamenti ma spesso non incide. Chi ha seguito la regular season, del resto, non può restare stupito. 62 punti, terzo posto a pari merito col Pordenone, 28 risultati positivi e un piazzamento migliore di Padova e Vicenza. Bravi tutti, a prescindere da come finirà. Il successo di Cesena, con circa 350 persone al seguito, è emblema di coraggio, determinazione, mentalità. Non si vince in uno stadio caldissimo e storico come il Manuzzi per caso, la prova dei ragazzi di Luciano Foschi è stata un mix di organizzazione tattica, superiorità fisica e cinismo, fino alla lotteria dei rigori che ha premiato chi, nei 180 minuti, non ha mollato mai. Nemmeno quando i romagnoli conducevano 2-0 in trasferta e ci si poteva rassegnare all'eliminazione. A proposito del Cesena, altra cocente delusione per mister Toscano. Sin dai primi minuti si è avuta la sensazione di un approccio soft alla partita e della volontà di gestire il vantaggio senza alzare i ritmi. A questi livelli e con una posta in palio così alta non è ammissibile, dopo lo 0-1 c'è stata tanta confusione al punto che i giocatori di maggiore esperienza e qualità sono andati a sbattere contro un autentico muro. L'anno prossimo occorrerà una rosa più lunga per competere per il vertice, probabilmente ha pesato l'assenza di alternative allo stesso livello dei titolari. Spettacolo nell'altra semifinale. E non poteva essere altrimenti quando si affrontano Zeman e Rossi che, per antonomasia, sono fautori di un gioco offensivo e propositivo. I rossoneri l'hanno riacciuffata per i capelli, segnando due volte in zona Cesarini proprio come accaduto con Cerignola e Crotone. Piccoli, grandi segnali per una società che, dopo il primo ko per 4-1, ha avuto il merito di trasmettere un messaggio di positività ad un ambiente che ora potrà fare la differenza. All'andata ci aspettiamo uno Zaccheria stracolmo e uno spettacolo decisamente di categoria superiore, senza divieti sarà esodo anche in campo esterno. I pronostici dicono Foggia e, con il Lecce salvo e il Bari ad un passo dalla A, parlare di Puglia felix non appare un azzardo. Per Rossi, dopo anni un po'altalenanti, sarebbe una gioia immensa e una sorta di remake di quanto accaduto nel 1994 alla guida della Salernitana. Per Zeman, invece, l'onore delle armi e la consapevolezza di aver trasformato una squadra in caduta libera in un gruppo capace di eliminare in scioltezza una big come l'Entella e un ottimo avversario come la Virtus Verona segnando tanto e mostrando trame di gioco che in C sono merce rarissima. Si ripartirà da lui che, alla sua età, ha mostrato una fame e un entusiasmo invidiabili e da applaudire. Ma contro il Foggia era dura, sia con Gallo sia con Rossi questa squadra ha mantenuto ritmi altissimi al punto da cancellare la falsa partenza con Boscaglia e l'interregno Somma che certo non era stato esaltante. In bocca al lupo alle due finaliste, capaci di onorare lo sport e di entusiasmare due piazze ovviamente differenti, ma che stanno vivendo l'attesa dell'ultimo atto con la medesima adrenalina. Quanto alla prossima stagione, fa piacere che un dirigente esperto come Perinetti abbia deciso di ripartire da una piazza come Avellino. Al suo fianco ci sarà un dirigente ambizioso come Condò, siamo certi che questo tandem garantirà il salto di qualità atteso invano dai tifosi nell'ultima stagione in un girone, quello meridionale, formato anche da Crotone e Benevento. Dopo Carli, i giallorossi hanno ufficializzato l'arrivo di Andreoletti e l'ex Pro Sesto ,tra i più giovani della categoria, dovrà confermarsi in un contesto diverso e scottato dall'incredibile retrocessione. Le credenziali sono ottime, per qualcuno è lui il nuovo De Zerbi. La sensazione è che non poteva esserci scelta migliore, coerente con le caratteristiche del nuovo progetto.
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IL PUNTO di Marco Pieracci
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