Non capisco cosa stia succedendo VOL. 2. Meno di una settimana alle presidenziali e ci sono solo attacchi. Zero proposte concrete. Almeno i club hanno qualche informazione in più su cui decidere?

03.02.2023 00:00 di Luca Bargellini Twitter:    vedi letture
Non capisco cosa stia succedendo VOL. 2. Meno di una settimana alle presidenziali e ci sono solo attacchi. Zero proposte concrete. Almeno i club hanno qualche informazione in più su cui decidere?

Oramai mi sto convincendo sempre di più di non essere in grado di capire certe cose. Nonostante i tentativi non ci riesco. Zero. Devo farmene una ragione. A cosa mi riferisco? Al fatto che a sei giorni dall'elezione del nuovo presidente della Lega Pro si sia passati dal silenzio più totale alla sovraesposizione mediatica. Il tutto ovviamente legato ai due candidati alla poltrona in ballo: Marcel Vulpis e Matteo Marani.

Pochi minuti dopo la conclusione della conferenza stampa di presentazione della candidatura del giornalista di Sky, ex direttore del Guerin Sportivo, il vicepresidente uscente non si è tirato indietro dal proporre via social alcune invettive verso il rivale in merito alle sue posizioni professionali con varie testate. Senza entrare nel merito dei dubbi sollevati mi chiedo: era necessario iniziare la campagna elettorale su questi temi? Soprattutto per un campionato che arriva da un momento critico come la bocciatura di una riforma strutturale che ha portato alle dimissioni dell'ex presidente Ghirelli? Questo è quello che non capisco.



Anche perché di proposte vere e proprie per il futuro della Lega Pro non se ne sono praticamente viste arrivare. Da nessuno dei due contendenti. Ok alla necessità di una riforma, alla concertazione stessa con le altre leghe e la FIGC, alla sostenibilità dei costi per i club etc etc. Una musica già sentita. Le modalità per ottenere certi risultati, però, quali sono? Anche perché si parla spesso di un legame di fiducia da ricostruire anche col pubblico della C che oramai da anni soffre più per i problemi extracampo che per le prestazioni dei propri beniamini. Quale modo migliore se non giocare a carte scoperte? Continuo a non capire.

Ciò che spero, in conclusione, è che almeno le 59 società chiamate ad esprimersi il prossimo 9 febbraio a Roma (ricordiamo che la Juventus Next Gen non ha diritto di voto) abbiano più certezze rispetto alle mie. Anche se penso ci voglia davvero poco. La "pelle" in gioco è primariamente la loro.