REGGINA, LA RIVINCITA DI TAIBI. FLOP MODENA E LE TARANTELLE DI ZIRONELLI. MONZA-MONTOLIVO NON S'HA DA FARE. CAPOLINEA RIETI. QUELL'ALLENATORE CHE NON FACEVA GIOCARE PETKOVIC IN C...

07.11.2019 00:00 di Nicolò Schira Twitter:    vedi letture
REGGINA, LA RIVINCITA DI TAIBI. FLOP MODENA E LE TARANTELLE DI ZIRONELLI. MONZA-MONTOLIVO NON S'HA DA FARE. CAPOLINEA RIETI. QUELL'ALLENATORE CHE NON FACEVA GIOCARE PETKOVIC IN C...
TMW/TuttoC.com

Nessuno come lei. È la Reggina l'unica imbattuta in Lega Pro dopo 13 giornate. Solo la Juventus nel panorama professionistico italiano non ha mai perso come gli amaranto, ma rispetto ai calabresi ha giocato 2 gare in meno. Numeri che autorizzano sogni di gloria in riva allo Stretto. Merito di Massimo Taibi, che si sta prendendo una bella rivincita dopo la scorsa tribolata stagione. Un via-vai di giocatori e allenatori confusionario conclusosi con il mancato accesso ai playoff. Una delusione cocente che aveva fatto circolare a maggio i nomi di alcuni direttori sportivi pronti a rimpiazzare l'ex saracinesca amaranto. Unica nota lieta in un campionato mediocre l'avvento al timone del club di Luca Gallo. Il patron romano è diventato un autentico idolo social della tifoseria reggina, tanto da essere imitato anche dal comico Gennaro Calabrese. Una parodia che spopola su YouTube. D'altronde di motivi per cui sorridere, dopo tanti anni amarissimi (tra cui il fallimento e conseguente ripartenza dai Dilettanti), a Reggio ce ne sono parecchi. A partire dal tandem Gallo-Taibi che ha riacceso l'entusiasmo di una città. Sembra di essere tornati indietro di 20 anni, quando c'erano Lillo Foti e Gabriele Martino. Gli artefici dello storico salto in Serie A nel 1999. La B può diventare realtà grazie al lavoro di Taibi che sul mercato non ha sbagliato una mossa, costruendo una rosa perfetta per il 3-5-2 targato Mimmo Toscano. Anche il trainer calabrese, ritrovata l'aria di casa, è tornato ai fasti degli anni d'oro con Cosenza e Ternana. Le parentesi deludenti di Avellino e Salò sono state cancellate. L'aria di mare gli ha fatto bene, tanto che le cene con il suo staff e il team manager Matteo Patti sono diventate un cult su Instagram. A testimonianza del clima di giovialità che regna nei dintorni del Granillo. In campo poi brillano Simone Corazza (13 reti per il Joker amaranto), Nicola Bellomo (talento puro, mai esploso del tutto dai tempi di Bari) e i vecchietti terribili German Denis e Reginaldo. Sulle fasce esperienza e gioventù con Garufo, Rolando, Rubin e Bresciani. Il tutto condito da vecchi califfi come Guarna, De Rose, Gasparetto e Rossi. Insomma, una rosa forte in tutti i reparti e con parecchie alternative: l'ideale per arrivare fino in fondo. Solo il Bari per nomi ed esperienza è superiore ai calabresi, che però, al momento, sono nettamente più avanti sia per punti sia per identità. D'altronde il legame tra la città e Max Taibi è di quelli speciali. Nel 2000 proprio da Reggio ripartì la carriera da calciatore del portiere palermitano dopo la delusione vissuta con il Manchester United. 18 mesi ruggenti e passati alla storia anche grazie al gol segnato di testa (con un'incornata da centravanti di razza) contro l'Udinese. Adesso Taibi vuole scrivere un'altra pagina indimenticabile per la sua Reggina: riportarla in B. Una bella rivincita anche per lui dopo il burrascoso addio al Modena targato Caliendo. Sarà un caso, ma dopo l'uscita di scena dell'ex portiere i gialloblù hanno imboccato la strada disastrosa culminata nella sparizione a stagione in corso nel 2017 dopo quattro gare perse a tavolino. Una delle pagine più nere vissute da questa categoria. 

Restando in casa Modena, ci sorge un interrogativo. Chissà se Mauro Zironelli ogni tanto ripensa a quel pomeriggio di fine giugno, quando ha detto no al Pordenone. Facciamo un passo indietro. Estate 2018: il patron neroverde, Mauro Lovisa, ha l'accordo sulla parola con il tecnico reduce da una spumeggiante annata al timone del Mestre. Mancano solo le firme che appaiono però essere una mera formalità. E invece quel pomeriggio Zironelli dà letteralmente buca al Pordenone, mandando i dirigenti friulani su tutte le furie. Lovisa ripiega (si fa per dire, visto che sarà l'affare più grande della sua vita da presidente) su Attilio Tesser e nove mesi dopo festeggia una storica promozione in B. Zironelli invece si accasa prima al Bari (15 giorni prima della mancata iscrizione alla B) e poi trova la scialuppa di salvataggio Juventus U23. Un naufragio visto che i bianconeri deludono e non staccano neppure il pass per i playoff. In estate la ripartenza dall'ambizioso Modena ripescato in C. Il gioco e i risultati di Mestre appaiono al momento solo un lontano ricordo. Tanto che domenica in caso di sconfitta a Fano l'ex centrocampista della Fiorentina potrebbe addirittura rischiare l'esonero. E pensare che - se quel pomeriggio di giugno avesse mantenuto la parola data al Pordenone - oggi si starebbe godendo un posto al sole in B...

Questo matrimonio non s'ha da fare, avrebbe detto il Manzoni. Riccardo Montolivo e il Monza non sono promessi sposi, nonostante le voci incessanti delle ultime settimane. Con Fossati e Rigoni i biancorossi sono già al completo in cabina di regia e l'ex capitano del Milan sta seriamente valutando la possibilità di appendere gli scarpini al chiodo. Niente operazione romantica dunque per Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, che a dir la verità non hanno neppure corteggiato Montolivo per i biancorossi. Almeno recentemente. L'unico tassello da pescare tra gli svincolati rispondeva al nome di Gabriel Paletta come vi abbiamo raccontato settimana scorsa. Due anni e mezzo di contratto che hanno fatto vacillare e convinto l'italo-argentino a ripartire dalla terza serie del calcio italiano dopo l'esperienza in Cina con lo Jiangsu. Il mercato in entrata, almeno fino a gennaio dove potrebbe arrivare una punta, si chiude qui per l'armata di Brocchi sempre più leader e dominatrice del girone A. L'unico dubbio su quel torneo riguarda i punti di vantaggio con i quali taglierà il traguardo il Monza: saranno più o meno di 12?

Più scontato del primato del Monza è invece il rischio sparizione per il Rieti. Sia chi scrive sia i tanti colleghi che si occupano di Serie C sanno che il club laziale ha un piede nella fossa. Le settimane trascorrono inesorabilmente e il leit-motiv non cambia. "Nik vedi che qua non hanno pagato mezzo stipendio", "Non hanno un euro quelli del Rieti", "Manco hanno i soldi per pagare la trasferta, figurati se pagano gli stipendi", "Non arrivano a fine anno". Questi sono soltanto alcuni dei WhatsApp ricevuti dal sottoscritto negli ultimi giorni. Chi sono stati a mandarceli? Si dice il peccato, ma non il peccatore. Naturalmente tutte persone, tesserati, operatori e addetti ai lavori che gravitano in orbita Rieti. Domenica la squadra (e ne hanno tutte le ragioni) potrebbe non presentarsi a Vibo per la gara di campionato. Si era già rischiato di vivere una situazione del genere un mese fa prima della gara con la Sicula. Nulla è cambiato. E per l'ennesima volta gli stipendi di luglio e agosto (circa 200mila euro) non sono stati saldati e tantomeno la fideiussione è stata cambiata. Tante le promesse fatte e finora non mantenute dalla proprietà ItalDiesel (al comando dallo scorso 15 ottobre), che proprio in queste ore sta passando la mano. O meglio così tiene a far sapere. A chi? Per ora il delirante comunicato del club è a dir poco criptico ed ermetico. Senza tralasciare che l'ex proprietario Riccardo Curci ha diffidato ItalDiesel dal vendere club a terzi. Tradotto: tecnicamente la cessione del club non può avvenire senza il placet di Curci, che aveva ceduto la società con riserva e la clausola di potersela riprendere qualora ItalDiesel non avesse adempiuto agli impegni assunti al momento dell'accordo. Ovvero pagamento degli emolumenti e il cambio della fideiussione. Impegni disattesi. Inevitabile quanto legittimo che molti calciatori - stufi di queste manfrine illusorie - possano liberarsi tramite la messa in mora della società. Già avviati in tal senso i contatti con gli avvocati dell'AIC, che oggi saranno in città. Attendiamo sviluppi, anche se abbiamo già materiale a sufficienza per scrivere - se non un libro - almeno un bignami sulle tristi vicende e disavventure che stanno vivendo calciatori e dipendenti del club. Speriamo in un miracolo last minute come nei film, ma il destino - giorno dopo giorno - appare abbastanza segnato. Una storia al capolinea. Qualcuno salvi il Rieti e sopratutto paghi gli stipendi! 

PS Vi lascio con un piccolo quiz: chi è quell'allenatore attualmente in carica in Serie C che qualche anno fa in Lega Pro non faceva giocare (che abbaglio!) Bruno Petkovic (ieri sera in gol in Champions League e nazionale croato), ritenendolo non all'altezza? Aspetto le vostre risposte su Instagram @NicoSchira.