Taranto, le lacrime del tifoso che commuovono il web: il calcio sia della gente! Avellino, senza B sarebbe un flop clamoroso

17.02.2024 00:00 di  Luca Esposito  Twitter:    vedi letture
Taranto, le lacrime del tifoso che commuovono il web: il calcio sia della gente! Avellino, senza B sarebbe un flop clamoroso
TMW/TuttoC.com

Editoriale di oggi che si apre con un focus sul Taranto e su quel video da brividi che sta spopolando sul web. Vedere un tifoso di 84 anni che, in diretta televisiva, piange come un bambino temendo di non poter più vedere la squadra del cuore a causa della nota vicenda stadio è un qualcosa che tocca il cuore di tutti e che ha strappato applausi e consensi da parte degli appassionati di tutt'Italia. Un'altra lezione a chi dice che siano soltanto "undici uomini in mutande che corrono dietro ad un pallone". Sappiano, costoro, che se questo pallone continua a rotolare e a regalare emozioni lo si deve esclusivamente a gente come Carmine che, da una vita, sottoscrive l'abbonamento per spingere i rossoblu e dare il suo contributo in termini di passione ed entusiasmo. Quando si prendono decisioni, di qualunque genere, si tenga sempre conto del sentimento popolare e del fatto che, senza tifosi, lo sport non avrebbe alcuna ragione d'esistere. Il problema a Taranto è piuttosto serio e l'SOS lanciato dal tecnico Capuano in conferenza stampa potrebbe scuotere una classe politica invitata a trovare una soluzione e a mettere la squadra in condizioni di lavorare al meglio. "Abbiamo già pagato abbastanza, disputando gare a porte chiuse: chi mi dice che, con il pubblico a favore, non avremmo fatto qualche punto in più? Sto nel calcio da una vita, non ho mai visto un ostracismo del genere da parte di una amministrazione comunale. Un giorno non volevano nemmeno farci allenare, ero pronto a chiamare i carabinieri" ha detto il mister, sempre più idolo di una piazza che avrebbe voglia di godersi una stagione sin qui eccellente senza pensieri d'altro genere. Non se la passa meglio un'altra pugliese.

Neanche il tempo di raccontare un'altra bella storia di sport (con mister Roselli che, in lacrime, annuncia le sue dimissioni ma viene riconfermato per volontà di calciatori e dirigenza) e di celebrare il pari d'oro sul campo della capolista Juve Stabia, che la società esce allo scoperto denunciando difficoltà gestionali che mettono a repentaglio il futuro del club e la serenità dell'ambiente. "Ci hanno lasciati soli" il campanello d'allarme, conferma del fatto che spesso il passaggio da dilettantismo a professionismo rischia di essere croce e delizia a fronte della grossa differenza di spese e degli incassi risicati. L'auspicio è che tutto possa risolversi per il meglio e che non si vada incontro all'ennesima estate rovente. Sul piano tecnico, è stato un turno interlocutorio. La Juve Stabia fa 0-0, spreca la chance per tornare in fuga ma le altre non hanno fatto meglio. L'1-1 del Benevento contro un Cerignola davvero ottimo fa meno rumore del 2-2 dell'Avellino a Potenza. Se la discontinuità dei giallorossi è giustificabile (perchè ripartire dopo una retrocessione è difficile per chiunque e l'anno d'assestamento va messo in preventivo), sarebbe davvero un flop clamoroso se i lupi non andassero in B. Gli investimenti fatti a luglio e a gennaio non equivalgono a una classifica importante e anche Pazienza rischia l'esonero se non dovesse far risultato nel fine settimana dopo due clamorosi ko interni senza esprimere un minimo di gioco. Stesso discorso per il Catania, con i tifosi etnei che abbandonano gli spalti in anticipo in segno di protesta. Poco o nulla si può dire a una società che ha preso gente di categoria superiore (l'ultimo in ordine cronologico è Ndoj), evidentemente l'arrivo di Lucarelli non ha garantito la scossa sperata. E anche in questo caso è una situazione da monitorare.

Negli altri gironi, invece, i giochi sembrano fatti. Il Cesena, battendo l'Arezzo con un'autorete al termine di una prova grigia, conferma che è il suo anno. Trionfo più che meritato per una squadra che ha tenuto il passo della Torres nel girone d'andata e che si appresta a tornare in quella categoria persa, di recente, per motivi extracalcistici. Da segnalare la bella scenografia in curva Sud dedicata a Pantani. Salta invece la panchina della Recanatese, con Pagliari che resta comunque artefice di un miracolo sportivo e parte fondamentale della storia del club. A Pescara le cose non vanno meglio. Zeman (al quale auguriamo il meglio, previsto un nuovo ricovero in ospedale) sta assistendo all'involuzione di una squadra che crea tanto, spreca troppo e viene punita dai soliti errori difensivi. Ne approfitta, con un pizzico di fortuna, la Spal. E per Di Carlo sono due su due da quando ha ripreso il timone. Fa ancora meglio Calabro a Carrara: quarta vittoria di fila. Nel girone A è ormai cosa fatta per il Mantova, ad oggi superiore al Padova e capace di accantonare il bel gioco per puntare sulla concretezza. La Triestina del dopo Tesser è un pianto greco, in coda non riesce proprio a risollevarsi l'Alessandria che, di questo passo, si candida ad essere la prima retrocessa senza passare per i playout.