INTERVISTA TC - Ambrosi: "Pisa e Catania da rinforzare, ok Juve Stabia"

04.01.2019 07:30 di Claudia Marrone Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Ambrosi: "Pisa e Catania da rinforzare, ok Juve Stabia"
TMW/TuttoC.com
© foto di Andrea Rosito

Una vita spesa nel calcio, con importanti esperienze tra Serie B e C, in un calcio, quello degli anni '90 e inizi anni 2000, sicuramente molto diverso dal momento attuale. Ma le passioni non si abbandonano, e Alessandro Ambrosi, ex attaccante tra le altre di Monza, Pisa e Juve Stabia, continua a seguire quello che è da sempre il suo mondo.
Ai microfoni di TuttoC.com è proprio lui a tracciare un bilancio del momento attuale, mercato incluso.

Un campionato zoppo, tante gare ancora da recuperare. Si può tracciare un bilancio?
"Credo che soprattutto il Girone A sia condizionato da quanto accaduto in estate, non sono stati ancora espressi i valori reali di un raggruppamento che a ora risulta falsato, ma proprio in quel gruppo posso dire che dal Pisa mi aspettavo qualcosa in più, la realtà è che le squadre che stanno avanti non hanno niente in più ai nerazzurri, che potrebbero occupare altre posizioni: vediamo quello che sarà adesso con il mercato, niente è compromesso, neppure la promozione diretta".

Posizioni di vertice che sono occupate dalla Juve Stabia, altra formazione che ben conosci.
"Non è una squadra che mi sorprende, lo dissi in tempi non sospetti che sarebbe stata l'outsider del girone. Ho avuto modo di vedere le Vespe nel ritiro di Fiuggi, ho parlato con mister Caserta, e sul campo ho poi visto tutto quello che già avevano espresso: certo, nel loro raggruppamento c'è il Catania, ma Castellammare è un ambiente esplosivo, diventa dura adesso fare punti laggiù".



Percorso anomalo quello del Monza, paradossalmente in calo con l'avvento del duo Berlusconi-Galliani.
"Il Monza, che da sempre ha ottimi rapporti con il Milan, ha iniziato bene, questo è innegabile, ma è anche vero che Berlusconi e Galliani non hanno la bacchetta magica: quest'anno è dura fare un campionato di vertice, specie poi con il Pordenone che viaggia a ritmi altissimi, ma da qui a qualche anno credo che gli obiettivi saranno raggiunti".

Da chi dobbiamo aspettarci qualcosa in particolare sul mercato?
"Credo dal Catania, che dopo la lezione dello scorso anno vorrà correre ai ripari, e spero dal Pisa. Ma in Serie C, con un certo campionato, è dura far colpo importanti, specie poi nella sessione di riparazione, e a ogni modo non sempre il colpo a effetto cambia gli eventi. In particolar modo adesso, con squadre già fatte ed equilibri esistenti, si vedrà la bravura dei direttori sportivi".

A proposito di grandi colpi, in estate tanti big, attaccanti soprattutto, sono scesi in C senza però rendere per come si credeva. Perché?
"Il discorso è semplice. Quando un attaccante, dopo un certa carriera, scende di categoria, dà per scontato che possa fare la differenza, ma di fenomeni nel calcio ne esistono 2 o 3 e giocano in Serie A. Chi è molto bravo, e scende di categoria, deve calarsi bene in una mentalità diversa, l'atteggiamento supponente non va bene".

E' stato l'anno dell'Under 23, o Squadre B. Cosa è stato finora di questo esperimento?
"Le formazioni U23 sono solo un palliativo imposto dalla Federazione per riempire i buchi dei club che hanno difficoltà, e che in C sono tanti. Ma non vedo la loro utilità, se un ragazzo è bravo a 18 anni è pronto a giocare, non occorre dirottarlo nelle Squadre B, anche perché la C non ti proietta in immediato in Serie A, lo scalino è troppo alto. Alla fine credo siano state solo la dimostrazione che la Juventus ha una mentalità che va oltre quella italiana".