INTERVISTA TC - Atzori: "Cinque esoneri? In Italia l'allenatore conta poco o nulla

28.09.2022 21:00 di Raffaella Bon   vedi letture
INTERVISTA TC - Atzori: "Cinque esoneri? In Italia l'allenatore conta poco o nulla
TMW/TuttoC.com
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

L'ex tecnico dell'Imolese Gianluca Atzori, attualmente alla guida della formazione maltese del Floriana, è intervenuto ai microfoni di TuttoC per fare un'analisi di queste prime giornate di campionato, partendo dalla proposta della Lega Pro di giocare le gare in tarda mattinata: "Credo che sia una novità che mi incuriosice, non ho mai giocato al mattino, se non all'ora di pranzo. Vedremo cosa verrà fuori da questo essperimento, ma è una novità che mi piace".

Cosa ne pensa del Girone A?
"Ci sono quelle quattro squadre come Padova, Pordenone, Novara e Feralpisalò che hanno iniziato col passo di chi vuole vincere. Non sarà facile per nessuno, ma direi che la partenza di tutte è stata positiva e importante".

Come valuta il percorso di Paci alla Pro Vercelli?
"Credo che all'inizio di un percorso non sia mai facile, anche se uno parte in discesa può essere frutto della circostanza: se poi quella discesa viene confermata, vuol dire che c'è un'idea consolidata, quindi la mano dell'allenatore è indispensabile. Detto questo, la Pro Vercelli ha le potenzialità per disputare un buon campionato".

La prossima gara metterà di fronte il Novara al Vicenza.
"Credo che sia una partita da andare a vedere, sicuramente il match più interessante del Girone A".

Dopo cinque giornate ci sono già stati tanti esoneri.
"Come volevasi dimostrare, in Italia non si da tempo a nessuno: bastano tre risultati storti e già sei sulla graticola. In Italia l'allenatore conta poco o nulla, dispiace dire questo, ma è la verità. Sono pochissimi i dirigenti e le società che hanno la pazienza di aspettare l'allenatore che hanno scelto".

Un'analisi su tre delle sue ex squadre ora invischiate tra i dilettanti: Catania, Ravenna e Pistoiese.
"Per quel che riguarda il Catania, gli auguro di tornare tra i professionisti, perché credo che oggi ci sia una società forte e fatta di persone serie, che io conosco molto bene. E' stata la mia prima squadra in Serie A e lì ho dei ricordi indelebili. Ravenna è la mia città adottiva, quindi auguro anche a loro di tornare tra i pro, così come la Pistoiese, perché ha rappresentato un periodo della mia vita molto difficile, anche se quando sono arrivato lì sono stato accolto benissimo e ho lasciato molti amici".