INTERVISTA TC - Castella: "Legnano 2 volte ko, C dovuta per Pro Sesto"

14.05.2020 10:45 di  Valeria Debbia  Twitter:    vedi letture
Carmine Castella
TMW/TuttoC.com
Carmine Castella
© foto di Pro Sesto

Pro Sesto in cerca dell'imprimatur ufficiale riguardante la promozione in Serie C, dato il primato nel Girone B di Serie D per di più a 4 lunghezze di distanza dalla prima inseguitrice Legnano, contro cui i biancocelesti hanno anche il doppio scontro diretto a favore. Il presidente Gabriele Albertini aveva parlato nei giorni scorsi della necessità di un provvedimento che legittimi il ritorno in terza serie del club sestese dopo dieci anni dalla retrocessione tra i dilettanti e dal conseguente fallimento. I microfoni di TuttoC.com hanno quindi intercettato il socio e dirigente biancoceleste Carmine Castella: "Penso che sia una promozione dovuta, durante l'anno siamo quasi sempre stati primi in classifica, certo non è un dato che dovrebbe darci il diritto alla C, perché penso anche che si dovrebbero terminare i campionati, ma non ci sono le condizioni. Se cristallizzano le classifiche, siamo primi a 4 punti dalla seconda. Quale sarà la decisione, noi ci allineeremo. Di sicuro ogni decisione provocherà contenti e scontenti. Per ora noi dovremmo essere quelli contenti".

In questo momento c'è in atto una discussione profonda in tutte le leghe, ma è giusto ricordare che la ratifica di ogni decisione dovrà essere data dal Consiglio federale.
"Penso che in Lega Pro ci sia poco da discutere, viste le situazioni delle capolista. Io sono stato in passato vicepresidente del Monza, nel 2015 sotto la presidenza di Nicola Colombo. Sono un tifosissimo del Monza e colgo l'occasione per fare i complimenti al direttore Pippo Antonelli che era con me il primo anno in Serie D. L'anno scorso in una chiacchierata brevissima con Adriano Galliani, mi aveva detto quale sarebbe stato l'epilogo e se lo meritano tutto. Bisogna solo fare complimenti ad Adriano Galliani che, insieme a Silvio Berlusconi, ha portato lustro alla categoria, così come si può dire di Rosso a Vicenza. Ci dovrebbero essere più persone come loro in Lega Pro. Col Monza in Serie B, la Serie C perde un grande appeal: quando giocano i brianzoli è come se giocassero Galliani e Berlusconi. E' il Real Madrid della Serie C".

L'emergenza sanitaria potrebbe avere ripercussioni fatali sul mondo del calcio. Proprio per questo sono in atto discussioni anche riguardanti ipotetiche riforme: dalla C d'élite con un campionato semiprofessionistico a fare da cuscinetto prima dei dilettanti all'ultima proposta di una B a 40 squadre.
"Penso che non ci siano le condizioni in questo momento. Secondo me ogni categoria deve rimanere tale. Queste cose devono essere pianificate col tempo. Siamo a metà maggio e e tra 15 giorni si svincolano i giocatori, le squadre entro la prima settimana di luglio devono già perfezionare la loro iscrizione al prossimo campionato. Io sono un dirigente di Serie D da più di dieci anni e so che qui non c'è possibilità di applicazione dei protocolli sanitari. Se a settembre ci dovessero essere ancora vincoli sui protocolli, forse è persino meglio che la D riparta ad ottobre. Già le società fanno fatica, ora hanno bisogno di agevolazioni. Anche la Lega Pro vive difficoltà economiche, ma in C è probabilmente più semplice ripartire a settembre. Tornando alle riforme, per me oggi non c'è il tempo per metterle in atto. Poi bisogna anche pensare ad evitare ricorsi e tribunali: se si pensa a riforme che escludono delle squadre che ritengono di avere diritti, si finisce l'estate in tribunale. Io sono uno pro riforme, ma le squadre devono essere avvisate per tempo: se investi per un certo obiettivo e poi non ti viene riconosciuto, è logico che lotti per ottenerlo. Già c'è l'emergenza sanitaria, non puoi penalizzare le società oltremodo. Io ho sempre accettato le conclusioni date delle regole, ma in questo momento non siamo pronti".



Parla di ricorsi: è quello che già si teme, dopo che l'assemblea di Lega Pro ha proposto il merito sportivo attraverso la media punti per la quarta promossa in B. Posto che, come già ricordato, tutto dovrà essere ratificato dal Consiglio federale.
"Secondo me la quarta promossa potrebbe essere decisa da un mini-playoff tra le seconde classificate dei tre gironi. La discussione in atto, infatti, verte sul fatto che non c'è lo stesso numero di partite giocate, oltre che alcune di queste hanno affrontato le sfidanti alla vetta ed altre invece quelle in lotta per la salvezza: il calcio lo viviamo tutti, quando uno viene penalizzato si attacca agli alibi. Nessuno vuole esserlo per una regola ad hoc, che vale solo per il momento storico".

Nei rapporti tra Serie C e Serie D si sta discutendo molto della proposta riguardante il blocco dei ripescaggi.
"E' un altro punto dolente: ci sono squadre come Prato e Foggia a un punto dalla capolista, ma con uno scontro diretto ancora da giocare. E' difficile dire chi sia la prima in classifica in queste condizioni: il Prato è stato primo fino alla penultima partita giocata prima dello stop, il Foggia se avesse la possibilità di incontrare il Bitonto magari potrebbe mettere tutti a tacere con una vittoria. Non ci sono distanze tali da dire che la classifica è scontata. Noi, invece, abbiamo giocato lo scontro diretto col Legnano proprio prima dello stop e lo abbiamo vinto: siamo a 4 punti e con entrambi gli scontri diretti a favore. Noi siamo primi e abbiamo battuto il Legnano due volte. Ci sono gironi dove gli scontri diretti sono ancora da giocare e potrebbero favorire le seconde. Ma torniamo sempre al discorso iniziale: ci saranno contenti e scontenti".

L'emergenza sanitaria ha portato ad una crisi economica che si rifletterà sulle iscrizioni dei club alla prossima stagione.
"Penso che ci vorranno delle agevolazioni per l'iscrizione, magari riducendo la quota o facendola pagare in parte. Sicuramente dopo 3-4 mesi di inattività, gli sponsor si sono persi, altri si perderanno perché avranno i loro problemi interni e non potranno più dedicarsi al calcio come prima. Nei dilettanti, inoltre, bisogna ricordare che è tutta farina del sacco dei presidenti o degli sponsor, non ci sono contributi come la Legge Melandri. Mi permetto quindi di concludere con un in bocca al lupo a tutte le società: in questi anni ho conosciuto tante realtà e mi dispiacerebbe che l'anno prossimo qualcuno non possa tornare sui campi. Spero che tutti possano essere ai nastri di partenza".