INTERVISTA TC - Colombo: "Pro Sesto, la nostra una salvezza miracolosa"

02.11.2022 17:45 di  Raffaella Bon   vedi letture
INTERVISTA TC - Colombo: "Pro Sesto, la nostra una salvezza miracolosa"
TMW/TuttoC.com

Il direttore sportivo Jacopo Colombo, intervistato da TuttoC.com, dà uno sguardo d'approfondimento al Girone A e non solo.

Iniziamo dal Girone A e dalla capolista Renate.

“Personalmente me l’aspettavo così avvincente, c’è molto equilibrio e lo si vede. Il Renate? È una favola solo per chi un li conosce, sono un esempio da seguire”.

Il segreto per far bene in categoria partendo da un mister giovane?

“Premetto una cosa: tutti siamo partiti senza esperienza, quella si fa cammin facendo e non ci nasci. Per me non esiste mister nuovo o vecchio, devono essere le persone giuste per la squadra giusta. Gli allenatori vanno aiutati e bisogna farli lavorare, purtroppo oggi ci sono dei fattori che non devo spiegare certo io che spesso fa si che questo non accada. Spesso lavorano con annuali e non si sentono tutelati, come del resto anche i direttori, mi viene da ridere quando sento parlare di progetti. Per la mia piccola esperienza oggi i mister si lamentano un po’ troppo della squadra, devono concentrarsi a far crescere i giocatori , visto le poche risorse economiche, perché se un DS lo sceglie e perché crede che sia il più bravo”.

Parlando di sorprese e giovani, sta facendo benissimo l'Arzignano.

“L'Arzignano ha un direttore molto bravo ed ha alle spalle una società seria che fa lavorare, non sono sorpreso”.

A deludere sono Triestina e Vicenza.

“La Triestina ha deluso anche l'anno scorso, adesso bisogna far lavorare la nuova proprietà e il mister. Vicenza per me è la squadra più forte, forse si deve inserire un po’ nella categoria ma per me resta l’organico migliore. Stanno pagando qualche errore individuale, se si “sporcassero” un po’ sono ancora i favoriti”.

Tante le panchine saltate finora.

“In Italia non c’è programmazione, poi ovvio che a pagare per primi siano sempre gli allenatori. È più facile scaricare le responsabilità che stare seduti ad un tavolo e trovare le soluzioni. Nel calcio ci naviga troppa gente che non c’entra nulla. È un'azienda vera ma non è un’azienda normale: se lo fosse non potresti farti influenzare da due sconfitte senza vedere il lavoro mensile. Spesso vince chi non merita e questo non lo insegno certo io”,

Favorevole all'anticipo delle gare alle 14:30?

“Il calcio spezzatino non mi piace, ma ormai è così. Nell'anticipare l'orario ci sono cose positive: più gente allo stadio, lavoro per i bar, si spende meno di utenze… insomma la partita si gioca lo stesso e gli introiti potrebbero aumentare”.

E all'ipotesi sui nuovi gironi?

“Mi affascina”.

Diamo uno sguardo al passato e parliamo della sua Pro Sesto.

“Grande lavoro del DS, conosco bene l’ambiente. È stato molto bravo a inserire quello che mancava, Sesto non è una piazza semplice. Forse qualcuno non ci mette più becco, questo è il mio pensiero. Poi non dimentichiamoci che ci sono uomini prima ancora che giocatori importanti, solo così ci siamo potuti salvare l’anno scorso. Credetemi, è stato un miracolo per quello che ho visto fuori dal campo. Nel girone di ritorno abbiamo fatto 23 punti, alla fine di quello d’andata nessuno lì dentro avrebbe scommesso 50 centesimi sulla nostra salvezza”.

Tornasse indietro avrebbe fatto una scelta diversa?

“No, non sputo mai nel piatto dove ho mangiato. Io sono fatto così, sono una persona molto di pancia e so quello che voglio. Credo di averlo sempre dimostrato e di aver raggiunto il massimo che le capacità economiche societarie permettevano. Sono fatto così, o mi ami o mi odi, ma per fortuna i fatti mi hanno sempre dato ragione”.