INTERVISTA TC - Dametto: "Olbia? Mi porterò dietro cose belle e brutte"

02.07.2018 06:00 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Dametto: "Olbia? Mi porterò dietro cose belle e brutte"
TMW/TuttoC.com
© foto di Sandro Giordano

Niente è per sempre, probabilmente neppure più i diamanti. Nella vita ormai tutto ha un termine, seppur sofferto, ed ecco quindi che due giorni fa, con il 30 di giugno, anche le strade dell'Olbia e di Paolo Dametto si sono separate. I microfoni di TuttoC.com hanno contattato il difensore, attualmente svincolato, che ha parlato della sua esperienza nella compagine gallurese e del momento del calcio italiano. 

Dopo tre anni la separazione: come si è arrivati all'addio con l'Olbia?
"A gennaio ci siamo incontrati più volte con il direttore, gli ho espresso la mia volontà di arrivare a scadenza ma poi di non rinnovare, nonostante avessi ricevuto chiamate interessanti proprio nel mercato invernale. Mi piace però finire il lavoro iniziato. Tutto qui".

Cosa cancelli e cosa ti porti dietro da questa esperienza?
"Cancellerei sicuramente il periodo che abbiamo passato nel primo anno di C, quando dopo un girone di andata strepitoso, nel ritorno, abbiamo fatto una lunga serie di risultati negativi, per poi salvarci all ultima partita ad Arezzo. Porto invece dietro tutto, perché ogni cosa aiuta a crescere e a maturare, soprattutto le situazioni negative e c’è ne sono state parecchie, come comunque è normale che sia, non esiste un paradiso in terra. E non potevo condividere ogni singola cosa, che fosse di campo o scelte societarie, ma il compito del calciatore è quello di giocare, per il resto ci sono persone addette".



Guardiamo invece al generale. Una serie c sempre più complessa: è giusto far partire società con penalizzazioni?
"L'unico rimedio sarebbe far scontare la penalizzazione nell'anno calcistico in corso, ma per tempistiche non sarà mai possibile. Non è giusto che una squadra venga penalizzata l’anno dopo, si limitano le altre squadre dell’anno calcistico in corso, in tante potrebbero giocarsi meglio i loro obiettivi".

Tu ormai sei "over": che ne pensi di regole under e seconde squadre?
"Nel sistema di oggi ti reputano vecchio appena non porti guadagno alle società tramite il minutaggio, però se hai appena 18/19 anni sei troppo giovane: quale è l’età giusta per giocare a calcio? Io penso non ci sia un’età, uno o è pronto per una partita o non lo è. Negli ultimi anni in Italia c’è stata la ricerca disperata del giovane bravo, imponendo regole in una categoria che decenni fa sfornava talenti, ma per crescere al massimo serve essere circondato, su 25 componenti della rosa, da 16/17 over: oggi succede il contrario, è tutto controproducente. Ma il problema sta anche alla radice, basta farsi un giro nei paesi o nelle città, non vedo bambini che giocano per strada, nelle piazze o nei prati, mentre prima bastava una lattina di coca cola e iniziava la partita. Se pensiamo che mettendo le squadre B si risolva il problema stiamo sbagliando di grosso".

Quale sarà il tuo futuro?
"Ancora non lo so. Ho ricevuto diverse chiamate e col mio procuratore stiamo valutando quella migliore, ma come sempre il mercato è lento, soprattutto quando ancora non si sa da quali squadre saranno formate la Serie C e la Serie B. Sicuramente sarò fuori dalla Sardegna e spero di poter fare un campionato pensando ai posti alti".