INTERVISTA TC - Dametto: "Purtroppo il calcio è lo specchio del paese"

17.08.2018 07:30 di  Claudia Marrone  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Dametto: "Purtroppo il calcio è lo specchio del paese"
TMW/TuttoC.com
© foto di Sandro Giordano

TuttoC.com va anche dall'altra parte della barricata, per così dire. Perché in questo momento di seconda crisi, di calcio ne stanno prevalentemente parlando avvocati, direttori, presidente, CONI, FIGC, ma il calcio, quello vero, è fatto anche dai calciatori che si trovano a guardare, inermi, tutto ciò che accade: tra riforme, ricorso, minutaggi e tutto quello che di poco sano si sta vedendo.
Di tutto questo, i nostri microfoni ne parlano con l'ex Olbia Paolo Dametto, attualmente svincolato.

Stai osservando a distanza forzata tutto quello che succede nel calcio: nauseato?
"Purtroppo il calcio è lo specchio del paese, sono state violate delle regole e ancora non sono stati presi dei provvedimenti: succede appunto nel calcio come nella vita di ogni giorno. Non si possono prendere certe decisioni di punto in bianco, ma anche per una semplice questione di rispetto, oltre che di correttezza e legalità: i tifosi, i presidenti e noi giocatori spendiamo soldi, passione e sogni per il pallone".



Con quali motivazioni, visto quanto accade, un calciatore svincolato come te va avanti?
"Ai miei amici, scherzando, dico sempre che non è il calcio che sognavo da bambino, e probabilmente questo è un pensiero diffuso. Ma ho la stessa voglia di quando ho fatto la prima partita, quella non mancherà mai, e non mancherà neppure a tanti miei colleghi".

Poteva essere la giusta occasione per una riforma che invece non c'è stata?
"Di quale riforma si parla???" (ride, ndr).

Quali scenari futuri potrebbe riservare il calcio?
"Di questo passo, risulta difficile anche solo ipotizzare le situazioni, quel che di certo c'è è che davvero andrebbero riviste le norme, ma per il momento non mi sembra ci sia la voglia di adottare un serio cambiamento. Un qualcosa che possa accontentare tutte le varie componenti, del resto un compromesso è sempre possibile. Ma con presupposti diversi da quelli attuali. Così, invece, la falsariga sarà sempre quella di adesso".