INTERVISTA TC - Dg P.Sesto: "Salvezza dedicata a quelli che ci han creduto"

07.05.2021 13:30 di Valeria Debbia Twitter:    vedi letture
Matteo Fraschini
Matteo Fraschini
© foto di Pro Sesto

Una salvezza agguantata all'ultima giornata con le unghie e con i denti quella della Pro Sesto. Dopo un periodo al top, con la squadra biancoceleste che sembrava potesse addirittura insidiare le prime posizioni, la matricola lombarda ha vissuto momenti difficili - anche dovuti ad un focolaio Covid-19 scoppiato all'interno del gruppo - ed è arrivata ad avere la certezza aritmetica della permanenza in categoria solo dopo la vittoria di Livorno. Un risultato commentato ai microfoni di TuttoC.com dal direttore generale Matteo Fraschini: "E' stata una salvezza importante e non è frutto solo del lavoro di quest'anno, ma frutto di ciò che abbiamo iniziato già da qualche anno con Mauro Ferrero, Gabriele Albertini, con Stefano Crosariol prima, ma anche con il nostro direttore sportivo Jacopo Colombo e mister Francesco Parravicini. Supportati dal nostro ingresso, mio e di Carmine Casella, l'anno scorso, culminato con la vittoria del campionato di Serie D. Abbiamo continuato questo percorso, cambiando anche poco, visto che molti giocatori sono rimasti, ne sono arrivati di nuovi, comunque con profili umani - prima di tutto - e sportivi importanti. Questo è stato uno dei segreti del nostro successo. Si trattava di una squadra forse inferiore ad alcuni, dal punto di vista meramente tecnico, vista l'età media giovane: ricordo infatti che tolto Franco che è il più vecchio, abbiamo solo un classe 1989 come Gualdi, un classe 1991 come Scapuzzi, un classe 1993 come Gattoni".

C'è stato un momento in cui sembrava poteste giocarvi le posizioni nobili della classifica, poi cosa è successo?
"Partiamo dal presupposto che una società equilibrata deve mantenere sempre equilibrio. Questo significa che quando le cose vanno molto bene - come a noi all'inizio - bisogna giustamente cavalcare l'onda ed aumentare l'entusiasmo perché è questo che porta ad altri risultati; ma allo stesso tempo deve anche dire: 'Ragazzi, stiamo coi piedi per terra e mettiamo fieno in cascina finché possiamo perché le vacche magre arriveranno'. E purtroppo sono arrivate... E' durato tanto, il Covid-19 ci ha messo del suo, perché comunque abbiamo avuto una dozzina di casi di positività, tra cui 6-7 titolari che non sono mancati soltanto un paio di partite, ma sono rientrati dopo 15-20 giorni di malattia e c'è voluto del tempo prima che tornassero in forma. Non è una passeggiata recuperare da una malattia del genere. Così sono sparite delle certezze, sia dell'allenatore sia dei compagni sia dei giocatori stessi. Poi il calendario è diventato infernale: abbiamo fatto 12 gare in 32 giorni. Anche questo non ha aiutato. Ma noi siamo sempre stati convinti della salvezza".

A un certo punto, però, avete deciso di dare la famosa scossa esonerando Parravicini in favore di Filippini.
"La squadra non era brillantissima, complice il periodo dal quale arrivavamo. Abbiamo provato a dare dei premi partita ulteriori, ma non è servito. Non abbiamo mai appeso al muro i giocatori, come si suol dire, perché non è nella nostra indole. Abbiamo sempre cercato di dare tranquillità al gruppo, anche nei momenti di difficoltà. Provate queste cose, a malincuore, perché comunque è stato un divorzio dopo tanti anni e dopo tanti successi, si è deciso di cambiare l'allenatore".



In quel periodo nero il vostro problema era, in primis, la sterilità offensiva: si può dire che è finita nel momento migliore, con le due reti di Livorno a suggellare la salvezza.
"Qualche difficoltà in attacco c'è stata, ma alla fine quando c'è stato il momento di picchiare il ferro ci siamo stati. In ritiro a Livorno ho visto una squadra non serenissima, poi in campo ho visto la trasformazione: ho visto una squadra sciolta, che ha seguito le indicazioni dell'allenatore, che ha avuto fame e voglia di salvarsi".

E adesso?
"Ci godiamo qualche giorno di relax e poi si parte con la programmazione della prossima stagione. Si partirà con l'incontro con l'attuale allenatore: siamo rimasti che ci saremmo sentiti ad obiettivo raggiunto. Poi le valutazioni da fare saranno tante, ci saranno tante variabili cui tenere conto. La mia speranza è che si possa continuare anche con lo stesso gruppo dirigenziale. La Pro Sesto non è solo la prima squadra, ma è una grande famiglia all'interno della quale esiste anche il settore giovanile, la squadra femminile e tante altre realtà importanti".

Una dedica per questa salvezza?
"La dedico a tutti quelli che ci hanno creduto, che hanno speso tempo, passione e soldi per questa società. Dai collaboratori, ai tifosi, a tutti quelli che in un modo o in un altro hanno tracciato il progetto Pro Sesto, ci hanno creduto e hanno contribuito affinché si realizzasse".