INTERVISTA TC - Giana Erminio, Perna: "Difficile riprendere la stagione"

26.03.2020 07:30 di Stefano Scarpetti   vedi letture
Fabio Perna
TMW/TuttoC.com
Fabio Perna

Il mondo della terza serie sta vivendo un periodo davvero particolare, sta accadendo qualcosa che in precedenza non si era mai verificato. Il Coronavirus ha di fatto fermato il calcio, mentre addetti ai lavori stanno cercando di capire come proseguire quando l'emergenza si sarà attenuata i calciatori vivono una situazione surreale .Di questo argomento ne ha parlato ai microfoni di Tuttoc.com l'attaccante della Giana Erminio Fabio Perna.

Come prima cosa com'è la situazione legata al coronavirus dove abita lei?

Difficile ma non come nelle provincia di Bergamo, ci sono alcuni compagni che ci raccontano di una situazione davvero delicata. Soprattutto nel paese dove abito le cose vanno meglio, come in gran parte della penisola le strade sono vuote, inevitabilmente si percepisce una situazione davvero strana, qualcosa che personalmente non ho mai vissuto"

Come vive questa situazione? sta riuscendo ad allenarsi?

" Mi sto allenando da solo, lo staff ci comunica il lavoro da fare. Faccio corsa attorno casa mia rispettando le norme emanate dal governo. A riguardo a mio avviso ci vuole buon senso, se si vede che ci sono delle persone che stanno facendo attività è inutile andare, lo puoi fare se non c'è nessuno. In ogni caso bisogna rimanere a casa, soltanto rispettando le regole si può uscire da questo incubo".

A suo avviso il calcio si è fermato nel momento più opportuno?

"In linea di massima si, anche se in seguito del primo contagio si è giocato una giornata, probabilmente sarebbe stato meglio non farlo. La nostra partita con il Como era stata rinviata, ma se avessimo giocato ad esempio a Pistoia la partita si sarebbe giocata con il rischio di aumentare in maniera esponenziale i contagi. Nel girone meridionale sono stati disputati alcune turni, perchè non c'erano problemi in quel periodo. In serie A e nelle competizione europee si è continuato a giocare, ci sono interessi ma tra giocatori il virus si trasmette più facilmente rispetto ad altre professioni".

E' plausibile secondo lei pensare di poter tornare a giocare?

" Secondo me il primo calendario che era stato stilato era impraticabile. Non è pensabile giocare per alcune mesi costantemente ogni tre giorni, ci sono squadre non in grado di tenere questi ritmi non avendo rose sufficientemente ampie, chi è in grado di supportare a livello numerico inevitabilmente può soffrire sul piano mentale. Analizzando la situazione attuale vedo molto difficile pensare di terminare regolarmente il campionato, a me sinceramente il calcio manca, come la quotidianità di stare con i compagni che sento soltanto tramite whatsapp ma ad un certo punto la salute è un valore prioritario, ritengo venga comunque trovata una soluzione, ma il torneo potrebbe essere chiuso qui".

A proposito di torneo, il vostro fino alla pausa è stato altalenante: quali sono i motivi?

"Avevamo iniziato male, la prima partita con il Renate non era stata fortunata poi abbiamo pagato a livello psicologico la netta sconfitta contro la Pianese. Eravamo partiti con molti giovani, devi permettere loro di crescere, quindi ci devono essere a loro fianco numerosi giocatori esperti. Se penso a me stesso, non gioco nello stesso modo di quando avevo 18 anni, con l'esperienza cambi il modo di giocare. La società è intervenuta nel mercato facendo i movimenti giusti proprio dove avevamo carenze, i risultati stavano arrivando. Basti pensare che avevamo recuperato in poche giornate dieci punti dalla quintultima, dopo la vittoria di Pontedera eravamo ad un punto dalla zona salvezza. Peccato".