INTERVISTA TC - Savelloni: "Arriverà la chiamata giusta per me"

24.11.2020 17:30 di  Onorio Ferraro  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Savelloni: "Arriverà la chiamata giusta per me"

Due anni da vero protagonista in Serie C con la maglia del Rende. I playoff prima dei playout sempre con i calabresi. Luca Savelloni si è racconto ai microfoni di TuttoC.com raccontandoci il suo attuale momento da svincolato in attesa della chiamata giusta. 

Ciao Luca, come pensi che sia il salto di un portiere tra le giovanili e il mondo professionistico? "Credo sia difficile per tutti passare dal mondo dei ragazzi a quello dei grandi, vengono richieste molte cose quando si diventa professionisti, nelle giovanili invece ci si passa, giustamente, sopra. Soprattutto per un portiere vista anche la giovane età, l’aspetto fondamentale è quello mentale oltre che a quello fisico."

Ti sei messo subito in mostra a Rende, come sono stati i tuoi due anni in Calabria? E i play-off? "Sono stati due anni positivi, venivo da un anno a Pescara dove avevo giocato molto poco. È stato bello e pieno di soddisfazioni in campo. Se devo tracciare una linea, va verso l’alto. Sono contentissimo per entrambe le stagioni. Nel primo anno mi sono messo in mostra di meno ma abbiamo avuto un buon risultato di squadra con i playoff, è stata un’annata positiva. Il secondo anno, invece, è andata male a livello di squadra e di gruppo: ci siamo dovuti adattare a diversi fattori, tra vari cambi di allenatore e partite fuori casa per il problema del nostro stadio. I primi sei mesi sono stati di adattamento, perdevamo punti per delle disattenzioni. A livello personale, ed è un paradosso, posso dirti che mi sono messo molto di più in mostra portando punti alla squadra e dando un mio personale contribuito. In breve, il primo anno felice per la squadra, il secondo anno positivo più sul livello personale."

L’anno scorso vi hanno fermato, è stato difficile accettare la situazione e poi, come l’hai vissuta? "È stata difficile per tutti, questo virus era sconosciuto e ci siamo dovuti adattare, nel calcio e nel mondo in generale. Ci siamo rimboccati le maniche, non avevamo la possibilità dello smart working, ma abbiamo cercato di fare del nostro meglio a distanza con lo staff di mister Rigoli. Abbiamo continuato a lavorare da casa anche se non era semplice, per un calciatore il campo è tutto. Abbiamo lavorato ogni giorno in videochiamata. Il mister ha visto anche molta partecipazione e impegno durante i mesi di lockdown, così si è consolidato il nostro rapporto. Questo ha portato il mister ad affidarmi la porta nella partita più importante della stagione. Mi sono messo a disposizione della squadra nonostante fossi in scadenza, ho dato sin dall’inizio la disponibilità in caso di playout. La squadra c’era, ci siamo riuniti bene e abbiamo cercato di fare il massimo."

La pandemia da Covid-19, come pensi abbia toccato i calciatori delle serie minori? "Credo sia difficile ripartire, i protocolli affidabili al 100% sono impossibili da creare. Il virus ci attacca sempre, da casa al supermercato. In Serie A parlavano di applicare la bolla, ma non penso sia possibile. Tutti i calciatori hanno famiglie, bambini. Dobbiamo imparare a convivere con questo e a rispettare allo stesso tempo tutte le regole."

Una Serie C particolare quest’anno, come vedi i tre gironi? "Sono molto organizzati, il campionato è stato sicuramente condizionato e lo sarà fino alla fine. Seguo tutti i giorni la Serie C, c’è l’esempio del Palermo con 12 calciatori in campo. Spero che le società facciano tutto il possibile affinché non venga falsato. Soprattutto il girone C, che seguo con attenzione vista la mia passata esperienza, è molto competitivo con i rosanero e il Foggia. Non sarà un vero e proprio campionato, il livello è comunque molto alto e sono belli tutti e tre. Spero che non vengano fermati, così da concludere la stagione regolarmente."

In C, come ben sai, c’è la differenza tra liste under e liste over. È difficile per un portiere over trovare squadra? E cosa ne pensi di queste liste? "Dovrebbe essere impostata diversamente la questione giovani. Quando abbiamo iniziato a giocare noi degli anni 90’, queste regole non esistevano. Il discorso è legato a quello che un ragazzo può dare quando si trova in una determinata situazione con tanti grandi a disposizione. Deve essere il ragazzo a mettersi a disposizione e crescere insieme a loro. Adesso addirittura l’over deve iniziare a mettersi a disposizione degli under, tutta colpa del minutaggio che serve alle squadre ma si rivela penalizzante a livello sportivo. Per un giovane oggi è più facile entrare nel mondo del calcio, questo però non dovrebbe portarti a farti guadagnare il posto. Mentre prima ogni ragazzo doveva guadagnarselo, anno dopo anno. Per il portiere è tutto basato sull’anagrafe, se parlano di me che sono un classe ‘95 esce il nome di Savelloni, se invece si parla di un ragazzo del 2000 lo si propone come under. A mo’ di privilegio. Questo mi fa male. Anche se ci sono molti under che meritano di giocare, allo stesso tempo ci sono molti over che hanno molta esperienza dopo cento partite giocate. Da un lato può essere un bene perché hanno la strada facilitata a entrare, dall’altro invece gli mancherà il fatto di non aver fatto gavetta. Si deve guardare sempre prima all’aspetto tecnico e mentale e poi a quello anagrafico."

Una sessione di mercato diversa dal solito, come l’hai vissuta? Ci sono stati contatti con altre squadre? "L’ho vissuta in maniera abbastanza particolare, dopo il playout con il Rende abbiamo iniziato a parlare con altre squadre ricevendo delle proposte. Alla fine di tutto, però, non abbiamo trovato nessun accordo. Oltre a quelli, torniamo al discorso iniziale. Il mercato è stato condizionato anche dal discorso della liste, quindi sembravo fuori dai giri vista la mia età. Sono stati due anni di continuità, mi aspettavo ci fosse più attenzione da squadre che quest’anno volevano fare un campionato competitivo. Invece anche molte di loro sono finite sul discorso dell’età. Oltre agli articoli dei giornali, credo che qualcosa sia cambiato a livello generale. Adesso un direttore guarda prima l’anagrafe e poi il livello del calciatore. Comunque sia, rimango alla finestra e mi alleno: vorrei trovare un progetto serio, che sia una società sana e rispettabile e che guardi alla qualità del giocatore e poi al resto. Mi sto allenando con un preparatore atletico, cerco di non perdere il campo e restando concentrato. Quando si presenterà l’occasione sono sicuro che sarò preparato."

Come immagini il futuro? "Ad oggi il calcio è cambiato, in linea di massima spero si torni a parlare più di calcio giocato che di cose extra calcistiche. Voglio trovare una squadra che condivida i miei stessi principi. Sono in attesa, ma fortemente fiducioso che arriverà la chiamata giusta, d'altronde le statistiche dello scorso anno sono chiarissime e ben note a tutti, chi mi conosce sa della mia determinazione e concentrazione in campo."