INTERVISTA TC - Toscano: "Reggina da B. Assurdo bloccare promozioni"

16.05.2020 17:20 di  Sebastian Donzella  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Toscano: "Reggina da B. Assurdo bloccare promozioni"
TMW/TuttoC.com
© foto di Andrea Rosito

Primo posto con nove punti di vantaggio a otto gare dal termine. Questa la situazione della Reggina l'8 marzo. Primo posto con nove punti di vantaggio a otto gare dal termine. Questa la situazione della Reggina oggi. Due mesi e mezzo di stop, di attese, di paure, di speranze. Due mesi e mezzo con una Serie B così vicina da sembrare già realtà. Con "solo" un Consiglio Federale a dividere gli amaranto dalla cadetteria. E visto che tale consiglio avrà luogo mercoledì, Reggio Calabria vive un'attesa sempre più spasmodica, sperando che dalla scrivania venga ratificato quanto i calabresi stavano conquistando sul campo prima che il Coronavirus cristallizzasse tutto. TuttoC.com, per questo, ha deciso di intervistare Domenico Toscano, allenatore e condottiero del sodalizio calabrese.

Mister, nel calcio ha ottenuto sette promozioni. Questa potrebbe essere l'ottava. Però l'attesa prima del risultato è molto più strana...
"Negli altri casi attendi per un settimana una partita, quella che vale la promozione matematica, sapendo che sei l'artefice del tuo destino. Qui stiamo attendendo da mesi una notizia, senza poter far nulla. Noi comunque vogliamo coronare il nostro sogno, indipendentemente se ci sarà lo stop definitivo al campionato o se si potrà tornare a giocare. Abbiamo lavorato tanto per questo primo posto, Reggio Calabria e la Reggina se lo meritano".

La condivisione dell'attesa, inoltre, non è più reale ma virtuale.
"Sicuramente la vivi in modo diverso. La quotidianità ti permetteva di sentire sulla pelle l'entusiasmo di una gente, di una piazza, di un'annata che era stata straordinaria. Adesso tutto è mediato da uno schermo, che sia di un telefono, di un tablet o di un computer è lo stesso. Quella che sicuramente è uguale in tutti noi, calciatori e tifosi, è la fiamma che brucia dentro, quella voglia di prenderci tutti insieme la cadetteria tanto meritata sul campo. Non vediamo l'ora di concludere questa straordinaria cavalcata, condotta contro avversari straordinari come Bari, Ternana, Teramo, Catanzaro, Monopoli e tante altre. Quest'anno, e non mi era mai capitato in carriera, ho incontrato solo squadre ben organizzate, anche nelle parti basse della classifica. Segno che in questo girone ci sono veramente tanti allenatori ben preparati".

Pensa si tornerà a giocare?
"Per un calciatore giocare e regalare emozioni è la cosa più bella. Quest'anno i nostri ragazzi ci stavano riuscendo benissimo, si divertivano e divertivano il pubblico. Ecco perché se potessi scegliere, preferirei scendere in campo ma è normale che la salute viene prima di tutto. Ci sono persone più competenti di noi che stanno decidendo il da farsi. Allungare i tempi non credo sia un bene per nessuno perché si rischia di rovinare la prossima stagione".

E se bloccassero le promozioni?
"Non credo possa esserci ipotesi più assurda, taglieresti completamente un anno. Non daresti continuità al calcio, mortificheresti le somme spese dai presidenti e il sudore speso dai giocatori. Sospendere il campionato è stato già un grande problema, annullarlo sarebbe la catastrofe. Chi darebbe più forza ai presidenti che, a tutti i livelli, hanno stravinto un campionato? Probabilmente mollerebbero e avrebbero pure ragione".

Reggino di nascita, reggino da calciatore e reggino da allenatore.
"Mica facile. Quest'anno ho dovuto spesso rinunciare a vivere nella quotidianità una delle cose più belle di Reggio, la regginità. Da tecnico di una società non puoi permetterti di essere tifoso. O, almeno, non puoi permettertelo nella maggior parte del tempo. Quindi ho vissuto poco la componente emozionale perché avevo il compito di essere razionale. Poi ovviamente un conto è dirselo, un conto è farlo. Sapessi l'emozione ogni volta che la Reggina segna al Granillo...".

A proposito di emozioni, la più forte dell'anno?
"La vittoria nel derby all'andata. Un Catanzaro veramente forte, un pubblico eccezionale, un espulso a testa. Un livello di gioco molto alto, una partita tatticamente molto tirata. E poi il gol di Corazza a sbloccare e decidere il match, a tre minuti dalla fine". 

Tocchi ferro preventivamente. In caso di B il direttore Taibi ha promesso un vostro pellegrinaggio. Ci dice dove?
"In estate, durante il ritiro a Cascia, siamo andati a visitare il Santuario di Santa Rita. Ci siamo promessi, quando ancora la stagione non era iniziata e nessuno ci dava per favoriti, che saremmo tornati a ringraziare la Santa in caso di cadetteria. Se sarà così io e Massimo ci faremo una bella camminata a piedi".

A proposito di Taibi, il vostro rapporto è una delle cause di questa grande annata.
"La fortuna di quest'anno è stata quella di avere un gruppo di lavoro ottimale, tra società, dirigenza e staff tecnico. La cultura del lavoro è stata altissima. Con Massimo abbiamo un rapporto personale e lavorativo splendido, il suo merito è stato quello di costruire un gruppo forte senza spese folli. Ha esaudito i miei desideri e ha costruito una buona squadra diventata grande nel tempo. Con il direttore ci scambiamo continuamente profili e video, in queste settimane abbiamo osservato giocatori da tutti i continenti. Penso ne avremo visti online circa duecento". 

I portieri, però, li sceglie lui...
"Ovviamente (ride NdR). Su quello non metto bocca perché da un ex portiere col suo passato non hai molto da dire. Sugli altri ruoli invece ci dividiamo i compiti: io controllo la parte tecnica, lui quella caratteriale. Magari ti capita il giocatore forte coi piedi che, però, non ha una grande personalità per reggere un palcoscenico come il "Granillo". Taibi ha la grande capacità di capire subito chi è da Reggina".

Come con Denis.
"Beh, in quel caso la tecnica non era in discussione, la serietà del giocatore nemmeno. Però aveva 38 anni e aveva salutato l'Italia da diversi anni. Riportarlo nel nostro Paese, insomma, era un punto interrogativo. Il direttore e il presidente Gallo, però, l'hanno voluto a tutti i costi e avevano ragione. German è veramente un professionista esemplare dentro e fuori dal campo".

Un presidente, tra l'altro, diventato reggino ad honorem.
"Non so come abbia fatto ad arrivare fin qui ma so che ha salvato un club che stava morendo e l'ha portato in alto. È sempre stato presente, anche a distanza. Ogni giovedì vuole sentirci per vivere la sua Reggina. Ha una passione fuori dal comune, per questo un paio di volte gli ho chiesto di parlare alla squadra prima di un match importante. E ha sempre portato bene".

L'obiettivo, nemmeno tanto velato, è la Serie A. Categoria che le manca.
"A prescindere da Toscano, auguro al presidente di poter coronare il sogno di riportare la Reggina in Serie A. Credo che prima o poi ci riuscirà".

Chi, invece, deve ancora esprimere tutto il suo potenziale resta Mastour.
"Hachim ha avuto bisogno di un po' di tempo per ritrovare la forma fisica. Dopo non ha trovato molto spazio sia perché la squadra stava già facendo benissimo e sia perché c'è stato lo stop ai campionati. È un giocatore dalla tecnica sopraffina, deve solo capire come e quando mettere a servizio della squadra le sue enormi qualità".