Calcagno: "Lega Pro? Si parla tanto dei problemi, però si è stabilizzata"

Ai microfoni di TMW Radio, nel corso di Maracanà, è intervenuto il presidente AIC Umberto Calcagno, toccando diversi temi interessanti. Di seguito uno stralcio dell'intervista.
Cosa direbbe per difendere i diritti dei calciatori?
"C'è da tutelarli. Sono fortunati, non c'è dubbio, ma giocano a quei livelli per il talento ma anche perché producono ricchezza. Oggi c'è una sensibilità diversa attorno ai top player, chi vive a contatto con loro hanno più bisogno di riposare anche più di loro. Anche gli staff sono sempre a lavoro, e se si gioca ogni tre giorni è un problema. C'è una sensibilità differente però, perché le società hanno dei danni economici da questi infortuni. Ci sono delle ricerche che dicono che dopo un infortunio serio, il valore di un giocatore diminuisce anche di un terzo".
Cosa fa l'AIC per tutelare anche il calciatore più debole?
"Oggi si parla tanto dei problemi della Lega Pro, che si è stabilizzata però. Stiamo lottando però per aumentare il livello sulle norme per le iscrizioni, abbiamo ottenuto il professionismo per il calcio femminile ma non solo. Siamo concentrati su queste categorie, ma c'è anche grande sensibilità dei grandi calciatori per questi temi".
Cosa ricorda del suo passato da calciatore?
"Gli anni passati in Serie C sono tra i più belli. Chiaro, il passaggio alla Sampdoria nell'anno dello Scudetto, per me cresciuto in quelle giovanili, è stato qualcosa di più che gratificante. Era un gruppo con calciatori e uomini di livello assoluto. In Serie C ho vissuto tante soddisfazioni, ho conosciuto quasi tutta l'Italia, mi ricordo gli anni al Giulianova, a Castrovillari, al Martina Franca, sono esperienze che mi sono servite davvero".
Post-carriera, c'è un piano per i calciatori? C'è la possibilità che il calciatore possa essere un libero professionista?
"Parto da quest'ultimo argomento. Non è l'importo del contratto che determina se uno è subordinato o autonomo. Noi versiamo al fondo sportivi dell'INPS solo fino a 120 mila euro lordi, quindi la pensione di un calciatore di C è molto simile a quella di un grande calciatore che ha giocato in Serie A. Il risparmio non c'è alla fine. La subordinazione è data dalle modalità con cui si svolge la professione. I calciatori sono i lavoratori più subordinati al mondo, non vengono soltanto diretti durante l'attività fisica, ma c'è anche il controllo su alimentazione, riposo e tanto altro. Non ci potrà mai essere una legge che siamo autonomi, sarebbe incostituzionale. Sono lavoratori subordinati, non decidono loro le tempistiche del loro lavoro. Sul post-carriera abbiamo cominciato dei percorsi che ci stanno dando un percorso importante. Abbiamo avviato percorsi universitari solo per calciatori e calciatrici, orientamento per il post-carriera, indirizzandoli anche fuori dal mondo del calcio".
Quanto potrebbe aiutare avere un calciatore in una posizione importante nel mondo del calcio?
"Campana sognava un ex calciatore alla presidenza federale. Io credo che purtroppo le storie di Rivera, Albertini e Tommasi fanno capire che non sono ancora maturi i tempi. Non so se il nostro mondo è pronto ad accettare un ex calciatore in quella posizione. Oggi ci sono molti più ragazzi rispetto a una volta che potrebbero essere pronti per fare un ragionamento di questo tipo".
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