J.Stabia-Cavese, il messaggio del padre di Catello Mari per il derby

Juve Stabia-Cavese non è più un derby come gli altri. Da quando, in quel lontano 2006, Catello Mari, nato a Castellammare di Stabia e all'epoca difensore del club di Cava de' Tirreni, periva in un incidente stradale dopo aver festeggiato la promozione in C1. Un tragico evento che ha unito due tifoserie nel ricordo di Mari. Con il padre di Catello, Giuseppe, che dalle colonne di ViviCentro.it ha commentato così la particolarissima sfida:
"Domenica 10.3.2019. Il ritorno di una partita, un derby, che all’andata ha lasciato, al di là del risultato, un segno tangibile, forte, al limite della commozione strappalacrime, nel modo come le due tifoserie si sono abbracciate, anche se virtualmente, ma con atteggiamenti prodromici ad un prossimo gemellaggio che auspico e “desidererei” nel nome di Catello che è stato, forse, anzi senza forse, il carburante che ha dato la possibilità di far partire un motore che diversamente non saprei dire quando e come sarebbe potuto avvenire.
Io non ci sarò, come all’andata, non reggerei alle forti emozioni che deriveranno, al di fuori della sfida calcistica, dal comportamento delle due tifoserie.
Avverto già nell’aria preparativi in odore di “trionfo” per dire ancora “GRAZIE CATELLO A TE È DOVUTO”.
Lo so le emozioni, sia esse positive come la felicità o il benessere- o negative, come la tristezza e la delusione ( Dolore cosa diversa) vanno sempre vissute, ma io non c’è la faccio.
Non si può nulla contro le emozioni, fermarle, no, esse smuovono l’anima, la vita.
Emozione deriva dal latino emotus, participio passato di emovere, ossia trasportare fuori “scuotere”, io non ci riesco e non vorrei che invece di uscire, scoppiassero dentro.
Concluderei col dire che le cose belle del mondo non possono essere viste e nemmeno toccate.
Bisogna sentirle col cuore, ed io col cuore, anche se spezzato, dico in bocca al lupo a tutti e che sia una giornata di festa, di coesione, di sportività all’insegna di una manifestazione per la quale un giorno si potrà dire “c’ero anch’io”.
Un saluto a tutti i tifosi, alle dirigenze e, cosa dire per finire?
Catello alè-Catello alè"
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