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Zizzari: "Ravenna competitivo, in pochi anni può ambire alla Serie B"

Zizzari: "Ravenna competitivo, in pochi anni può ambire alla Serie B"TMW/TuttoC.com
© foto di Federico De Luca
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di Marco Pieracci

Francesco Zizzari, ex attaccante che in carriera ha vestito le maglie di Ravenna, Foggia e Siracusa fra le altre, è intervenuto nel corso dell'appuntamento mattutino di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.

Partirei da un’analisi di queste prime quattro giornate di campionato di Serie C, concentrandoci anche su alcune squadre che conosci bene. Partirei dal Ravenna, che ha iniziato molto bene con 9 punti in 4 giornate. Una neopromossa che ha aspettato a lungo il ripescaggio in C e che ora ha trovato subito entusiasmo. Quali possono essere le aspettative?

"Mi fa davvero piacere vedere il Ravenna di nuovo nei professionisti, una piazza dove ho vissuto un’esperienza unica e in cui ho anche vinto la classifica cannonieri. È tornata in C in modo corretto, dopo anni in cui mancava programmazione. In Serie D non è semplice, perché sale solo la prima e per le altre c’è solo la speranza del ripescaggio: il Ravenna ha rispettato tutti i requisiti e alla fine è stato premiato. Oggi c’è una proprietà molto seria, con dirigenti che conosco bene, e quando ci sono serietà e programmazione i risultati arrivano. La squadra è competitiva: ci sono giocatori importanti come Giulio Donati e Okaka, che in Serie C possono fare la differenza. Io auguro ai tifosi di consolidare subito la categoria e poi ambire in pochi anni anche alla Serie B, obiettivo dichiarato dalla società".

Quest’anno però si può già sognare qualcosa in più? L’inizio così forte fa pensare che la salvezza non sia l’unico traguardo possibile.

"Concordo. La Serie C vive molto di entusiasmo, di gruppo, di sintonia con la città. A Ravenna oggi ci sono queste condizioni. Ufficialmente l’obiettivo è salvarsi, ma credo che la squadra abbia i requisiti per una salvezza tranquilla. Una volta raggiunto quel traguardo, potrà guardare anche più in alto, magari ai playoff.

Prima di tornare sull’attualità della C, vorrei chiederti un parere su un tema purtroppo ricorrente: le difficoltà economiche dei club. Anche quest’anno abbiamo visto situazioni delicate, dal Rimini alla Triestina, senza dimenticare casi recenti come Taranto e Turris, esclusi a campionato in corso. Tu hai giocato anche a Lucca, una piazza che ha vissuto problemi simili. Cosa si può fare per evitare che ogni estate si ripetano gli stessi scenari?

"È un argomento molto delicato, perché dietro ci sono non solo giocatori ma famiglie intere: magazzinieri, dirigenti, staff. Non è vero che tutti nel calcio stanno bene economicamente: in Serie C si vive anche di stipendi modesti, ma fondamentali per tante persone. È triste vedere piazze importanti senza stabilità. Foggia, ad esempio, è già ripartita con difficoltà; la Lucchese ha dovuto ricominciare nonostante la salvezza raggiunta sul campo. Il problema è che spesso si pensa solo alla prima squadra, dimenticando che dietro c’è un settore giovanile con centinaia di ragazzi. Quando una società fallisce, sparisce tutto. Le fideiussioni e le garanzie non bastano. Servirebbe una responsabilità diversa da parte dei presidenti: nessuno ti obbliga a prendere una squadra, ma se lo fai devi farlo seriamente, sapendo che gestisci non solo una prima squadra ma centinaia di ragazzi. Spesso chi entra nel calcio trova davanti burocrazia infinita e ostacoli da parte delle amministrazioni, e questo frena anche chi avrebbe progetti seri.

Questo si collega anche al tuo progetto, la FZ11 Academy, che prova a colmare proprio certe lacune formative. Vuoi raccontarcelo?

"Sì, è un progetto a cui tengo molto. Lavoriamo a livello nazionale per offrire ai ragazzi ciò che spesso le società non riescono a dare: tecnica di base, coordinazione, lavoro individuale. Non ci concentriamo su schemi o tattica, ma su fondamentali. Ogni allenamento viene ripreso, i genitori hanno un profilo dedicato, e tutto è riconosciuto dal CONI tramite l’MSP. Non entriamo in conflitto con le società, è un lavoro parallelo.
È un concetto che all’estero esiste da anni: il coach privato, come nel tennis o in palestra. Noi lo facciamo nel calcio, con uno staff di professionisti (preparatori atletici, dei portieri, individual coach). Lavoriamo in piccoli gruppi o one-to-one, massimo 6 ragazzi per sessione, così da seguire ognuno in modo specifico. Il problema è che spesso i ragazzi arrivano con lacune enormi, anche di base: controllare la palla, usare il piede debole, coordinazione motoria. Dopo il Covid abbiamo visto tanti giovani meno appassionati e meno allenati. Noi cerchiamo di restituire loro questa base, con passione e professionalità. Il sito è fz11.it e siamo anche sui social: è un progetto che sta crescendo tanto, anche grazie al supporto di Adidas".

Ti riporto per un attimo sul campionato. Dopo queste prime quattro giornate, chi ti sembra la squadra da battere nei tre gironi?

"Nel girone B vedo un Arezzo molto forte, con un grande allenatore e già capace di risultati importanti, come l’amichevole vinta col Napoli. Nel girone A mi fa piacere vedere il Vicenza in testa: è una società ambiziosa e seria. Nel girone C, invece, il livello si alza ancora con piazze come Catania, Benevento, Salerno, Foggia: è sempre il girone più duro. Infine, voglio spendere una parola per il Siracusa, altra piazza dove ho giocato: spero che Turati riesca a trovare equilibrio e risultati, perché quella città merita stabilità".