Como, le strane pretese del Comune su uno stadio che è suo

05.06.2020 18:00 di  Alessio Lamanna   vedi letture
Como, le strane pretese del Comune su uno stadio che è suo
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© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com

A livello infrastrutturale, l'Italia si divide in due: da una parte i comuni che stanno stimolando le migliorie dei propri stadi (soffermandoci solo sulla C San Benedetto del Tronto, Caserta, Piancastagnaio, Alessandria, Zanica per l'Albinoleffe, Picerno, Avellino e non solo), dall'altra i comuni fermi. A Como la situazione è in lento, lentissimo divenire. 

La società ha sempre fatto del restyling del Sinigaglia uno dei propri obiettivi principali. Chiaramente, essendo un progetto complesso e oneroso, l'AD Gandler chiede innanzitutto una concessione pluriennale. Ma il Comune ha elementi per "fidarsi" di questa proprietà? I motivi non mancano: basterebbe solo il fatto che il club lariano ha pagato senza titubanze gli stipendi ai giocatori nonostante la pausa per il Covid, segno di solidità economica e di idee chiare. Mettiamoci anche i contratti pluriennali fatti firmare ai giocatori e l'ottimo lavoro che si sta facendo con Como Tv, ed è evidente quanto a Como si voglia fare sul serio. Eppure...

Eppure il sostegno delle istituzioni non c'è. O meglio, se c'è non si vede. L'ente con a capo il sindaco Landriscina percepisce l'affitto ma ormai da tempo non si occupa di alcune basilari manutenzioni: emblematiche le tapparelle degli uffici marcite ormai da anni, per non parlare dei muri scrostati, degli spalti ormai decrepiti e così via (la situazione non riguarda solo il calcio: basti pensare che praticamente tutte le piscine e i lidi comunali sono chiusi per un motivo o per l'altro). 

Il Como ha presentato una sorta di progetto preliminare, in attesa della concessione: la bozza prevederebbe la posa del manto sintetico e la realizzazione di uno store. Solo un primo passo, comunque piuttosto oneroso, in vista di una riqualificazione completa dopo la concessione. La reazione del Comune? Anziché accogliere con entusiasmo l'ipotesi che i privati investano in un bene di proprietà comunale, ma che il comune non sistema, il sindaco ha dichiarato: "Stiamo riflettendo. La società ha voglia di utilizzare in modo più ampio il compendio: la cosa ci sta, ma richiede certi impegni economici. Bisogna capire che ambizioni ha la società, se intende ripartire in modo soft o presentare un ambito di intervento più ampio e dichiaratamente più complesso”.

Insomma, il Comune assente dal punto di vista delle migliorie allo stadio fa le pulci alla società vogliosa di investire. Un po' come se l'alunno appena bocciato facesse l'esame a un proprio compagno di scuola. E i tifosi si arrabbiano. Comunque la società resta cautamente ottimista sul tema: la speranza è di sbloccare la situazione da qui a un mese, per poi partire coi primi lavori.