Ds Livorno: "Foschi scelto perché è un normalizzatore"

Quale è stata la spinta a chiamare Luciano Foschi alla guida del Livorno dopo l'esonero di Andrea Sottil? Da questa domanda parte l'intervento del ds amaranto Elio Signorelli dalle colonne de Il Tirreno. Il dirigente spiega appunto perché non si è optato per un grande nome: "Secondo me era l'allenatore adatto perché conosce bene la categoria è un "normalizzatore" che sa mettere entusiasmo nell'ambiente. Il fatto che abbia vinto tre volte il campionato, per me rappresentava poi una garanzia. Non sono un tecnico, ma so che lui ha portato tranquillità, facendo capire ai giocatori che non potevano gettare via le cose importanti dimostrate nella prima parte di stagione. Bisognava ripartire con umiltà, sacrificio, voglia di lavorare. I ragazzi si sono messi a disposizione e, un primo cenno, lo hanno già dato. La prima fase in certe situazioni è di ordine psicologico. Questa è una signora squadra, che deve ricordarsi tuttavia che i punti si fanno con le grandi e anche con le piccole. Valgono uguale, anzi, direi che valgono di più quelli che si ottengono non nelle partite di cartello.
Quelle, si preparano da sole. Credo che la mano di Foschi si sia comunque già notata". In tal senso Signorelli porta esempi alla mano: "A Viterbo, squadra corta e compatta. Certo, è più difficile per un tecnico entrare in corso d'opera. Il proprio credo si diffonde meglio quando si comincia il lavoro durante la preparazione estiva, durante il ritiro. Hai più tempo per spiegare e far assimilare".
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