Lucchese, le parole sono finite. Servirebbero i fatti

Lucchese, le parole sono finite. Servirebbero i fattiTMW/TuttoC.com
© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com
venerdì 8 marzo 2019, 06:00Girone A
di Claudia Marrone

Un anno e mezzo, mese più mese meno, di tira e molla, un'agonia che ora sta diventando veramente estenuante. Perché i teatrini in casa Lucchese stanno andando avanti dal lontano dicembre 2017, quando il club era stato praticamente ceduto a Pietro Belardelli (recentemente riapparso con tale dichiarazione: "Sono pronto a mettere risorse legate al mio lavoro in Bulgaria. Se Moriconi accetta il mio aiuto in pochi minuti riprende in mano il 98% e il 18 saldiamo tutto e proviamo a salvare la Lucchese sul campo"), ripreso poi da Arnaldo Moriconi, ceduto dallo stesso nel marzo 2018 al tandem Lorenzo Grassini-Fabrizio Lucchesi, con il primo che, dopo non aver investito un euro nel club, si è dissolto nel niente lasciando in eredità solo debiti e penalizzazioni, nuovamente ripreso da Moriconi e infine, lo scorso dicembre, regalato a una cordata romana. Chi faccia capo a questa cordata non è dato saperlo, a Lucca si conoscono solo gli emissari della stessa, Aldo Castelli, Enrico Ceniccola e Marco Barghigiani: ma attenzione, nessun numero di telefono, solo una mail di posta non certificata per comunicare con questa proprietà. 
Finita qui? No. Un imprenditore milanese, noto ad Arnaldo Moriconi, sarebbe in trattativa per acquistare la disastrata società rossonera. Ovviamente nome top secret, è solo dato sapere che tale soggetto è legato all'avvocato catenese Dario Saggio, agente con la Star Group Srl e anche assessore allo sport a Lentini, che rappresenta proprio questo nuovo volto.



Il tutto, con il campionato che sta proseguendo, e con la squadra che in qualche modo deve essere sostenuta. I tifosi, nelle scorse settimane, hanno attivato un conto corrente per sostenere i ragazzi di mister Favarin (che non hanno neppure acqua da bere al campo di allenamento e si lavano le mute in autonomia, oltre a dover gestire il magazzino), e per il momento sono stati raccolti poco più di 2000 euro, che sopperiranno alle imminenti necessità, come la trasferta di Pisa di sabato. Ma facciamo un passo indietro, perché non sono solo queste le umiliazioni che i lavoratori - tesserati e dipendenti della Lucchese, che piaccia o no, sono lavoratori - hanno dovuto subire: nel mezzo ci sono stipendi e contributi non pagati, partite disputate con gru e vigili del fuoco a sistemare uno stadio che in alcuni lati cadeva a pezzi, ore di attesa su un pullman che non partiva perché non arrivava il saldo alla ditta di appartenenza. Questa l'estrema sintesi di un'agonia che alla fine ha portato i calciatori, all'ennesimo deferimento del club, a mettere in mora la società. Con il sindaco revisore Matteo Romani che ha convocato una nuova assemblea dei soci rossoneri in prima convocazione lunedì 11 marzo, in seconda il giorno seguente (martedì 12): probabilmente, come già accaduto, presenzierà il solo Moreno Micheloni, detentore dell'1% delle quote e alla luce di questo, visto l’azzeramento del capitale sociale e l’impossibilità di ricostruirlo dopo il ripianamento delle perdite, se nessuno rileverà la maggioranza delle quote sarà inevitabile la messa in liquidazione del club. 

Una cosa è doveroso ricordarla: la Lega Pro è una lega che promuove un campionato che è una sorta di mission per i giovani, un serbatoio per i club di A e B dove c'è la possibilità di "autogestione" se alle spalle c'è un qualcuno che versa un minimo di quote. Non si potrà fare magari uno squadrone, ma è inutile chiamare all'appello nomi altisonanti e mettere a disposizioni di un DS un budget che poi in realtà non c'è, e che alla lunga mette in difficoltà lo stesso professionista nello svolgere poi il suo lavoro. Perché il momento in cui il vaso si scoperchia arriva. 
E giocare costantemente sulla pelle di dipendenti che di quel lavoro magari ne hanno pure bisogno non è bello. Anzi, risulta decisamente stucchevole. Peccato poi che a rimetterci siano più teste, tutto un ambiente, e non solo il vero colpevole.