Top & Flop di AlbinoLeffe-Padova

Due squadre in salute alla vigilia, due squadre che restano in salute pure dopo lo 0-1 dello "Stadium" di Zanica. Pure dopo il gol al minuto 34 di Villa, bravo a raccogliere una pennellata di Varas. Pure dopo che una di loro, l'AlbinoLeffe, vede chiudere la propria striscia positiva e l'imbattibilità di Marietta. E quindi è il Padova a sorridere anche dopo questa trasferta che prometteva insidie e insidie ha effettivamente presentato, basti pensare alla sofferenza finale causata (anche, ma non solo) dall'espulsione (sfortunata e per nulla dolosa) di Belli. Un Padova che risponde ai tre squilli pomeridiani del Mantova, un campionato che si fa sempre più stuzzicante con questa lotta a tre il cui incomodo potrebbe essere un quarto, quel Vicenza che ancora deve capire cosa vuol fare da grande ma che sembra tutt'altro che remissivo. Un campionato finalmente interessante, con tanti singoli percorsi da seguire. Anche quello dell'AlbinoLeffe: sconfitto sì, ridimensionato no.
Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nel match disputato questa sera allo Stadio "AlbinoLeffe Stadium" di Zanica.
TOP:
Un buon atteggiamento (AlbinoLeffe): Sono altre le prove che l'AlbinoLeffe ha dovuto archiviare con mestizia: le trasferte di Fiorenzuola e Mantova certamente, la partita contro il Legnago Salus senza dubbio. Questa contro il Padova non è nella black-list. Anzi. E' una "Celeste" che ha giocato ad armi pari, soffrendo in diverse occasioni come era inevitabile contro una compagine di altro budget, ma che ha avuto anch'esso le sue belle "finestre" di predominio. E almeno un paio di occasioni sciupate. Contro le tre "grandi" (Mantova, Triestina e appunto Padova) la squadra di Lopez ha dunque sempre perso, ma il distacco che il campo ha misurato non è poi così ampio come la classifica sbatte in faccia agli inguaribili sognatori. A livello di singoli, in una valutazione che non vede eccellenze né note di biasimo, piace vedere che un altro ragazzo della cantera come Muzio può piano piano entrare nelle pieghe di questo mondo difficile e capirne le dinamiche, ogni gara con sempre più testa. Questo resta il premio più gratificante per chi ama e segue l'AlbinoLeffe. E dunque avanti così, con questa concentrazione e la voglia di provare ad aggirare alcune lacune strutturali: riuscendoci, a volte. Altrimenti le sei gare senza sconfitte come potevano saltare fuori? UNA SCONFITTA CHE NON STOPPA UN BEL NIENTE
Cretella-Varas (Padova): il centrocampo patavino ha offerto a Zanica una prestazione di sostanza. In un confronto tra 3-5-2 speculari, è tante volte proprio la mediana la chiave per far indirizzare la freccia del tabellino in un senso anziché nell'altro. C'era da sostituire Fusi e i candidati erano ben tre, a dimostrazione di come in tante occasioni le differenze di rosa non si colgono in un rettangolo verde e nell'arco di 95 minuti, ma sul lungo periodo esercitino il loro peso e non poco in termini di classifica. Quella corsa a tre è stata vinta da Cretella: con merito, perché il classe 2002 ha giocato palloni di qualità. E poi anche chi è subentrato, l'equivalente Dezi, ha dimostrato a sua volta di poter essere un fattore decisivo in egual misura: è in questi frangenti che poi viene naturale leggere in alto alla graduatoria i soliti nomi. E poi bene anche Varas, davvero pregevole il traversone a rientrare che ha pescato Villa sul secondo palo. Un movimento ovviamente studiato, ma tra dire e il fare ci sono di mezzo Marchetti, Borghini, Gușu che si perde la marcatura etc.etc. Insomma, nulla viene in automatico nel passaggio dalla lavagnetta al campo con l'erbetta fresca. Certo, con due piedi più che educati è tutto un po' più semplice. IL CARATTERE OK, MA LA QUALITA' E LA TECNICA PAGANO (QUASI) SEMPRE
FLOP:
Una coperta un po' corta in avanti (AlbinoLeffe): la sensazione di aver costruito una squadra dignitosa per due/terzi e di mancare negli ultimi metri è sempre presente e lo è stata ancora di più nell'arrembaggio finale corroborato dall'espulsione di Belli. Peccato perchè finisce qui la striscia positiva che durava dallo scorso 7 ottobre con quel pareggio nel derby che ha dato via ad un ottobre davvero di ottima fattura. Peccato perché finisce dopo oltre 500 minuti l'imbattibilità di Marietta. Ma niente drammi perché cadono le serie di dati ma non la sensazione che questo sia un gruppo che può dire qualcosa. Non ovviamente ai livelli delle tre di testa, ma nemmeno troppo indietro. E' chiaro, ancora una volta, che nel momento che si recuperi un elemento prezioso quale Zanini allora manchi davvero poco per rendere questa squadra competitiva. L'identikit di chi ha lasciato una sedia vuota al tavolo bluceleste è sempre quello, del resto non si può sempre e solo segnare con la manovra elaborata, le ragnatele di passaggi o con i capolgimenti di fronte. Ad ora manca la stoccata, la spizzata, l'incornata: questa non è roba per tutti. In questo senso, resta sempre in sospeso il risultato finale dell'esperimento estivo (ma di fatto anche presente nella collezione autunno-inverno) di un Zoma davanti alla porta. Al momento, pensando alle qualità e alle potenzialità evidenti di questo talento, viente tuttora in mente tanto altro che non sia il killer istinct. UNA BUONA ROSA DA COMPLETARE CON UN TASSELLO
Liguori-Bortolussi (Padova): dal primo minuto, dopo la mezz'oretta scarsa di settimana scorsa, a chiusura di un intero mese di ottobre passato in infermeria. Liguori deve ritrovare una condizione che non c'è e che non poteva compresibilmente esserci. E questo si nota perché non è da lui sbagliare il controllo di quel pallone ottimamente servito da Cretella. Finisce in questa rubrica unicamente per questo, per essere stato suo malgrado protagonista dell'azione più ghiotta per i patavini al di là del gol di Villa. Un'azione che poteva evitare i patemi dell'ultimo quarto d'ora di gara. E' un "flop" per finta, nel senso che ovviamente l'esterno di San Benedetto del Tronto ha più di una scusante. Però in casa Padova non ci sono reali ed evidenti insufficienze, nemmeno Bortolussi che in area avversaria si è visto davvero pochissimo. Come dicono quelli bravi al giorno d'oggi, la punta centrale anconetana "ha creato gli spazi", un'espressione che vuol dire tutto e niente ma che fa sempre la sua pruriginosa figura per chi commenta. Però effettivamente, per come si era messa la gara soprattutto dopo il vantaggio di Villa, c'era da svolgere un tema tattico di tante sportellate e pochi lampi. MENARE IL CAN PER L'AIA. LA REALTA' E' CHE CONTANO SOLO I TRE PUNTI
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