Top & Flop di Alcione Milano-Renate

Doveva essere la gara per cominciare a dare qualche indirizzo, ma tra Alcione Milano e Renate viene fuori un (giusto) 1-1 che non sciupa le discrete impressioni fin qui raccolte intorno a queste due squadre ma che non autorizzano al momento sogni più affascinanti. Un gol per tempo, con il Renate bravo a scappare via alla metà del primo tempo con Delcarro e poi l'Alcione che trova l'angolino sul primo palo grazie alla punizione ben calciata da Morselli. Un 1-1 che conferma tante suggestioni, positive e non completamente positive. Siamo solo alla quinta: c'è tempo, evidentemente, per progredire e migliorare sul campo ciò che ancora è sulla carta. O anche per cambiare idea.
Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nella partita disputata allo stadio "Ernesto Breda" di Sesto San Giovanni.
TOP:
Agazzi-Una buona intraprendenza-la fantasia di Pitou (Alcione Milano): è un pareggio meritato e di buona sostanza. Sicuramente i milanesi non sono una corazzata, ma almeno la volontà di andare in rete c'è. Una punizione vincente di Morselli che dà ciò che il montante interno di Bright ha probabilmente tolto, ma, più in generale, è oggettivo dire che le prime metà di tempo sono di marca arancioblu. Non che sia stato troppo impegnato, ma Agazzi si è sempre dimostrato attento, mentre a livello di gioco la libertà tattica che Cusatis intelligentemente concede a Pitou è ben ripagata dal francese, anche se nel secondo tempo l'ex-Pro Patria risulta meno incisivo. Tante sufficienze abbondanti nel lunch-match orange: da Giorgeschi (gettato nella mischia all'ultimo) al regista Galli, da Invernizzi allo stesso Morselli, autore di un tracciante davvero imprendibile per il pur bravo Nobile. UN BICCHIERE MEZZO PIENO
Nobile-Ghezzi-Karlsson fin che ha potuto (Renate): è un Renate come sempre non bello (no, non è vero: a Zanica ha prodotto buon calcio, ma al momento quel pomeriggio appare un'eccezione), ma l'essere non bello è la natura odierna del Renate e questo suo essere terribilmente concreto e senza fronzoli va in qualche modo assorbito. Questo fatto di passare in vantaggio in tante occasioni alla prima vera occasione lascia sempre aperta la strada ad un atroce sospetto: quello che sia una squadra che stia viaggiando al 60% delle proprie possibilità. Ad ogni modo, nell'attesa che il tempo si possa esprimere con sincerità, ci sono qua e là sempre note individuali positive. Tralasciando Delcarro che è, al di là del gol, davvero ormai l'anima di questo Renate, si segnalano un paio di parate importanti di Nobile, il bel cross di Ghezzi in occasione del gol (unita ad una buona presenza del bresciano nel corso di tutta la gara), l'intelligenza tattica di Karlsson finché è rimasto in campo. E poi un finale in crescendo di Ruiz Giraldo, anche se quella del "Breda" non è la sua migliore prestazione. A SETTEMBRE GIA' ALCUNE CERTEZZE IN CAMPO
FLOP:
Tiri approssimativi-corsie laterali troppo difensiviste (Alcione Milano): non è un pomeriggio adatto per dare insufficienze. Tutto sommato l'Alcione è arrivato meritatamente al pareggio e anzi l'ultima azione ha visto i padroni di casa battere un calcio d'angolo, dunque quasi alla ricerca del colpo grosso. Il fatto di avere una buona intraprendenza sulla trequarti lascia il campo ad un'altra considerazione, questa volta meno lusinghiera: troppi tiri ciabattati, troppe conclusioni raffazzonate quando serve invece più lucidità. Un po' troppo bloccate sono apparse le due corsie da Bertolotti e Scuderi, anche se può essere che la mobilità delle mezzali suggerisse prudenza per i due terzini di Cusatis. Un punto ad ogni modo importante, per come è arrivato più che per una classifica che non riesce né scendere, né salire. Né scendere, né salire. C'E' TEMPO PER SISTEMARE COSE
Una "pantera" che resta indecifrabile (Renate): copia-incolla le considerazioni di cui sopra, del resto l'essere cinico mostra due facce di una stessa medaglia. Ricordata l'ingenuità di Gianluca Rossi (che è un giovane di qualità e può solo che crescere) è un Renate che, pur non sviluppando un'azione con 3-4 uomini, pur non dispiegando una manovra che appaghi anche l'occhio riesce comunque spesso a passare in vantaggio. E chi passa in vantaggio ha sempre ragione. Forse il calcio attuale, così morbosamente attaccato alla classifica anche quando la classifica dice, da anni, che è lecito stare tranquilli e che si potrebbe, ogni tanto, giocare per il solo gusto di giocare, è questo. E questo non vale solo per il Renate, è una serie C che, quasi nella sua interezza, probabilmente vive con questa logica. Legittima, ma anche legittimamente discutibile. PUNTI DI VISTA, TUTTI ACCETTABILI
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