Ancona-Tiong, bene l'entusiasmo: ma sempre con i piedi per terra

Ancona-Tiong, bene l'entusiasmo: ma sempre con i piedi per terraTMW/TuttoC.com
© foto di Luca Rotili
martedì 22 febbraio 2022, 10:40Girone B
di Gianmarco Minossi

Possono bastare due "semplici" incontri tra il presidente, il potenziale acquirente e l'amministrazione comunale per risvegliare facili entusiasmi tra la tifoseria di un capoluogo? Certamente, specie se si considera chi è questo potenziale acquirente: Tony Tiong, quarantenne imprenditore malese a capo di due multinazionali quali la Owlsome Group e la Rh Mining Resources, entrambe con sede a Hong Kong. Ultimo dettaglio, tutt'altro che trascurabile, egli è al 1999° posto tra gli uomini più ricchi del mondo nella famosa classifica stilata da Forbes. Quanto basta quindi per far volare i tifosi anconetani, desiderosi di tornare a vivere i fasti che furono, con la Serie B e chissà, magari anche la massima serie un giorno, categorie da cui una piazza storica come Ancona manca da ormai troppo tempo. Ma se è ragionevole compiere voli pindarici, vista la caratura dell'investitore internazionale, ancora più ragionevole è mantenere i piedi per terra, specie se si considera ciò che è avvenuto nel recentissimo passato. E non bisogna andare tanto lontano da Ancona per trovare l'esempio più lampante.

Mai più un altro caso Samb. Doverosa premessa: Mauro Canil è uno che di affari capisce, ancor più che di calcio (il che è tutto dire). Il curriculum che si è costruito durante la sua ultradecennale esperienza parla da solo: con le sue sole forze, l'imprenditore veneto è riuscito a portare una squadra di un minuscolo paesino dell'entroterra maceratese a giocarsi i play-off nazionali in Serie C, alla prima e storica partecipazione in un campionato professionistico. Una città come Matelica, conosciuta fino ad un decennio fa probabilmente solo per il suo prezioso Verdicchio, è stata portata da Canil alla ribalta calcistica nazionale, prima a suon di prestazioni maiuscole sul campo, poi con lo storico accordo con la vecchia Anconitana la scorsa estate, riportando il calcio professionistico ad Ancona: il resto è storia, con una salvezza acquisita con largo anticipo contro tutti i favori del pronostico. Ed è proprio per questo motivo che il popolo anconetano si fida di lui: il secondo incontro con Tiong rappresenta da questo punto di vista una garanzia per la tifoseria dorica, segno di come le cose procedano spedite. Del resto, se Canil non si fosse fidato dell'imprenditore malese, la cosa sarebbe nata e morta lì: non c'è alcun dubbio, insomma, che se dovesse andare in porto questa trattativa, sarebbe l'ennesimo colpo vincente messo a segno da questo lungimirante signore veneto, che in pochi anni ha conquistato le Marche. E qui la palla passa a Tiong: la principale preoccupazione della tifoseria anconetana è legata alla sua figura e a quanto abbia veramente a cuore le sorti, non tanto della società (ci mancherebbe altro), quanto piuttosto di una realtà consolidata del calcio italiano con una storia ultracentenaria. L'ultimo esempio, in questo senso, non è incoraggiante: parliamo infatti della Sambenenedettese, che a giugno 2020 passò dalle mani di Franco Fedeli a quelle del musicista italo-argentino Domenico Serafino e del suo socio sudcoreano, tale Kim. Il primo venne accolto da star, dotó la squadra di un centro sportivo all'avanguardia e di un nuovo manto erboso al Riviera delle Palme, oltre che mettere a segno un'altisonante campagna acquisti, promettendo un rapido ritorno in Serie B. I mesi successivi, raccontano però di pendenze arretrate mai saldate, di continue responsabilità scaricate tra Serafino stesso e Kim, ma a rimetterci fu in primis la squadra, con un rendimento deficitario e poi la società stessa, che nonostante l'arrivo di un nuovo presidente, venne dichiarata fallita e costretta a ripartire dai dilettanti. Esattamente quello che ad Ancona vogliono evitare: dovesse andare in porto la trattativa, Tiong dovrà dimostrare di avere davvero a cuore le sorti dell'Ancona, perché di umiliazioni, questa piazza, ne ha già subite troppe. La proprietà ed il management dell'Ancona (Canil, la dg Nocelli e il DS Micciola) avranno certamente la capacità di valutare la solidità e la serietà del nuovo possibile partner investitore, impedendo quelle situazioni di delusioni che hanno spesso contraddistinto tali operazioni dall'estero. Quindi, bene l'entusiasmo, ma sempre con uno spirito critico, che l'attuale dirigenza starà già considerando; le premesse sembrano essere decisamente incoraggianti.