INTERVISTA TC - DG Ancona Matelica: "Mi aspetto sempre una squadra combattiva"

09.09.2021 19:20 di Gianmarco Minossi   vedi letture
INTERVISTA TC - DG Ancona Matelica: "Mi aspetto sempre una squadra combattiva"
TMW/TuttoC.com

"Non dico che mi aspetto una stagione come quella che fu l’anno scorso per il Matelica, perché ogni campionato è diverso, ma mi aspetto sicuramente una bell’annata". Parole e musica di Roberta Nocelli, presidente, nonché direttore generale dell’Ancona Matelica, la nuova realtà del calcio professionistico italiano, che ha calamitato su di sé l’attenzione degli addetti ai lavori. Ai nostri microfoni, la dirigente matelicese fa un bilancio su queste primissime uscite stagionali, con uno sguardo rivolto al campionato che verrà.

Domenica scorsa la squadra ha ottenuto la sua prima vittoria stagionale: che effetto le ha fatto vedere uno stadio in festa dopo un anno di partite a porte chiuse?

"Intanto lo spettacolo è iniziato prima del fischio d’inizio, con l’esibizione del tenore David Mazzoni che ci ha allietato cantando Nessundorma: è stato meraviglioso vederlo cantare con la curva che lo accompagnava.  Trovare tutte quelle persone pronte a sostenerci e a condividere un progetto e un sogno è meraviglioso: iniziare l’avventura ad Ancona in questo modo ha un sapore diverso".

Sabato siete attesi dalla difficile trasferta di Grosseto: al di là del risultato finale, cosa si aspetta di vedere dalla squadra che scenderà in campo?

"Mi aspetto sempre di vedere una squadra combattiva e cattiva, agonisticamente parlando: che sappia imporre il suo gioco senza aver paura di affrontare l’avversario, ma questo è lo stile già adottato da Colavitto. Più passano le giornate, più la squadra si amalgama, quindi ci sarà ancora maggior spirito di squadra e ancora più lavoro di reparto, che andrà a migliorare le prestazioni di tutti".

Quanto è difficile provare a trasferire gli ottimi risultati conseguiti nelle ultime stagioni da una squadra di provincia come il Matelica, ad una dallo storico blasone come l’Ancona, che negli anni recenti ha però deluso sia in termini sportivi che societari?

"Innanzitutto non voglio scendere in alcun tipo di polemica con la vecchia Ancona, né dal punto di vista dei risultati sportivi, né societari: non mi permetterei mai di giudicare da estranea delle vicende che non mi hanno vista protagonista. Io penso a fare il mio lavoro: quello che conta è la solidità di una società, i suoi investimenti sul settore giovanile e la sua visione del futuro. Sta alla città di Ancona e agli anconetani avvicinarsi a questa realtà: qui la gente merita di avere una squadra tra i professionisti composta da persone serie e che riesca ad ottenere ottimi risultati. La storia insegna che piccole realtà provinciali hanno ottenuto grandi risultati sportivi".

Quest’anno avete perso alcuni pezzi pregiati di quella che fu la rosa del Matelica la scorsa stagione: al contempo avete però inserito giovani di prospettiva e giocatori esperti. Ci sono le premesse per ripetere quanto fatto nell'ultima annata?

"Ogni stagione calcistica ha la sua storia e le sue sfaccettature. Sappiamo di avere una squadra giovane, ma il direttore Micciola è stato bravo a scegliere dei ragazzi di valore assieme al mister: vorrei ricordare che lo scorso anno ci davano per spacciati, perché il DS aveva confermato molti ragazzi che avevano fatto la Serie D e che non si erano mai affacciati al professionismo, poi però siamo arrivati dove tutti sapete. Secondo me Micciola sa il fatto suo: io credo tantissimo nel suo lavoro e nelle sue scelte, così come credo in mister Colavitto e nel suo modo di insegnare le cose ai ragazzi".

In pochi mesi siete riusciti a risvegliare l’entusiasmo sopito di un’intera tifoseria, prima riportando il calcio professionistico ad Ancona, poi con i primi incoraggianti risultati: che effetto le fa essere tra le figure di queste rinascita dell’Ancona calcistica?

"Questa è una tifoseria importante, perché ha girato l’Italia seguendo la squadra in ogni serie, perfino in Prima Categoria. Quando mi è stato chiesto cosa ne pensavo di questo progetto, mi è subito venuta la pelle d’oca, perché ero consapevole di quello che sarebbe avvenuto subito dopo, problematiche incluse: sono onorata di aver la possibilità di rappresentare il capoluogo di regione".

Capitolo stadio: dopo un anno a porte chiuse in trasferta a Macerata e in attesa della capienza al 100%, quanto sarà importante l’apporto di una tifoseria come quella dorica per raggiungere i vostri obiettivi?

"Sarà fondamentale: io dico sempre che il mio motto è 'noi e voi'. Perché il calcio è passione e la più grande soddisfazione è vedere uno stadio riempito dai tifosi. Questo sport è di chi lo fa, ma soprattutto di chi lo viene a sostenere: questa è la prerogativa fondamentale".