Top & Flop di Carrarese-Alessandria

28.01.2023 18:35 di  Francesco Moscatelli   vedi letture
Galeandro, TOP Alessandria
TMW/TuttoC.com
Galeandro, TOP Alessandria
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Quando cade la gara contro il Gubbio? 31 gennaio. Cavolo, è ancora gennaio. 

Che almeno fosse stato mercoledì sarebbe stato il 1° di febbraio: si sarebbe idealmente voltato pagina. Febbraio, non più questo dannato gennaio che non passa mai e che regala solo dolori e derisioni. 

Il freddo di gennaio riempie il granaio. Non quello della Carrarese evidentemente, una Carrarese capace nel pomeriggio odierno di dare qualche segno di vitalità almeno da un punto di vista emotivo ma incapace, fattivamente, di cambiare segno ad un mese che rientrerà negli annali gialloazzurri con le sue quattro sconfitte consecutive. A beneficiare delle disgrazie tirreniche è oggi il turno dell'Alessandria, una squadra che non ha nemmeno sudato l'impossibile prima di passare in vantaggio con Galeandro a sette minuti dal fischio finale. I toscani hanno condotto un buon primo tempo (se Dal Canto parlava di orgoglio in settimana l'orgoglio si è visto), tanto propositivo sulle corsie quanto sterile a due centimetri da Marietta. Poi l'inevitabile calo e un altro calcio piazzato a ribadire il verdetto ormai trito e ritrito. Una Carrarese penalizzata oltre i suoi indiscutibili limiti, oggi firmataria della sconfitta -tra le quattro- con la più alta percentuale di sfortuna e condotta con un comportamento sinceramente decoroso, ma intanto la brutta scia si allunga. E le avversarie scappano.

Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nel match disputato questo pomeriggio allo "Stadio dei Quattro Olimpionici Azzurri".

TOP:

L'impegno / le corsie esterne (Carrarese): squadra in grandissima difficoltà sì, allo sbando no. Nella quarta stazione di questa Via Crucis di gennaio, almeno c'è un dato su cui lavorare. Il gruppo di lavoro c'è, un'identità di gioco anche, la voglia di reagire pure. Quest'ultimo aspetto lo si è registrato negli approcci ai due tempi e, si sa, gli approcci non mentono mai. Cambiare guida tecnica, pertanto, non solo non ha fondamento (e, in questo senso, bene fa la società a non lasciarsi irretire dalla più facile e suadente delle soluzioni) ma, evidentemente, rischia di non cogliere nel segno. Produrre una quantità industriale di occasioni è sì un dato negativo perché queste occasioni si sciupano a volte in modo clamoroso, ma è anche segno di applicazione, voglia, desiderio di riscatto. E da qui, volenti o nolenti, si deve ripartire. Cercando di variare il tema offensivo che oggi ha visto più che altro impegnate le corsie esterne (con Grassini spesso a cambiare gioco sul fronte opposto per i tiri dal limite per Cicconi: sufficienza per entrambi e, forse, anche qualcosa di più). Due verità nel calcio sono state, una volta di più, verificate nel pomeriggio sotto le Apuane oggi bianche (anche) per la neve: a) se non segni finisci quasi sempre che devi andare sotto la curva Perini per una seduta di psicanalisi collettiva; b) se tutto gira male, anche tanti piccoli dettagli che ti potrebbero dare una mano in un momento difficile -una traversa, l'arbitro che tocca una palla interrompendo un'azione importante, un Capello che cade in area per un intervento quantomeno da rivedere- ti voltano le spalle. CORNUTI E MAZZIATI. MA ALMENO UN PO' DI CUORE OGGI C'E'   

Galeandro (Alessandria): in una partita impostata, forse volutamente, "di rimessa", è giusto seguire la logica nel premiare colui che ha colpito nel segno. Ed è un nome che comincia ad apparire con una certa frequenza nei tabellini del girone B. A segno nella seconda gara di stagione contro la Virtus Entella, questo ragazzo nativo di Sesto San Giovanni e cresciuto a pane e AlbinoLeffe ha pagato, come tutti, l'inizio di stagione problematico sotto tanti punti di vista. Ma è con una squadra che sta gradualmente trovando la "quadra" che il classe 2000 ha incominciato un filotto di prestazioni che parte dal 23 dicembre scorso: doppietta in casa contro l'Imolese, poi rete l'8 gennaio ancora contro la Virtus Entella, il 15 contro il Gubbio non segna ma è suo l'assist concretizzato da Martignago per il definitivo 2-1, gol contro la Reggiana la scorsa settimana e a Carrara rete decisiva, di testa su calcio piazzato, lui che corazziere certo non è (1.80 m di altezza). O forse è vero anche il contrario: la squadra gioca meglio (anche) perché in avanti c'è un punto di riferimento. Che storie sa regalare il calcio! A Zanica, quartier generale dell'AlbinoLeffe, è chiaro a tutti che questo ragazzo ha i numeri. Eppure tante panchine, ma perché? Perché l'allora tecnico Zaffaroni (oggi in A con l'Hellas) sa che ognuno ha i suoi tempi e nei vialetti che portano allo Stadium la fretta rimane fuori dal cancello. Così Alessandro cresce con i tempi giusti (biennio 2019-21), senza bruciare le tappe e sporcandosi le mani anche con ruoli differenti (arrivando per esempio a fare la mezzala). Arriva ad Alessandria in estate tra mille, comprensibili dubbi: suoi nei confronti di una piazza esigente ma in grande difficoltà e probabilmente...viceversa, con una piazza in grande difficoltà ma esigente a storcere il naso leggendo un Carneade o poco più. Pochi mesi ed ecco la svolta. Forse un'esplosione? Nota a margine: efficace (pur con almeno una sbavatura evidente) il portiere Marietta, lo 0-0 del primo tempo è soprattutto figlio suo. BUONA VITA, GALE!  

FLOP:

Improduttività sottoporta e gol preso da palla inattiva (Carrarese): con il tempo risparmiato evitando di vedere la classifica (che è meglio non guardarla anche perché non aiuta a rifocalizzarsi sui propri pregi e i propri difetti), facendo anche presto perché Gubbio inizia quando finisce questo articolo, sarà necessario capire perché si scelgono soluzioni di tiro non appropriate e perché un avversario di 1.80 nemmeno troppo fisicato riesca a fare gol di testa su calcio piazzato. A soppesare le due criticità forse il primo problema è più grave del secondo. Tanti gli angoli battuti, innumerevoli i cross a cercare la spizzata o l'inserimento di una punta o di una mezzala. Capello (sua la traversa che poteva cambiare il corso della gara) e Giannetti hanno creato un paio di occasioni a testa, ma da due attaccanti di categoria ci si aspetta di più. Dal Canto dovrà lavorare -e immaginiamo stia già lavorando- su questo aspetto, anche perché l'attuale condizione fisica generale non permette al gruppo di spingere per novantacinque minuti di gioco a testa bassa. Prima o poi arriva il momento in cui devi rifiatare, l'avversario guadagna metri (come è effettivamente avvenuto) e bisogna amministrare, con le unghie e con i denti perché la Carrarese di quest'anno è questa e di questo bisogna farsene una ragione, soffre la Reggiana, figurarsi i marmiferi. E' giusto e lecito soffrire. Ma soffrire per amministrare uno o due gol di vantaggio è tutt'altra storia. TESTA A GUBBIO, CON ANCORA PIU' FORZA

Quali i meriti propri e quali i demeriti altrui (Alessandria): è uno 0-1 che i "grigi" sono chiamati a leggere con gli occhiali di una sana obiettività. Bene la capacità di incassare nel primo tempo (e avere un buon portiere, fino a prova contraria, è un merito e non una fortuna capitata dal cielo), bene il cambio di Lamesta che ha dato un po' di vivacità in più sulla trequarti offensiva, bene la capacità di concretizzare al meglio una delle occasioni costruite. Il cinismo è una virtù, non ci sono storie. Al netto di questo merito, è stata un'Alessandria che ha complessivamente prodotto poco gioco, con Cori un po' tra il sacrificato e il non pervenuto e una difesa spesso salvata dai casi fortuiti. Una truppa, quella di Rebuffi, che ha costruito i tre punti anche sui problemi degli avversari. Non sempre però si ha di fronte una squadra capace di sperperare così tanto in termini realizzativi: questo l'Alessandria dovrà tenerlo a mente, a partire dalla gara di martedì contro il Rimini. Ma i tre punti aiutano ad allenarsi meglio, analizzando e provando a risolvere ciò che (ancora) non va. UNA VITTORIA DA CONTESTUALIZZARE